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Gasparri: ´L´Italia nelle Tlc all´avanguardia in Europa´

Italia



Anticipiamo, di seguito, il contributo del ministro Maurizio Gasparri agli Atti delseminario “Rethinking the European ICT Agenda“, organizzato da Punto.it a Key4biz.it.
Il volume, in formato elettronico,sar&#224 distribuito mercoled&#236 17 novembre 2004.

di Maurizio Gasparri

Ministro delle Comunicazioni



Modernizzare, comunicare, investire: questa &#232 la strada che l¿Europa allargata deve seguire. In occasione del vertice di Lisbona, i Paesi dell¿Unione concordarono all¿unanimit&#224 quella che era considerata la vera svolta per il futuro. Mettere on line il Vecchio Continente, significava investire in pi&#249 tecnologie, credere nello sviluppo, mettere la conoscenza a portata di tutti, garantire ovunque la qualit&#224 dei servizi. Nella grande societ&#224 europea banda larga e digitale terrestre rappresentavano, e rappresentano, il fattore chiave del progresso. I bit diventano in questo modo il linguaggio del sapere e l¿accesso ai dati &#232 la vera condizione di democrazia e di uguaglianza.

Le dichiarazioni programmatiche di Lisbona qualche volta sono rimaste come principi fondamentali, ma senza i necessari investimenti. Per questo ora sono certo che bisogna fare un passo in avanti.

Lisbonizziamo il patto di stabilit&#224, creiamo cio&#232 le vere condizioni per modernizzare l¿Europa. E¿ nell¿interesse di tutti incoraggiare investimenti nelle infrastrutture materiali e immateriali. Strade, autostrade, aeroporti, ma anche reti a banda larga, devono uscire da divieti e vincoli che rischiano di farci rimanere indietro. E¿ necessario escludere dal calcolo del patto di stabilit&#224 le spese per le infrastrutture di telecomunicazione, larga banda, digitale terrestre e Umts. Solo in questo caso ci saranno, nella competizione, ricadute positive per il mercato dell¿Unione perch&#233 verranno sbloccati molto investimenti. Ci vuole coraggio da parte dell¿Europa.

La questione della golden rule &#232 fondamentale. E¿ certo opportuno essere prudenti, mettere in campo controlli e verifiche costanti sugli investimenti effettivamente realizzati, ma non si pu&#242 sbarrare la strada a nuove e importanti opportunit&#224. Non dobbiamo cancellare le regole, ma non possiamo neanche morirne.

I problemi che si verrebbero a creare, non sarebbero solo interni all¿Europa. Non &#232 in gioco solamente la crescita dei singoli Stati, ma le difficolt&#224 potrebbero andare oltre. Non investire in modo adeguato in tecnologie, vuol dire perdere la sfida con altri mercati, soprattutto quelli asiatici. Non possiamo permetterlo proprio oggi che l¿impegno dei Paesi &#232 costante. E se la strada della modernizzazione &#232 ancora lunga, &#232 pur vero che tante cose sono state gi&#224 fatte. L¿Italia ha dimostrato di essere all¿avanguardia. Il mercato italiano delle telecomunicazioni ha superato nel 2004 i 42 miliardi di euro, con una crescita del 3,5 per cento rispetto all¿anno prima. Cifre che rappresentano una crescita costante. I dati dimostrano l¿impegno e il lavoro del Governo in questi anni. All¿inizio del 2004, le connessione a larga banda nell¿Unione erano oltre 23 milioni. Il nostro Paese &#232 entrato subito nella rete a tutta velocit&#224. Nei primi mesi del 2003 le richieste di collegamento settimanale erano 20 mila, mentre oggi la capacit&#224 degli operatori di telecomunicazioni di attivare nuove connessioni &#232 addirittura quintuplicata, tanto da arrivare a 100 mila.

Questi sono i numeri dello sviluppo. Oggi siamo arrivati a circa 4 milioni di connessioni a larga banda, il 70 per cento in pi&#249 rispetto all¿anno prima, ma, dato incredibile, circa dieci volte il numero dei collegamenti di inizio 2001, quando si &#232 insediato questo Governo. Inoltre gli incentivi concessi nel biennio 2003-2004, pari a 57 milioni di euro, sono stati ripagati nel bilancio dello Stato dal gettito Iva derivante dalle attivazioni e dall¿esercizio dei nuovi servizi di collegamento in banda larga.

Non ci fermiamo. Siamo il settimo Paese al mondo per diffusione della banda larga, ma contiamo di mantenere l¿attuale tendenza alla crescita anche nell¿anno 2005, puntando a raddoppiare il numero dei collegamenti veloci a Internet. Sono progetti ambiziosi che siamo sempre pi&#249 determinati a portare a termine.

Per quanto riguarda il digitale terrestre abbiamo dimostrato che potevamo in poco tempo arrivare a un processo di profonda e radicale trasformazione, con pi&#249 canali e garantendo servizi e pluralismo. Oggi abbiamo 12 nuovi canali, 40 servizi interattivi e copriamo il 50 per cento della popolazione, ma contiamo di arrivare al 70 all¿inizio del prossimo anno.

D¿altra parte cerchiamo sempre nuovi stimoli e confronti anche con gli altri Stati europei. Abbiamo firmato a Londra un Memorandum sul digitale terrestre per arrivare a una cooperazione costante nel settore. Lo scambio di idee, ricerche e progetti per arrivare a strategie comuni, questa sarebbe la vera svolta dell¿Europa. Investire nelle tecnologie &#232 la condizione primaria per la crescita e il rinnovamento del Vecchio Continente.

&#169 2004 Key4biz.it

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