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Condanna per pubblicità ingannevole all¿Associazione Italiana per la sviluppo del digitale terrestre (DGTVi), a Mediaset, Nokia e Mediasat.
Questo, quanto deciso dall¿Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che ha vietato l¿ulteriore diffusione dei messaggi pubblicitari per la promozione della Tv digitale terrestre e dei modelli di decoder offerti con il contributo di 150 euro.
L”Antitrust, con decisione del 14 ottobre scorso, ha riconosciuto pienamente la validità delle contestazioni fatte a Mediaset nel ricorso inoltrato a marzo dall¿avvocato Francesco Luongo, responsabile nazionale del settore Tlc del Movimento di Difesa del Cittadino, e presidente provinciale della sede di Benevento.
L¿azione nasceva sulla base delle lamentele di alcuni consumatori sulle prestazioni dei decoder e sulle trasmissioni in tecnica digitale terrestre, del tutto inferiori a quanto promesso nelle pubblicità.
Il Presidente Antitrust Giuseppe Tesauro ha sottolineato nel provvedimento che ¿¿la televisione digitale terrestre non è ancora una realtà completamente operativa; trattasi infatti di una tecnologia emergente, in fase sperimentale e, pertanto, non ancora affermatasi compiutamente presso gli utenti finali“.
Secondo il Movimento Difesa del Cittadino, le polemiche erano motivate dal fatto che negli spot: non si dice ai telespettatori che a fronte dell”acquisto dell”apparecchio non si ha un servizio garantito e completo nella fruibilità nell”immediato, ma soltanto la possibilità di aderire alla sperimentazione del digitale terrestre; si omette di indicare che i cosiddetti “servizi interattivi” dipenderanno dall”utilizzazione della linea telefonica e quindi saranno onerosi e non gratuiti; non si precisa che il contributo governativo di 150 euro non è riconosciuto per tutti i decoder ma solo per alcune tipologie, dalle quali sono esclusi i modelli più economici che permettono la sola ricezione dei programmi senza permettere l”interattività.
A marzo, anche Adiconsum aveva depositato ricorso all¿Antitrust contro gli spot per la Tv digitale terrestre. Alla base, le stesse motivazioni: per spingere gli utenti all¿acquisto dei decoder digitali, si nasconde ai consumatori che la Tv digitale è in fase sperimentale; non è fruibile da tutti; non è gratuita; non è attualmente interattiva.
Sulla base dei ricorsi presentati dal MDC e Adiconsum, l”Autorità ha giudicato ingannevoli i messaggi perché “presentano un contenuto informativo gravemente carente per chiarezza e completezza; ciò in considerazione soprattutto dell”omessa indicazione della natura, al momento solo sperimentale, del servizio televisivo offerto e della consequenziale carente copertura territoriale del segnale, a fronte della grande enfasi conferita alle pretese dia attualità, generale fruibilità e gratuita della televisione digitale terrestre”.
Il provvedimento specifica che ¿¿la televisione digitale terrestre, infatti, non e ancora una realtà completamente operativa, considerato in particolare che la copertura effettiva da parte dei multiplex attualmente attivi è ancora limitata (¿) Pertanto una larga parte della popolazione risulta del tutto non servita o servita con qualità non adeguata (¿). Presentare, pertanto la televisione digitale terrestre in termini di attuale completa fruibilità, come prospettato nei messaggi segnalati, è idoneo ad indurre in errore i consumatori circa le reali caratteristiche del servizio.¿
Per Adiconsum, l¿Antitrust ha fatto chiarezza, ¿ora, non ci sono più verità nascoste¿. L¿Associazione adesso auspica che il processo di sviluppo della Tv digitale terrestre prosegua, finalmente, nel pieno del rispetto dei consumatori, senza anticipare le naturali tappe di sviluppo.
Immediata la replica di Mediaset, che in una nota ha fatto sapere che potrebbe impugnare la delibera dell”Antitrust. L”azienda ha sottolineato che il giudizio dell”Autorità è “difforme da quello dell”Authority per le Comunicazioni“, che invece ha ritenuto gli spot “completi sotto il profilo dell”informazione” al pubblico.
“L”Autorità per le Comunicazioni – si legge nella nota – ha approvato la campagna che è in onda da ormai oltre sei mesi sulle reti Mediaset ritenendola sufficientemente chiara ed esaustiva. La stessa Autorità ha ritenuto che i primi spot mandati in onda fossero carenti in merito all”informazione sulla sperimentalità del servizio e sulla limitatezza della copertura. A tale riguardo Mediaset ha sempre ritenuto che la sperimentalità del servizio e la limitatezza della copertura fossero nozioni di pubblico dominio sulle quali è sembrato superfluo insistere”.
“Tant”é – continua la nota di Cologno Monzese – che il giudizio dell”Antitrust è difforme da quello dell”Authority per le Comunicazioni che in data 17 settembre ha giudicato tali spot completi sotto il profilo dell”informazione resa ai telespettatori. Mediaset si riserva perciò di impugnare la delibera – conclude l”azienda – confidando che prevalga la favorevole valutazione dell”Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni”.
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