Italia
di Gianni Celata
Docente di Economia dell¿Informazione e della Comunicazione
Università La Sapienza – Roma
Il tema della qualità televisiva è riemerso prepotentemente negli ultimi tempi. Dopo un periodo di oblio successivo a una serie molto interessante di studi compiuti a livello italiano e internazionale, l¿introduzione delle tecnologie digitali e la conseguente moltiplicazione di canali, ha riproposto con grande impatto il tema.
Il punto di partenza acquisito è comunque quello che la qualità si deve riferire all¿organizzazione complessiva della produzione televisiva e non solo ai contenuti. Questo sulla base dell¿assunto che la qualità dei contenuti è inserita in un circuito di processi e risultati che non possono non riguardare la gestione aziendale e la capacità di innovazione.
È all¿interno di questo quadro che vanno ricomposte le varie accezioni di qualità che via via la letteratura tematica ha riproposto. Si tratta della qualità erogata, che si misura sulla base del raggiungimento degli obiettivi predeterminati e che si desume dall¿indice di soddisfazione del consumatore televisivo, ma anche degli stakeholders aziendali. Si tratta della qualità dovuta, che fa riferimento ai contenuti della concessione o delle autorizzazioni rilasciate dallo Stato agli operatori. Si tratta della qualità eteroassunta, con la quale si scambiano i contenuti cosiddetti ¿alti¿, l¿opra il teatro, la musica colta, come teofania della qualità. Si tratta della qualità etica, che deriva dai diversi e numerosi codici di autoregolamentazione che cercano di proteggere in maniera specifica i minori. E l¿elenco potrebbe continuare con quella sorta di qualità à la carte che viene proposta a volte, con grande buona volontà, da parte di grandi uomini di televisione che, sulla base della loro esperienza, propongono modelli di contenuti.
Tutto ciò è utile nella misura in cui si riesce a collocare in un quadro complessivo che, nello stesso tempo, sia in grado di contenere tutti questi apporti e concludersi con un indice numerico, che permetta di quantificare la qualità in modo da poter fare confronti nel tempo e fra soggetti diversi. Mi rendo conto che proporre un sistema numerico per qualificare un livello di qualità televisiva può far storcere la bocca a molti operatori del settore. Ma non c¿è alternativa se si vuole far incamminare la qualità televisiva su una strada concreta e farla uscire da una fase ma solo dialettica e quindi, in quanto tale, utile se propedeutica alla applicazione di sistemi di calcolo.
A questo scopo è obbligatorio rifarsi ai modelli di misurazione della qualità che valgono per l¿industria nel suo complesso, rimodulandoli alle specificità e alla delicatezza del prodotto televisivo.
I modelli di riferimento non possono essere quelli più diffusi, ad esempio i sistemi ISO, perché si fermano a criteri meramente prescrittivi. È necessario rifarsi al campo dei modelli Total Quality Management, sviluppati in Giappone, Stati Uniti, America Latina ed Europa. Per tanti motivi il modello dello European Foundation for Quality Management si presta ad essere preso come riferimento.
Su queste basi è stato sviluppato, da un team di ricercatori, facenti capo alla cattedra di Economia dell¿Informazione e della Comunicazione, della Facoltà di Scienze della Comunicazione, dell¿Università La Sapienza, un modello denominato X-TV costruito sul seguente tracciato:
le determinanti della qualità televisiva vanno individuate nella Customer Satisfaction (degli utenti e degli stakeholders), nella Performanc Economico-Finanziaria e nella Capacità di Innovazione (nei contenuti, nelle tecnologie e nell¿organizzazione);
si è stimato che la Customer Satisfaction pesi per il 50%, la Performance per il 30% e l¿Innovazione per il 20%;
ciascuna di queste determinanti si qualifica attraverso due prospettive di valutazione: quella fondamentale dei dati oggettivi che permettono di misura le determinati e quella complementare che misura i processi e l¿organizzazione che hanno portato a quei dati oggettivi;
235 sono i quesiti individuati per arrivare, coi pesi specifici sopra indicati, alla quantificazione numerica della qualità televisiva.
Tutti questi elementi sono stati inseriti in una matrice algebrica che produce un risultato che quantifica numericamente la qualità televisiva di un broadcaster, un canale televisivo, una rete, un palinsesto, una struttura produttiva, ecc., con un indice da 0 a 100.
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