Europa
La convergenza tra televisione e telefonia mobile è ormai una realtà. Sono tanti i player dei due settori che hanno cominciato a investire in questo senso, consapevoli che il mercato dell¿Information and Communication Technology corre verso l¿interattività.
Proprio questa mattina, i principali operatori del mercato francese dell¿audiovisivo e delle telecomunicazioni hanno siglato un¿intesa che punta a favorire il lancio della mobile Tv, considerato come uno dei più promettenti settori del prossimo futuro.
Patrick Devedjian, ministro francese dell¿Industria, è stato il fautore di questa iniziativa, che prevede le prime sperimentazioni di mobile Tv per la fine del 2005 nelle principali città francesi.
Davanti ai rappresentanti delle industrie dell¿audiovisivo e delle telecomunicazioni, riuniti per l¿occasione a Bercy, il ministro Devedjian ha ricordato che la mobile Tv dovrà svilupparsi su due vettori: la banda larga e la Tv digitale terrestre (TDT).
Il ministro francese dell¿Industria ha definito la televisione via telefonino un ¿mercato particolarmente promettente¿ che necessita di una ¿stretta collaborazione tra operatori telecom e televisivi¿.
Devedjian ha sottolineato che ¿¿con uno schermo sempre a disposizione nelle tasche di un numero sempre maggiore di utenti e con la comune tendenza a pagare per avere contenuti¿, l¿arrivo dei servizi mobili si annuncia come incoraggiante per gli operatori del settore.
L¿intesa è stata firmata questa mattina da una cinquantina di player Tv e telecom.
Tra gli altri, hanno sottoscritto questo ¿comune impegno¿ i presidenti di France Télévision, TF1, CanalPlus, Vivendi Universal, Orange, SFR, Bouygues Telecom, TDF, Nokia e Thomson.
Presenti anche i vertici dell¿Autorità francese delle Comunicazioni (ART – Autorité de Régulation des Télécommunications) e del Consiglio Superiore dell¿Audiovisivo (CSA – Conseil Supérieur de l”Audiovisuel).
Spetterà al CSA accordare le nuove frequenze per la diffusione della mobile Tv.
Dopo una serie di articolati interventi da parte di operatori del settore, che hanno evidenziato possibili contrasti tra i produttori di contenuti e gli operatori telecom, i player intervenuti si sono trovati d¿accordo sulla necessità che venga presto definito un modello economico per questi nuovi servizi.
Andranno inoltre creati dei contenuti specifici per questa nuova forma di fruizione della televisione, anche se la prospettiva di guardare un film o una partita di calcio sul telefonino ci sembra ancora poco verosimile.
I partecipanti hanno sottolineato che le soluzioni tecniche per la mobile Tv esistono già, da un lato con la telefonia di terza generazione (3G), in fase di lancio nei maggiori Paesi europei, e dall¿altro la Tv digitale terrestre che offre soluzioni di mobilità con gli standard Mpeg4 e DVB-H.
Patrick Devedjian ha aggiunto che la legge sulle comunicazioni elettroniche del luglio scorso, il cosiddetto ¿Pacchetto Telecom¿, offre un quadro giuridico semplice e armonico che favorisce la convergenza nel settore.
La mobile Tv al momento non esiste che sotto forma di streaming o di video on demand sui terminali di nuova generazione.
L¿impegno adesso è di trasformare l¿apparecchio in ricevitore televisivo, anche se Gilles Pélisson, presidente di Bouygues Telecom ha evidenziato che lo streaming di largo consumo non è ancora possibile.
Se l¿obiettivo è comune, restano però delle divergenze forti tra i gruppi televisivi e gli operatori telecom.
Marc Tessier, presidente di France Télévisions, si è interrogato sull¿impatto della cessione dei diritti calcio agli operatori mobili 3G.
Patrick Le Lay, presidente di TF1, ha spiegato che il mercato della pubblicità è in forte crisi e che bisognerà trovare delle altre fonti di finanziamento.
Ma il vero motivo di contrasto riguarda l¿assegnazione dell¿ultimo blocco di frequenze non ancora attribuite della TDT.
Questo blocco, battezzato R5, dovrebbe essere destinato alle televisioni locali e alle future High Definition Tv (HD-Tv), ma gli operatori mobili non hanno nascosto il loro interesse.
¿Queste frequenze devono essere assegnate agli operatori mobili¿, ha detto Didier Quillot, presidente di Orange, appoggiato da Gilles Pélisson.
Francis Beck, membro del CSA, ha denunciato ¿un tentativo di Opa¿ e ha messo in evidenza problemi tecnici e giuridici.
La legge francese infatti non consente l¿assegnazione di tali frequenze agli operatori telecom che dovranno quindi cercare altrove.
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