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Il Pentagono è al lavoro per mettere a punto una nuova rete Internet che permetterà alle truppe americane di comunicare tra loro in modo più semplice e sicuro.
Lo rende noto il New York Times, secondo cui il nuovo sistema ¿ denominato GIG (Global Information Grid) ¿ è stato concepito da circa sei anni, mentre nelle scorse settimane sono iniziati i primi test per verificarne l¿efficienza.
Niente di immediato, tuttavia: il GIG dovrebbe entrare in funzione ¿ufficialmente¿ tra una decina d”anni, dopo investimenti per almeno 200 miliardi di dollari.
Mentre sono già in molti a protestare contro i costi eccessivi del progetto, GIG si appresta a diventare, secondo altri, l¿arma più potente a disposizione dell¿esercito degli stati Uniti, che potrà in questo modo avere accesso in modo immediato a tutte le informazioni necessarie a prevenire e sorprendere il nemico.
Cambieranno, grazie al GIG, i modi di concepire le strategie militari, così come la rete che tutti noi utilizziamo attualmente (concepita anch¿essa per scopi militari) ha cambiato il nostro modo di fare shopping…
Lo scopo del GIG, in pratica, è quello di fornire ai militari una sorta di ¿occhio nel cielo¿, per cui ogni soldato attraverso un laptop, potrà avere una immagine completa del campo di battaglia, ¿una vista dell¿occhio di Dio sul terreno¿, come ha spiegato Robert Stevens, direttore del gruppo americano di difesa Lockheed Martin, che partecipa al progetto.
Il GIG fornirà infatti non solo immagini, ma anche tutte le informazioni disponibili sulle diverse agenzie civili e militari, riguardo il nemico o il terreno o sul meteo, permettendo azioni più rapide e incisive anche in condizioni precarie.
Funzionalità quanto mai importanti, dal momento che l¿esercito ¿ concepito per combattere contro nazioni ed eserciti ¿ si trova ora a dover fronteggiare nemici senza flotte aeree o navali, quartieri generali o carri armati.
Insomma, non più nuove armi convenzionali per sconfiggere gli avversari, ma una serie di interconnessioni che fonderanno attività militari e di intelligence, dando a chi sta sul campo la possibilità di una visione totale di quanto sta succedendo anche a miglia di distanza.
Anche all¿interno delle forze armate americane, però, c¿è chi storce il naso davanti a una guerra web-centrica e c¿è chi sostiene che la battaglia più difficile sarà proprio quella contro le alte gerarchie militari, abituate a dare ordini e ora intimorita di perdere potere.
Altri, gente anche molto avvezza sia alle nuove tecnologie che alle strategie militari, sostengono che forse il sogno non è molto realistico.
Vint Cerf, uno dei padri di Internet e consulente per il Pentagono, dice infatti: ¿Vorrei assicurarmi che quello che stiamo realizzando sia una visione e non un¿allucinazione¿.
¿Non c¿è niente di sbagliato ad avere progetti ambiziosi – continua Cerf ¿ bisogna solo misurarli con la fisica e la realtà¿.
Per altri ancora è solo una questione di soldi, e quelli in ballo sono tantissimi: si parla di investimenti per 24 miliardi di dollari solo per i prossimi 5 anni.
Più della spesa ¿ in valuta corrente ¿ per il Manhattan Project, che portò alla costruzione della bomba atomica.
La codifica dei dati, poi, costerà almeno altri 5 miliardi di dollari a cui vanno aggiunti i costi per le infrastrutture: almeno 25 miliardi per le nuove radio, 10 miliardi per i sistemi satellitari, di sorveglianza, di comunicazione e così via.
Il tutto per dare ai militari la possibilità di conoscere ¿tutto quello che li interessa, in ogni momento¿, come ha spiegato il sottosegretario alla difesa Steven A. Cambone.
Perché questa visione divenga realtà, i contractor militari ¿ e società hi-tech che in genera hanno poco a che fare con le strategie belliche ¿ hanno formato il 28 settembre scorso un consorzio per lo sviluppo del war-net.
Al consorzio partecipano Microsoft, HP, IBM, Cisco Systems, Oracle, Sun Microsystems e tanti altri, che probabilmente stanno ancora stappando bottiglie di champagne.
Non è tra l¿altro la prima volta che il Pentagono lavora a un sistema informatico per la gestione delle azioni militari: il Worldwide Military Command and Control System, costruito negli anni ¿60 ha più volte creato problemi alla difesa Usa.
Il suo successore ¿ il Milstar ¿ costato 25 miliardi di dollari e completato nel 2003 è già obsoleto e non è adatto a supportare le guerre del 21° secolo.
Gli scienziati e gli ingegneri del Pentagono, 40 anni or sono, inventarono il sistema che poi divenne Internet: durante la guerra fredda, la supremazia in campo tecnico-informatico spettava di diritto alla Difesa Usa.
Quando però la rete divenne un fenomeno commerciale, i servizi di intelligence americana persero terreno, che ora vogliono recuperare col war-net.
La creazione di una simile rete, di certo non fermerà la produzione di nuove armi intese nel senso tradizionale del termine: il GIG avrà anzi il compito di coordinarle e di condurre il Pentagono verso un nuovo modo di concepire le azioni militari.
Secondo Art Cebrowski, direttore dell¿Office of Force Transformation del Pentagono, si parla di una ¿nuova teoria della guerra¿, in cui macchine da guerra con un linguaggio comune a tutte le forze militari emetteranno in pochi secondi enciclopedie di informazioni letali contro tutti i nemici.
Perché questo avvenga realmente, comunque, bisogna almeno superare il problema della banda: una rete militare così concepita necessita infatti di un¿ampiezza di banda 40-50 volte superiore a quella usata in Iraq.
Come farà il Dipartimento della Difesa a far fronte a tutto questo, ancora non è dato saperlo, anche se i rapporti del Pentagono tentano di affrontare il fattore economico del GIG già dal 2001.
Ma a questo punto, una domanda appare lecito farla: non ci sono altri modi migliori per investire 200 miliardi di dollari?
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