´Accuse prive di fondamento´. Buongiorno Vitaminic ribatte con forza alla denuncia di spamming

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Buongiorno Vitaminic interviene nel merito della denuncia ricevuta dall’Autorità giudiziaria per “illecito trattamento dei dati personali” e per accesso abusivo a un sistema informatico.

La società ¿nega nel modo più assoluto di aver continuato a gestire una lista di terzi dopo la risoluzione del contratto, voluto da Buongiorno stessa, nell’ambito di un programma di miglioramento degli standard di gestione e tutela della privacy, imposto da Buongiorno alle terze parti ospitate sulla propria piattaforma¿.

In una nota, Buongiorno Vitaminic si dichiara tranquilla di poter chiarire completamente presso le Autorità competenti la posizione propria e dei propri manager, che è ¿assolutamente corretta dal punto di vista dei rapporti contrattuali con terzi, del rispetto delle normative sulla Privacy e, in generale, della fairness commerciale e professionale¿.

 

La società come persona giuridica è stata indagata in base alla legge 231 del 2001 che impone la costituzione di determinati modelli organizzativi al fine di prevenire gli illeciti.

Il Gruppo, denunciato dalla Guardia di Finanza e per la quale il pm Gianluca Braghò ha chiuso le indagini, ha ammesso l’avviso giunto a carico dell’Amministratore delegato, del Responsabile trattamento dati e della società stessa in seguito agli accertamenti fatti dalla Procura della Repubblica di Milano sul sito Buongiorno.it riferibile alla società.

 

Secondo le ipotesi mosse al termine dell’operazione di accertamenti di polizia denominata Newsletter, la Guardia di Finanza avrebbe accertato un illecito trattamento dei dati personali di oltre 450mila persone. Questo nell’ambito di un’ inchiesta che sta proseguendo, visto che la società oggetto dell’indagine gestisce infatti in via diretta o indiretta altri database contenenti i dati personali di quasi 50 milioni di utenti italiani e stranieri iscritti a varie newsletter. Si tratta della prima operazione di questo genere dall’entrata in vigore del nuovo testo unico sulla privacy.

 

In particolare secondo gli accertamenti, è stato ricostruito che la società era stata incaricata di gestire, per conto di un’altra impresa online, il database degli iscritti a una newsletter abbinata a un noto sito Internet, Fuorissimo.it. Dopo la risoluzione del contratto con il titolare del sito, la società secondo gli investigatori avrebbe continuato a utilizzare il sistema informatico di gestione del servizio di newsletter inviando migliaia di eMail pubblicitarie agli abbonati senza averne chiesto il preventivo consenso. Si tratta del fastidioso, quanto dilagante, fenomeno conosciuto tra gli utenti Internet come spamming.

 

Secondo l’accusa da qui è derivato un immediato e rilevante vantaggio per il mancato pagamento degli introiti al titolare del sito e per l’abusiva diffusione dei messaggi pubblicitari. Inoltre, vi sono stati in base agli accertamenti problemi per gli utenti che in molti casi si sono trovati nell’impossibilità di eliminare i messaggi non autorizzati dalla propria casella di posta elettronica.

Gli elementi acquisiti nell’inchiesta sono stati comunicati dalle Fiamme Gialle anche al Garante per la protezione dei dati personali che dovrà ora pronunciarsi su un¿eventuale sanzione amministrativa a titolo di risarcimento danni che può arrivare fino a 250 euro per ogni comunicazione indesiderata.

 

Più specificamente, dal 2002 Buongiorno, per prima in Europa, ha adottato nell’ambito della procedura di raccolta dei dati personali degli iscritti alle newsletter proprietarie la regola del double opt-in, ovvero la richiesta agli utenti di confermare una seconda volta l’iscrizione a ricevere informazioni e pubblicità via eMail.

l’azienda spiega che questa procedura del double opt-in non è richiesta dalle leggi italiane e europee ed è tuttavia considerata la best-practice nel settore. Oltre ad adottare questa regolamentazione per le newsletter di cui è editore, a partire dal 2003, Buongiorno ha richiesto a tutte le terze parti proprietarie di newsletter che utilizzavano la piattaforma di distribuzione di Buongiorno e usufruivano della forza vendita della concessionaria Buongiorno per raccogliere proventi pubblicitari, di adottare a loro volta la procedura di double opt-in.

 

Buongiorno ha poi deciso di interrompere la collaborazione con numerosi list-owner, che non intendevano adeguarsi a tale prassi. Le indagini nascono dalla denuncia di un terzo proprietario di una lista ospitata che si era rifiutato di uniformarsi alle best practice indicate da Buongiorno.

 

Il Gruppo sta adesso valutando il contenuto della denuncia ai fini di assumere le più opportune iniziative giudiziali nei confronti del terzo denunciante. Buongiorno rileva come sia ¿paradossale che un’indagine che dichiara di voler intervenire a tutela della privacy si sia invece rivolta contro un soggetto che per la rilevanza assunta sul mercato, da tempo sta facendo del rispetto della normativa sulla privacy la sua principale regola di comportamento¿.

 

I rilievi mossi a Buongiorno Vitaminic hanno determinato una bufera sulla Borsa.

Il titolo, quotato al Nuovo Mercato e al Nasdaq di Wall Street, ha ceduto ieri in Piazza Affari il 6,62% sul prezzo di riferimento chiudendo a 1,693 euro (1,813 alla vigilia). Sono passate di mano 2,857 milioni di azioni rispetto ad una media giornaliera di 447.000: il 3,74% del capitale sociale.

 

Buongiorno Vitaminic è una delle principali media company in Europa nel mercato dell’ideazione, produzione e/o aggregazione e distribuzione di contenuti multimediali, principalmente nel campo dei servizi di intrattenimento, via posta elettronica e telefonia.

Buongiorno Vitaminic è presente con team locali nei principali Paesi europei (Italia, UK, Spagna, Francia, Germania e Austria), in America Latina (Messico) e a breve anche negli Usa (con uffici in apertura in Florida).

Inoltre, distribuisce i propri servizi in numerosi altri Paesi, quali Portogallo, Svizzera, Grecia, Polonia, Croazia, Kuwait, Emirati Arabi, Sud Africa, attraverso partnership con operatori locali, quali gli operatori telefonici, retailer di telefonia cellulare o Gruppi media. 

 

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Raffaella Natale

 

 

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