Europa
Cosa farà adesso PeopleSoft?
Questa è la domanda di tutti all¿indomani dell¿OK del Commissario Ue alla Concorrenza Mario Monti, alla fusione del produttore di software per le aziende con il suo principale concorrente, Oracle.
Rimosso anche l¿ultimo ostacolo all¿operazione, che andava avanti da troppi mesi ormai, quale decisione prenderanno i vertici del Gruppo?
Il via libera di Bruxelles, segue quello già ottenuto a settembre da un giudice americano del Tribunale di San Farcisco, contro il parere del Dipartimento di giustizia, piuttosto sfavorevole alla fusione tra i due Gruppi.
La Commissione ha ripreso la propria indagine il 7 ottobre scorso, dopo averla sospesa in aprile, proprio a seguito della decisione del giudice di San Francisco.
Anche la Commissione Ue si era espressa inizialmente contro questa operazione, che in ogni caso riduce la concorrenza sul mercato dei software. Ma evidentemente le argomentazioni raccolte non erano abbastanza forti da giustificare un rifiuto alla fusione. Sicuramente ha pesato considerevolmente il timore della Commissione di uscire sconfitta da un eventuale ricorso davanti alla Corte di Lussemburgo, come è accaduto spesso negli ultimi anni, si pensi alle fusioni Schneider Electric – Legrand e Tetra Laval – Sidel.
¿Dopo un¿indagine approfondita, la Commissione è pervenuta alla conclusione che non esistono prove sufficienti per far ritenere che l¿operazione danneggi la concorrenza¿, ha riportato una nota degli uffici del Commissario Monti.
Aggiungendo ¿Anche se il progetto di fusione porta da tre a due il numero dei grandi operatori, la società tedesca SAP rimane il player più importante nel settore e sul mercato in questione¿, per cui ¿i mercati restano concorrenziali¿.
L”esecutivo europeo non ha fissato alcuna condizione all¿operazione, come ha precisato Reijo Kemppinen, uno dei portavoce della Ue.
Adesso Oracle e PeopleSoft dovranno definire i termini dell¿accordo. E la cosa non si prospetta per niente facile. Da quando Oracle ha lanciato la propria Opa ostile, un anno fa ormai, PeopleSoft ha fatto l¿impossibile per resistere all¿assalto del competitor, anche se alcuni osservatori ritengono che negli tempi si sia ammorbidita.
Gli amministratori di PeopleSoft hanno destituito da qualche settimana il principale oppositore all¿Opa ostile, Craig Conway, ex CEO (Chief Executive Officier) della società e nemico agguerrito di Larry Ellison, patron di Oracle.
Adesso la nuova situazione permetterebbe di discutere più pacatamente le condizioni di un¿eventuale acquisizione.
Oracle dovrebbe però sbarazzarsi di un altro ostacolo, il contratto di garanzia poison pill che PeopleSoft ha stabilito con i propri clienti, al fine di complicare eventuali acquisizioni.
Oracle ha già fatto ricorso contro questa procedura davanti alla Corte del Delaware, ma non è stato ancora deciso nulla.
L¿Opa ostile, che scadrà il prossimo 5 novembre, è di 7,7 miliardi di dollari, 21 dollari per azione.
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