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Continua in Giappone la drammatica ondata di suicidi collettivi programmati via Internet. Altri sei giovani, infatti si sono tolti la vita ripetendo lo stesso macabro copione già attuato da altre nove persone lo scorso 12 ottobre.
Delle sei persone, tre (di 20, 21 e 25 anni) sono state trovate morte in un auto a Fukuoka, nell”isola meridionale di Kyishu. Stessa scena poche ore dopo su un”automobile ferma a bordo di una strada di campagna a Sasayama, Giappone centrale: vi giacevano tre uomini, uno studente di 21 anni e due disoccupati di 23 e 41 anni, con accanto una stufetta e resti di carbonella bruciata.
Anche stavolta gli inquirenti non hanno dubbi: si tratta di un piano collettivo maturato in Internet, che ricalca quanto già successo poco più di un mese fa a Saitama e Kanagawa, nei pressi di Tokio.
Stessa l¿ambientazione, un¿automobile, stesso il rituale: soffocamento da inalazione di monossido di carbonio.
Un fenomeno, quello dei suicidi orchestrati su Internet, a cui nessuno sembra saper dare una spiegazione plausibile e che continua a scuotere il Giappone, riecheggiando in tutto il globo.
Se infatti è vero che esistono diversi siti che danno consigli ¿pratici¿ per togliersi la vita in modo più indolore possibile o che fungono da luoghi d¿incontro per aspiranti suicidi è altresì netta la certezza che le cause da ricercare siano molto più profonde a vadano al di la della semplice emulazione dei gesti di pochi disperati.
Il problema dei suicidi tra i giovani, tra l¿altro, attanaglia il Giappone da diversi anni: tra le principali cause delle morti volontarie, secondo un sondaggio interno, ci sono i problemi di salute (44,1%), problemi finanziari (25,8%), problemi famigliari (8,5%).
Il tragico record è stato stabilito nel 2003, quando si sono tolti la vita 93 minori con un incremento del 57% rispetto al 2002, di questi 83 frequentavano le scuole medie e 10 le elementari. In generale nel 2003 sono stati 34.427 i nipponici suicidi, in crescita del 7% rispetto all”anno precedente.
Il legame tra i suicidi dei giovanissimi e Internet è stato accertato febbraio dello scorso anno, con la morte volontaria di tre giovani, due ragazzi di 24 anni e una ragazza di 22 anni nella prefettura di Saitama, una serie di città satelliti-dormitorio della metropoli di Tokyo, dove si avverte più acutamente che altrove l”assenza di relazioni sociali.
Si tratta tuttavia di un fenomeno iniziato nel 1998, quando una ragazza di Tokio si tolse la vita con una dose di cianuro acquistata da un sito web. La polizia scoprì in seguito che lo stesso ordine era stato fatto da almeno altre otto persone.
Il costo di una dose di cianuro era compreso tra i 250 e i 400 euro: l”uomo che gestiva il macabro business fu trovato in possesso di 8000 pillole e, a sua volta, si tolse la vita poco dopo essere stato scoperto.
Non mancano, del resto, i siti specializzati proprio nel fornire consigli e tecniche per una ¿dolce morte¿ e che raccomandano proprio l¿uso delle stufette al carbone utilizzate nell¿ultimo caso di suicido di gruppo.
Queste stufe, infatti, sono molto diffuse in Giappone anche in versioni ¿portatili¿.
¿E” un fenomeno che si va diffondendo a macchia d”olio dall”inizio dello scorso anno – ha detto il docente di medicina della psiche Tsuyoshi Tamura dell”Università di belle arti di Tokyo ¿ Internet non può essere certo la causa, ma di sicuro la Rete moltiplica e rafforza le tendenze suicide tipiche di molti adolescenti e giovani”.
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