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Bill Gates è la persona che riceve in assoluto più spam al mondo.
Molti sorrideranno alla notizia, pensando magari: chi è causa del suo mal pianga sé stesso!
Non tutti sanno però che il patron della Microsoft, che è anche l¿uomo più ricco della terra ha a disposizione un intero dipartimento, che filtra la sua posta e gli inoltra solo quella legittima.
Secondo quanto riferito dal Chief executive della Microsoft, Steve Ballmer, Gates riceve circa 4 milioni di eMail al giorno, ma la maggior parte è spam.
Parlando all¿Asia Leadership Forum di Singapore, Ballmer scherza prima un po¿, dichiarando che gli spammer hanno preso molto a cuore la figura di Gates che è il numero uno ¿perché è Bill Gates¿.
Ma neanche la casella di Ballmer è lasciata in pace: i due fondatori della più potente società produttrice di software del mondo sarebbero dunque anche i più bersagliati dalle società di telemarketing: ¿Probabilmente io e Bill siamo i numeri uno anche in fatto di ricezione di spam¿.
Quattro milioni di eMail al giorno non sono comunque una bazzecola e Gates non può certo perder tempo a smistare la sua posta: ecco allora svelato l¿arcano: ¿Abbiamo a disposizione, letteralmente, un intero dipartimento che si occupa della nostra posta¿.
E quindi, a quanto pare, soltanto una decina (?) di eMail al giorno arriva nelle caselle dei due uomini più ¿spammati¿ della terra.
Dopo aver intrattenuto il pubblico con queste facezie, comunque, Ballmer ha anche discusso di cose serie.
Il Ceo di Microsoft ha infatti avvisato i governi asiatici della possibilità di incorrere in accuse di violazione dei diritti di proprietà intellettuale per aver utilizzato (o aver in mente di farlo) software open source, tipo Linux.
Le autorità asiatiche sono ferventi sostenitrici del software libero, che però di fatto minaccia la supremazia globale delle piattaforme proprietarie Windows.
Il ministero della Difesa di Singapore, ad esempio, ha dato il via al passaggio all¿open source di circa 20 mila computer che utilizzavano i software Windows.
Cina, Giappone e Corea del Sud, da canto loro, hanno dato vita a un progetto comune per lo sviluppo di una piattaforma open source basata su Linux e così stanno facendo anche molti altri Paesi asiatici, nel tentativo di affrancarsi dalla dipendenza dai prodotti Microsoft.
Il governo cinese, in particolare, si sente minacciato dallo strapotere della Microsoft nel settore dei software: le autorità di Pechino hanno dichiarato di preferire il sistema open source anche a causa dei continui problemi alla sicurezza dei software Windows che non garantirebbero un¿adeguata protezione alle informazioni trasmesse sulle reti informatiche.
Quale migliore soluzione, quindi, di un sistema operativo gratuito e che, per di più, lascia ai programmatori la facoltà di controllare e modificare il codice sorgente mettendosi così al riparo da qualsiasi manipolazione da parte di malintenzionati?
Secondo il ministro del Commercio giapponese Takeo Hiranuma, poi, lo sviluppo di prodotti non-Windows amplierebbe inoltre la possibilità di scelta per le società che producono apparecchi elettronici e informatici.
Secondo quanto sostenuto da Ballmer, però, Linux viola oltre 228 brevetti, un¿affermazione più volte contestata dalla comunità di sviluppatori di Linux che sostiene piuttosto che Microsoft sia solo impaurita dalla perdita di popolarità.
Microsoft, che ha più volte sferrato duri attacchi ai sostenitori dell¿open source sostiene invece che le paure avanzate da molti governi circa i software proprietari siano esagerate.
¿Pensiamo che i nostri prodotti siano molto più sicuri dei software open source, proprio perché dietro ci stiamo noi, che li abbiamo costruiti e sviluppati. Nessuno sa invece chi sta dietro l¿open source¿, ribadisce Ballmer.
Le peculiarità di Linux e le differenze con Windows nascono proprio dall¿apertura del codice sorgente alle migliorie di una vasta comunità di progettisti. Questa caratteristica conferisce al sistema ¿ oltre che una garanzia di controllo e affidabilità ¿ anche una completa trasparenza.
I codici di Windows, invece, sono top secret, dunque, se da una parte c”è la possibilità che ogni utente si crei il proprio ambiente operativo, dall”altra si devono necessariamente seguire gli aggiornamenti imposti dall”azienda. E soprattutto, se da una parte il prodotto è gratis, dall”altra bisogna pagare.
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