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Nuova crociata per Eliot Spitzer. Questa volta nel mirino del procuratore di New York sono finite le case discografiche.
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, gli uffici del procuratore hanno cominciato a richiedere informazioni e documenti ad alcuni dei grandi nomi del mercato del disco in relazione a come si assicurino il passaggio sulle frequenze radiofoniche dei dischi da loro prodotti.
Quatto major discografiche – Universal Music, SonyBMG, EMI e Warner Music – hanno già ricevuto richiesta delle copie dei contratti o di altro materiale interessante per stabilire gli accordi con le emittenti radiofoniche. Si starebbe in realtà indagando sulla possibilità che le major paghino le radio per assicurarsi che le canzoni da loro prodotte siano infilate nelle play list. Si tratta di una pratica illegale, a meno che le radio non dicano che il passaggio di quel brano è stato pagato dalla casa discografica.
E¿ una realtà già abbastanza nota nel settore. Nel corso degli ultimi anni, si è, infatti, diffusa la figura del promotore indipendente. Molte radio trattano con le case discografiche solo attraverso questi intermediari che tuttavia devono pagare laute somme – che possono andare da 20.000 dollari per le piccole città a 300.000 per i grandi mercati metropolitani – per poter mantenere questa funzione di interfaccia.
Il sospetto di Spitzer è che questa pratica serva semplicemente alle case discografiche per aggirare la normativa sulla payola, e dunque che sia in sostanza illecita. Le radio sono tenute a dichiarare pubblicamente se hanno ricevuto un pagamento da una casa discografica per promuovere una determinata canzone. Non sono invece tenuto a farlo se la somma pagata dal promotore costituisce invece una specie di membership al club delle radio.
Le figure degli intermediari sono diventate molto frequenti tra gli ¿80 e ¿90. ma nel 2002, il sindacato che raggruppa le grandi major discografiche ha chiesto al governo americano di rafforzare le norme contro queste pratiche.
Alcune radio, dalla loro, avevano assicurato che non avrebbero più concluso accordi con questi intermediari.
Ma si sa, le cattive abitudini sono dure a morire, e per alcuni generi di musica, specie il rap, si continua ancora con queste pratiche.
EMI ha immediatamente fatto sapere di essere disponibile a collaborare all¿indagine. In un comunicato, la major ha confermato di aver ricevuto un¿ingiunzione da parte del procuratore di New York, e ha anche dichiarato di aver sempre combattuto contro queste pratiche illegali di promozione sulle stazioni radiofoniche.
Il procuratore Eliot Spitzer sembra voler andare fino in fondo alla questione e svelare se ci sia del marcio nei rapporti tra le case discografiche e le emittenti radio. La questione è complessa e spinosa, sicuramente farà parlare tanto.
A smuovere le acque ancora una volta il procuratore di New York che, dopo le indagini sulle banche d¿affari, i fondi di investimenti, i trader, questa volta vuole colpire il cuore delle industrie discografiche.
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