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Sviluppi nell¿inchiesta condotta dalla Procura milanese sulla cessione di diritti cinematografici a Mediaset.
La Procura ha chiesto la proroga delle indagini avviate su Pier Silvio e Marina Berlusconi, indagati con l”ipotesi di riciclaggio.
Nell¿ambito della stessa indagine, sono indagati anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il presidente della società Fedele Confalonieri, Giorgio Vanoni, Candia Camaggi, il dirigente della Arner Bank, e Paolo del Bue.
La richiesta degli inquirenti, avanzata al giudice per le indagini preliminari Maurizio Grigo, arriva dopo che i pm Alfredo Robledo e Fabio De Pasquale si sono recati a Montecarlo per interrogare il professionista ritenuto fiduciario dei conti personali di Marina Berlusconi, e a Malta nell”ambito di una rogatoria avviata su Ims.
Il 12 ottobre scorso, nell¿ambito di questa indagine, la Guardia di Finanza di Milano ha effettuato l¿ennesima perquisizione agli uffici di Cologno Monzese.
I finanzieri hanno raccolto oltre 100 faldoni di documenti che riguardano acquisizioni da Gruppi esteri di diritti televisivi nel periodo che va dal 1994 al 1999.
L¿indagine riguarda la compravendita di diritti televisivi e cinematografici acquistati da due società off-shore della Fininvest (Century One e Universal One), e poi rivenduti a Mediaset, per 470 milioni di euro, negli anni 1994-1996.
Secondo la procura di Milano, alcune major americane avrebbero venduto i diritti televisivi a due società off-shore, le quali li avrebbero poi rivenduti con maggiorazione di prezzo a Mediaset, che avrebbe ereditato dopo la quotazione in Borsa del 1994 il sistema operativo di Fininvest.
Il tutto, con l¿obiettivo di aggirare il fisco italiano e creare fondi neri nella disponibilità di Berlusconi. I benefici sarebbero stati ottenuti attraverso la Legge Tremonti.
Mediaset si dice assolutamente estranea ai fatti ipotizzati nelle congetture dell¿accusa. In un comunicato di qualche giorno fa l¿azienda ha commentato che ¿L¿inchiesta si trascina ormai da più di tre anni ed è animata da una sterile volontà di spettacolarizzazione cui fa eco la consueta grancassa mediatica¿.
Per il Gruppo ¿non può che essere questo l¿obiettivo che ha ispirato, per ben due volte in tre mesi, l¿invasione degli uffici aziendali ad opera di drappelli di una trentina di uomini per sequestrare documentazione obsoleta, inutile ed eccedente l¿ambito di indagine¿.
Ogni volta sono stati compressi i diritti di difesa e si è trascurato persino di identificare la documentazione asportata, impedendo così alla società di conoscere quali e quanti documenti siano stati acquisiti al fascicolo processuale.
L¿azienda ritiene che l¿accusa si basa non su prove, ma su un teorema privo di alcun elemento di sostegno e il ripetersi a brevi intervalli di perquisizioni spettacolari ne è dimostrazione evidente.
Per Mediaset ¿I diritti cinematografici acquistati dalla società sono veri, esistenti, qualitativamente ineccepibili. Sono stati regolarmente messi in onda ed hanno concorso a determinare i successi di audience del Gruppo. Tali diritti sono stati acquistati a prezzi di mercato e da operatori del settore, conosciuti sul mercato ed accreditati presso le varie rassegne internazionali¿.
Insomma, l¿azienda ritiene di aver operato in un contesto di concorrenza vera sotto il profilo degli acquisti e delle audience collegate agli stessi. E tutto questo è assolutamente dimostrato.
Oggi si apprende anche che è stata archiviata, per prescrizione, una delle inchieste per falso in bilancio e appropriazione indebita, relativa alla Fininvest. Erano indagati, oltre a Silvio Berlusconi e al fratello Paolo, dirigenti o ex dirigenti tra i quali Fedele Confalonieri. Nelle indagini, che erano una costola di quella sul falso in bilancio sul consolidato Fininvest, era stato anche ipotizzato per una sola persona il reato di ricettazione. I fatti risalgono agli anni compresi tra il 1988 e il 1992.
Fininvest ha archiviato proprio ieri i primi sei mesi del 2004 con un risultato pretasse a quota 410 milioni di euro, in salita del 90% rispetto ai 216 milioni del primo semestre del 2003. Il risultato è stato ottenuto anche grazie a minori ammortamenti, per 58 milioni.
Intanto arriva oggi la conferma della delibera dell¿Autorità Garante delle Comunicazioni per quanto riguarda i minispot durante gli eventi sportivi.
Come Key4biz.it aveva già anticipato lo scorso 11 ottobre, l¿Agcom ha deciso che nelle partite di calcio, d”ora in avanti, Rai e Mediaset potranno trasmettere spot solo nell”intervallo tra il primo e il secondo tempo e nelle pause che portano ad un recupero del tempo di gioco.
Nella trasmissione di eventi sportivi gli spot possono essere inseriti “solamente negli intervalli previsti dal regolamento ufficiale della competizione in corso o nelle sue pause suscettibili di essere aggiunte alla durata regolamentare del tempo di gioco, sempre che l”inserimento del messaggio non interrompa l”azione sportiva”, si legge nella delibera.
In ogni caso le interruzioni pubblicitarie non debbono compromettere “l”integrità e il valore della trasmissione“.
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