Italia
Ha sollevato un polverone la dichiarazione di Silvio Berlusconi rilasciata a Bruno Vespa riguardo al futuro di Mediaset.
Il premier ha dichiarato che i figli sarebbero pronti a cedere il polo televisivo per andargli incontro, ¿¿i miei figli vedono con quanta passione mi dedico al governo e all”ammodernamento del Paese e pensano che se io mi liberassi delle televisioni sarei meno esposto agli attacchi dei miei avversari¿.
Commento che ha aperto nuovamente le discussioni sul futuro di Mediaset. Da molti è stata interpretata come una tacita ammissione che a Cologno Monzese si sta lavorando su questa possibilità, che pure non molto tempo era stata smentita categoricamente dal Gruppo.
Spesso si è parlato dell¿eventualità che la famiglia del presidente del Consiglio ceda il 51% di Mediaset detenuto dalla Fininvest. Ma da un po¿ di tempo a questa parte, sembra che le voci siano diventando più insistenti.
Ipotesi che però, secondo il finanziere franco-tunisino Tarak Ben Ammar (fino a poco tempo nel Cda di Mediaset, ndr), non sarà presa in considerazione almeno fino al 2006.
¿Non credo che succederà nulla fino al 2006“, ha dichiarato Ben Ammar in un¿intervista rilasciata al Sole 24Ore.
¿Comunque come ho portato Al Waleed nel ”95 in Mediaset, come o convinto Rupert Murdoch a tornare in Italia, come ho portato Bolloré in Mediobanca, posso portare altra gente a investire in Italia“, ha aggiunto.
Non si esclude quindi una vendita del Gruppo televisivo. Marina (presidente Mondadori e vicepresidente Fininvest) e Pier Silvio (vicepresidente Mediaset) Berlusconi starebbero rivedendo le iniziali posizioni per dare l¿OK alla cessione, auspicabile soprattutto per ragioni di opportunità politica, ma non solo.
La vendita delle attività televisive permetterebbe alla Fininvest di avere nuove risorse da destinare ad altri investimenti e, in particolare, al rafforzamento del processo di internazionalizzazione del Gruppo.
Già alcuni vociferano sulla possibilità che la famiglia Berlusconi possa reinvestire il ricavato della vendita in Telecom Italia.
¿A tutt¿oggi sono baggianate. In futuro chissà¿, ha confessato pochi giorni fa Pier Silvio, provocando l¿irritazione di Marco Tronchetti Provera.
Si era, in realtà, parlato anche dell¿ipotesi che fosse Telecom Italia a voler investire in Mediaset, ipotesi smentita dallo stesso presidente, che aveva dichiarato: ¿Solo fantasia ( ¿) non esiste nulla di tutto questo¿.
Lo scorso mese era stata la stessa Fininvest a dover intervenire nel merito delle voci che, sulla scia di un articolo apparso sul settimanale l¿Espresso, riferivano della possibilità che Silvio Berlusconi riducesse la propria partecipazione in Mediaset. Fininvest aveva spiegato che non è allo studio alcuna operazione sulla partecipazione.
Secondo l”Espresso “entro il 2006, il destino di Mediaset, di una sua parte almeno, dovrà prendere una strada diversa da quella della famiglia Berlusconi. I consiglieri del principe sono al lavoro. Bisogna trovare il modo più indolore e più proficuo per sciogliere il legame troppo stretto tra il premier e la sua creatura televisiva”.
Le ipotesi allo studio sarebbero due. “La prima è una semplice azione di vendita. E prevedrebbe la cessione di Mediaset a fondi internazionali“. Secondo il settimanale “L”idea è di lasciar andare il 30%, perdendo così la maggioranza, pur rimanendo un socio influente ai limiti del controllo. Ma ha un difetto: potrebbe rivelarsi troppo costoso. Porterebbe un eccesso di plusvalenze, quindi troppe tasse da pagare”.
La seconda ipotesi prevede di suddividere le azioni Mediaset nel portafoglio di tre o quattro fondi, nei quali confluirebbero significativi pacchetti Telecom. A quel punto, il premier non avrebbe più azioni delle Tv, ma quote di fondi che incorporano sia Mediaset che Telecom.
Immediata la smentita di Fininvest che aveva precisato come “di fronte al reiterarsi di voci sul futuro di Mediaset, voci che ormai sconfinano nella fantascienza, Fininvest non può che ribadire per l”ennesima volta la più secca delle smentite: non è allo studio alcun tipo di intervento relativo alla quota che la stessa Fininvest detiene in Mediaset”.
Molto più probabile invece l¿intenzione del Gruppo mediatico della famiglia Berlusconi di estendersi anche alla radio, come dimostra l”interesse della Mondadori, per Radio 101.
La notizia era stata riportata dal Financial Times, in un articolo sul settore media italiano.
¿L”Italia ¿ secondo il noto quotidiano finanziario – non ha grandi gruppi editoriali focalizzati sulla radio della misura della francese NRJ e della britannica Capital e sono necessari nuovi investimenti, come suggeriscono gli analisti¿.
¿Con l”approvazione della legge che regola il sistema radiotelevisivo in Italia – scriveva ancora il Financial Times – i critici temevano che il settore potesse venir sfruttato ancora di più da Fininvest, la holding del premier¿.
Dopo il raggiungimento da parte di Mondadori di un accordo per acquisire Radio 101, ¿sorgono preoccupazioni che la radio italiana, altamente frammentata nella sua proprietà, potrebbe seguire la strada del mercato televisivo, dove Mediaset detiene tre canali e, attraverso Publitalia, il 65% stimato di tutti i ricavi pubblicitari televisivi¿.
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Mediaset: Tronchetti smentisce l¿interesse di Telecom Italia, ¿Solo fantasia¿