Europa
Nokia è al lavoro su un telefonino integrante un lettore capace di leggere le controverse etichette intelligenti RFID, concepite per immagazzinare le informazioni relative a un determinato prodotto e permetterne l”identificazione e la localizzazione tramite la rete GPS.
Le tecnologie Radio frequency identification stanno facendo molto discutere a causa del loro carattere ambivalente: agli innegabili vantaggi delle applicazioni mediche e di sicurezza fanno infatti da contraltare le aspre critiche dei sostenitori della privacy.
Secondo la società finlandese, tuttavia, l¿applicazione dell¿RFID alla telefonia mobile potrà estendere la portata della tecnologia ¿al di la della catena di fornitori, nel mondo dei servizi consumer, del merchandising, del marketing e della gestione del marchio¿.
Ad esempio, i negozianti potranno approfittare dell¿integrazione del lettore RFID per inviare ai clienti un buono sconto o per trasferire le informazioni immagazzinate nel telefonino per velocizzare le procedure di garanzia di un determinato prodotto.
Il prototipo presentato dalla Nokia al CTIA Wireless IT & Entertainment, è stato progettato in collaborazione con VeriSign che propone un repository per i dati RFID in grado di inviare a clienti e fornitori informazioni relative al proprio inventario.
Il prototipo si basa sul Nokia 5140, con il lettore RFID inserito in un involucro attaccato al telefono.
La compagnia non ha fatto sapere quando il dispositivo verrà lanciato sul mercato. È ancora troppo presto per stabilire la validità della proposta, anche alla luce delle forti preoccupazioni che le etichette intelligenti stanno sollevando nell¿utenza privata.
C¿è infatti chi crede che il monitoraggio costante non verrà limitato alle sole merci ma potrebbe essere esteso anche alle persone, presagendo uno scenario poco rassicurante in cui una serie di lettori RFID invisibili memorizzeranno ogni singolo passo per trasmetterlo non tanto ai commercianti, quanto alle autorità.
Insomma, le tecnologie RFID sono associate in modo inequivocabile al Grande Fratello Orwelliano, ma lo scenario descritto dai ferventi sostenitori della privacy appare poco improbabile, soprattutto per ragioni tecniche.
Spiega infatti Scott R. Silverman della Applied Digital Solutions, che le critiche vengono rivolte a funzionalità che questi chip non possiedono neanche, come la possibilità di monitorare gli individui attraverso il satellite.
La Applied ha spesso sottolineato che l¿impianto è volontario e che nessuno mai potrà inserire un chip sotto la pelle di una persona che non lo vuole. Allo stesso modo, chi decide per l¿impianto potrà scegliere quanti e quali dati inserire e i suoi spostamenti non potranno essere monitorati poiché il chip è ¿passivo¿: gli scanner preposti in pratica, possono leggere i dati solo quando la persona si trova in loro stretta prossimità.
E già l¿industria e la Federal Communications Commission americana sono al lavoro per cercare di abbattere gli ultimi ostacoli al lancio della tecnologia sul mercato di massa.
Tra i problemi da risolvere, le discrepanze tra le legislazioni dei diversi Paesi e le limitazioni di potenza dei sistemi.
La settimana scorsa, tra l¿altro, la Food and Drug Administration ha autorizzato l¿impianto sottopelle di microchip RFID per scopi sanitari, in modo da fornire ai medici l¿intera storia sanitaria e favorire l¿intervento immediato, riducendo i rischi di errore e i margini di intervento.
Al di la delle polemiche relative alla privacy, dunque, i campi di applicazione delle tecnologie RFID sono tantissimi e spaziano dal monitoraggio dei depositi commerciali ai piccoli pagamenti, dai trasporti alla logistica.
© 2004 Key4biz.it
Per ulteriori approfondimenti, leggi:
Etichette intelligenti: da Sun nuove soluzioni RFID
RFID: la FDA autorizza l¿impianto di chip sottopelle per scopi medici