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Finisce proprio oggi la campagna pubblicitaria per le elezioni presidenziali americane.
Mentre gli Usa stanno col fiato sospeso, in attesa di sapere chi sarà il nuovo presidente, noi abbiamo fatto qualche conticino per sapere chi ha speso di più per questa campagna, che qualcuno ha già definito come la più costosa della storia.
Vediamo un po¿: nel corso di questi otto mesi, il presidente repubblicano uscente George W. Bush, il suo avversario democratico, il senatore John Kerry, i rispettivi partiti e i supporter hanno speso più di 600 milioni di dollari (469,5 milioni di euro) in spot commerciali su radio e televisioni.
Una somma triplicata rispetto alle spese della precedente campagna presidenziale del 2000. Per il momento, sono i democratici che hanno speso un po¿ più di soldi.
Dal mese di marzo a oggi, John Kerry e il partito democratico hanno investito circa 250 milioni di dollari (195,5 milioni di euro) in spot pubblicitari radiotelevisivi, contro i 240 milioni di dollari (187,7 milioni di euro) dei repubblicani.
Scarto ancora più netto per i democratici, se guardiamo le spese dei gruppi supporter, che hanno sborsato 70 milioni di dollari (54,7 milioni di euro), contro i 40 milioni di dollari (31,3 milioni di euro) dei repubblicani.
Nonostante si tratti di investimenti senza precedenti, il Paese non ha avvertito la sensazione di essere stato inondato dalla pubblicità.
Se è vero che gli spot erano trasmessi su tutte le reti televisive nazionali, è anche vero che la maggior parte di questi venivano mandati in onda sulle emittenti radio e Tv locali dei 17 Stati più contesi, quelli ancora indecisi sul voto.
Negli ultimi nove giorni della campagna elettorale, gli spot sono stati diffusi in modo più massiccio nei nove Stati dove i sondaggi prevedono un serrato testa a testa, vale a dire: Florida, Ohio, Iowa, Pennsylvania, Wisconsin, New Hampshire, Nuovo Messico, Nevada e Minnesota.
Per le strategie dei democratici come per i repubblicani, la principale ragione per queste aumentate spese, sta nella riforma del 2002 della legge sui finanziamento dei campagne elettorali, che impediva ai partiti politici di ricevere denaro dai sindacati e dalle aziende.
Ma cambiate le regole, non c¿è stato alcun freno. E via con le spese!
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