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Le chat room sono tra i più gettonati servizi Internet e sono sempre più frequentate soprattutto dai giovanissimi.
Questi luoghi di incontri virtuali sono però al centro di forti polemiche e già lo scorso anno, la Microsoft ha deciso di chiudere il servizio di chat del portale MSN, a causa del numero sempre maggiore di messaggi di natura pornografica e pedofila.
Secondo diverse autorevoli ricerche, molti adolescenti entrano in contatto, attraverso le chat, con materiale pornografico o con adulti che intraprendono discorsi su tematiche sessuali.
Per porre un ulteriore freno alla pericolosa tendenza, sono scesi in campo anche altri due big di Internet: VeriSign e America Online hanno infatti annunciato l¿intenzione di mettere in commercio da dicembre dei software per rendere le chat room più sicure.
Grazie a questo tool, le chat room potranno usare una tecnologia di autenticazione ¿ definita two-factor – che verificherà l¿età dell¿utente e permetterà un log in sicuro oltre a diverse applicazioni che verranno integrate negli standard di Aol.
Il software è stato progettato per offrire un¿unica piattaforma per la fornitura e la gestione delle credenziali di autenticazione, incluse le smart card.
Le due società hanno fatto sapere di essere al lavoro insieme per diffondere la tecnologia nelle scuole e nei forum frequentati da famiglie e giovanissimi.
VeriSign e Aol stanno inoltre collaborando con l¿associazione non-profit i-SAFE, nata per ¿educare¿ gli studenti a una navigazione sicura.
¿Aol, è sempre stato leader nella protezione dei bambini e delle famiglie che navigano in Rete¿, dice David Gang, executive vice president di AOL Products.
¿La nostra partnership con VeriSign e con i-SAFE, che ha dato prova della funzionalità della nostra soluzione, renderà ancora più sicure le nostre comunicazioni e farà in modo che i dati dei nostri clienti non possano cadere nelle mani di hacker e malintenzionati¿.
Il problema della sicurezza di questi luoghi virtuali sempre più frequentati è comunque lontano dall¿essere risolto, nonostante le diverse iniziative messe in atto dall¿industria e dalle autorità.
Il motore di ricerca Google, ad esempio, ha sviluppato il filtro SafeSearch, che permette di bloccare la navigazione in siti per adulti. Ma i risultati non sono stati proprio eccellenti.
Diversi governi, da quello britannico a quello australiano, hanno invece pensato di risolvere il problema ricorrendo a un monitoraggio costante delle chat room da parte delle forze di polizia.
Ma niente, al momento, sembra essere riuscito a fermare l¿avanzata dei malintenzionati, che navigano la Rete per adescare nuove prede.
Forse ha esagerato Microsoft, definendole ¿territorio di caccia¿ dei gestori di siti equivoci, in gara per procacciarsi clienti, ma sarebbe anche sbagliato sottovalutare il problema.
Sicuramente sarebbe buona abitudine non lasciare mai i bambini da soli a navigare in Internet, o almeno insegnare loro che non sempre ci si deve fidare dei nuovi amici incontrati in chat.
Ma spesso i genitori scambiano la Rete per una baby sitter, così come avveniva in passato con la TV, e i risultati sono spesso drammatici.
Secondo i dati forniti dall¿associazione Stop-it, l¿Interpol, per esempio, dispone (i dati risalgono al 2003) di circa 20.000 immagini, transitate su Internet, di singoli bambini vittime di abuso sessuale.
Per ulteriori approfondimenti, leggi:
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