Italia
Bambini col cellulare e adolescenti con la sms-mania.
L¿Italia si colloca nel 2004 al primo posto in Europa in relazione al tasso di diffusione della telefonia mobile: per ogni abitante è disponibile una linea di cellulare.
Il numero degli abbonati alla telefonia mobile supera infatti quello degli stessi abitanti (Vodafone con 21,1 milioni di utenti, Wind più di 10 milioni, 3 circa 700 mila e Tim più di 26 milioni).
Questi i dati emersi dal 5° Rapporto Nazionale sulla condizione dell¿infanzia e dell¿adolescenza, condotto da Eurispes e Telefono azzurro e presentato stamani a Roma.
Negli ultimi mesi del 2003, Eurispes e Telefono Azzurro hanno sottoposto ad un campione di 5.076 bambini tra i 7 e gli 11 anni un questionario sul possesso e sull¿utilizzo del telefono cellulare.
L¿indagine ha rilevato che anche i bambini hanno subìto il fascino dei telefonini: nel campione analizzato il 51,6% ne possiede già uno.
È stato chiesto poi con quale frequenza cambiassero il proprio telefonino. Per il 48,2% dei bambini del campione sono i guasti, solitamente, a motivare il cambiamento di cellulare. C¿è anche una quota consistente di intervistati, il 38,3%, che non ha ancora avuto necessità di sostituire il proprio telefonino perché da poco ne è entrato in possesso.
Non sembra, dunque, (per fortuna!) che i bambini sentano la necessità di seguire l¿incessante avvicendamento di mode e di evoluzioni tecnologiche che interessano la telefonia mobile. Solo il 5,2%, infatti, dichiara di cambiare il telefonino ogni tre mesi.
Scendendo nello specifico, si sono analizzate le varie modalità di utilizzo del cellulare. Al primo posto le telefonate agli amici, 36,2%, seguite a poca distanza da quelle nei confronti dei genitori, 30,7%. Al terzo posto l¿uso di sms, che interessa il 12,8% del campione.
Una percentuale poco inferiore di bambini, il 10,1%, utilizza il telefonino soltanto per ricevere telefonate. Inconsistente, invece, la quota di bambini che si avvale del cellulare per navigare su Internet (0,1%) o inviare mms (0,8%).
È scarso anchel¿interesse per impieghi di natura ludica: 2,9%, la quota di bambini che dicono di giocare attraverso il proprio cellulare. Nemmeno la pratica degli squilli, elemento tipico del consumo adolescenziale, ha preso piede nelle fasce d¿età più piccole: se ne avvale esclusivamente il 3,1% del campione.
Oramai viviamo un rapporto di dipendenza dal telefono cellulare.
La preoccupazione maggiore è rivolta comprensibilmente ai più giovani, i maggiori utilizzatori del telefono cellulare e di tutti i suoi usi: lo si utilizza per comunicare con gli amici e con la famiglia, per fare semplici ma significativi squilli, per giocare e per mandare messaggi. Ed è proprio la comunicazione tramite messaggi quella che in questi ultimi anni ha conosciuto una diffusione a dir poco singolare.
L¿utenza sms (stimata intorno al 60% dell¿utenza della telefonia cellulare) ha conosciuto una diffusione notevole dal 2000 ad oggi e le proiezioni per il 2005 prevedono un¿ulteriore crescita del 2,6%.
Secondo le ultime stime, si inviano circa 63 milioni di sms al giorno e l¿uso è diffuso soprattutto fra i giovani.
Preoccupa, tuttavia, il crescente numero di soggetti vittime della ¿sms-mania¿, che riescono a spendere addirittura dai 40 ai 50 euro al giorno per inviare sms anche a numeri sconosciuti (Centro documentazione dell¿Eurispes).
Non si tratta più quindi di una moda passeggera ma di un vero e proprio fenomeno sociologico.
Per i più giovani, il rischio maggiore nell¿utilizzo di sms è l¿impoverimento del lessico. Per la comunicazione tramite sms sembra, infatti, sia nata una lingua ad hoc caratterizzata da messaggi concisi, essenziali e telegrafici.
Nei messaggini si usano gli emoticon (segni interpuntivi che rappresentano diverse espressioni) per definire uno stato d¿animo e si fa molto riferimento alla lingua inglese per le abbreviazioni.
L¿uso dei nuovi media, però, oltre che mania provoca anche diversi tipi di patologie: i risultati di una recente ricerca sulla dipendenza da cellulare sono allarmanti: su un campione di 2.500 ragazzi di età compresa tra i 13 e 16 anni, il 21% si sveglia di notte (da una a tre volte al mese) per controllare l¿eventuale sms inviato sul proprio telefono, l¿11% lo fa una volta alla settimana, il 9% più volte nell¿arco di sette giorni e un 3% del campione asserisce addirittura che ciò avviene ogni notte.
Non si tratta più quindi di una moda passeggera ma di un vero e proprio fenomeno sociologico. Rientra tra le dipendenze cosiddette comportamentali anche quella da videogioco, diffusa comprensibilmente soprattutto fra i più giovani.
In Italia si contano all¿incirca 10.000 casi di epilessia e che il 3% di tutti i casi è causato da videogiochi. Si stima che sia attribuibile ad essi il 10% di quei casi di epilessia che interessano soggetti tra i 7 e i 19 anni.
I giochi delle moderne consolle con i loro dettagli grafici sempre più definiti e ricercati e con le loro storie avvincenti trasportano il giocatore ad un elevato livello di coinvolgimento che si conclude molto spesso in dipendenza da videogioco. Dipendenza che va estendendosi con la diffusione sempre maggiore di videogiochi da casa. Comprensibile pertanto il volume d¿affari della Sony che, solo nel 2003, ha venduto in Italia 1 milione di playstation.
Per non parlare poi della dipendenza da Internet, definita IAD (Internet Addiction Disorder). Il termine identifica la dipendenza psicologica dal Web, di cui soffrono in Italia un milione e mezzo di persone su 14 milioni di internauti.
Ai molteplici vantaggi offerti dalla Rete possono dunque affiancarsi taluni aspetti negativi provocati da un uso distorto del mezzo: vi è chi esaurisce la carta di credito, colto dal cosiddetto compulsive on line gambling (il gioco d¿azzardo on line); qualcun altro sviluppa relazioni sociali soltanto attraverso chat; molti altri assumono personalità alterate dopo essersi immersi in realtà fittizie come quelle offerte dai giochi di ruolo e così via.
Le ¿nuove dipendenze¿ comprendono tutte quelle forme che, pur non prevedendo l¿uso di alcuna sostanza chimica, investono il comportamento o riguardano l¿esercizio di un¿attività lecita, come è appunto l¿uso di Internet o del telefonino.
Telefonino e Internet sono insomma sempre più utilizzati da giovani e giovanissimi e molto spesso i genitori fanno affidamento su questi mezzi molto più di quanto dovrebbero.
Un consiglio potrebbe essere quello di imporre delle regole severe riguardo il loro uso: per quanto riguarda il telefonino, ad esempio, bisognerebbe fare in modo che i più piccoli non lo tengano accesso la notte, mentre per Internet, così come per la Tv, sarebbe buona cosa non lasciare troppo i ragazzi da soli davanti al Pc.
I rischi ci sono, sono molti e non vanno sottovalutati.
5° Rapporto Nazionale sulla Condizione dell”Infanzia e dell”Adolescenza
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Per ulteriori approfondimenti, leggi:
Gli psicologi avvertono: genitori, non fate troppo affidamento sul telefonino per la sicurezza dei figli