Europa
La regolamentazione del settore delle telecomunicazioni sembra essere molto più semplice nella teoria che nella pratica. Come una coperta troppo corta, accontenta qualcuno e scontenta molti altri.
Nell¿Europa liberalizzata il compito dei regolatori è quello di incoraggiare la competizione, favorendo l¿ingresso nel mercato di operatori alternativi e limitando il potere degli ex monopoli.
Alla luce poi dell¿epocale passaggio dai classici doppini in rame alle reti in fibra ottica appare evidente che anche i criteri di regolamentazione devono adeguarsi al cambiamento.
Come dicevamo, però, la pratica è sempre più complessa della teoria.
Il 18 novembre, l¿Ofcom (l¿ente regolatore delle tlc britanniche) ha pubblicato la seconda fase della sua strategica verifica del mercato. Il rapporto è aperto a commenti fino a febbraio e la versione finale sarà pubblicata per la prossima primavera.
La relazione, di fatto, avrebbe dovuto includere una serie di raccomandazioni volte a favorire la concorrenza sul mercato. Tra questi cambiamenti, anche la scissione di BT in due entità separate, una dedicata alla vendita all¿ingrosso, l¿altra alla vendita ai privati e alle aziende. Possibilità di cui si discute da aprile.
La scissione sarebbe molto vantaggiosa dal momento che attualmente BT controlla l¿80% delle linee fisse britanniche e i rivali dell¿operatore storico – come la Centrica Telecoms ¿ si lamentano da tempo per il trattamento di favore accordato da BT Wholesale a BT Retail.
Il break up di BT, però, non è incluso nella review dell¿Ofcom che ha invece introdotto un concetto chiamato ¿equivalence¿.
In poche parole, BT dovrebbe d¿ora in poi agire come se fosse strutturalmente separata pur restando un¿unica entità: BT Wholesale, che gestisce la rete non potrà riservare trattamenti di favore a BT Retail, che si occupa dei servizi e viceversa.
Ma si tratta davvero di una soluzione che accontenta tutti?
I sostenitori del break-up sono convinti che, nonostante le difficoltà dell¿operazione, i regolatori avranno il vantaggio di non dover poi costantemente controllare l¿operato della compagnia.
Le grandi aziende, infatti, vengono separate nel caso in cui esse contravvengano regolarmente alle regole o alle leggi sulla concorrenza.
Gli Stati Uniti, ad esempio, hanno più volte chiesto la divisione della Microsoft, ma anche qui ci si è dovuti accontentare di una ¿raccomandazione¿ a comportarsi meglio.
I break up, del resto, possono funzionare bene ma anche no. Restando sempre in Gran Bretagna, la privatizzazione del settore energetico tra il 1980 e il 1990 ha dato buoni risultati dal punto di vista dei servizi, ma lo stesso non si può dire per i trasporti ferroviari.
Il break-up di BT, però, secondo l¿Ofcom sarebbe troppo difficile, creerebbe confusione e ritarderebbe l¿obiettivo di lanciare i nuovi servizi.
Sembra inoltre che anche la concorrenza abbia ripensato all¿eventualità di due entità distinte e separate, preferendo lasciare le cose come stanno, piuttosto che competere con una BT Retail libera dalle maglie della regolazione.
Il principio dell¿equivalenza, dunque, sembra mettere d¿accordo tutti dal momento che in teoria dovrebbe rafforzare la competizione, limitando il predominio di BT senza il bisogno di un intervento diretto.
La preoccupazione maggiore, tuttavia, resta e si basa sul fatto che BT, come tutti gli incumbent, sa bene come aggirare le regole: dopo 20 anni di privatizzazione l¿operatore controlla ancora l¿80% del mercato di accesso alla rete, imponendo prezzi considerati troppo alti e servizi non all¿altezza delle aspettative.
Non sorprende, dunque, che BT abbia gradito l¿idea dell¿equivalenza che consentirà al gruppo di proseguire negli investimenti per il miglioramento dei network e alla autorità di regolazione di concentrarsi su altre problematiche del mercato.
C¿è che crede, tuttavia, che alla fine i regolatori dovranno fare il doppio del lavoro per controllare l¿operatore storico britannico, che si avvia a un radicale cambiamento del suo business.
BT si sta infatti dedicando alla creazione di quella che è stata battezzata la Rete del 21° secolo che prevede investimenti quinquennali per 3 miliardi di sterline (più della spesa annuale per la manutenzione delle strade del Regno) e la graduale chiusura delle reti tradizionali PSTN (Public Switched Telephone network). Grazie alla nuova rete, BT Retail potrà vendere servizi avanzati mentre l¿operatore potrà competere con più facilità con i fornitori d¿accesso alternativi come le compagnie via cavo e quelle wireless, che a breve avranno a disposizione lo spettro di frequenze che l¿Ofcom si appresta a rendere disponibile.
La relazione dell¿Ofcom richiede infine maggiore trasparenza nelle relazioni economiche tra le due divisioni di BT (ingrosso e dettaglio). Ma ora che il break-up è fuori discussione, non è ancora chiaro quello che si farà per imporre al gruppo di rispettare le regole sulla concorrenza.
Il concetto di ¿equivalenza¿, dunque, suona molto elegante ma resta la paura che in concreto non porterà niente di nuovo sotto il sole.
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