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Google, il più popolare dei motori di ricerca sul web, pubblicherà domani i primi risultati finanziari della sua storia, dopo la quotazione in Borsa avvenuta nel mese di agosto.
La creatura di Larry Page e Sergey Brin è però al centro delle cronache per diversi altri avvenimenti, tra cui la liberazione del giornalista australiano rapito in Iraq e le polemiche relative alla violazione della privacy ad opera del Google Desktop Search, il nuovo strumento che va cercare tra le eMail, i documenti Office, i log delle chat e le pagine Web digitate dagli utenti.
Ma andiamo con ordine: la liberazione dell¿ostaggio australiano John Martinkus, il primo ostaggio australiano rapito in Iraq dall”inizio della guerra,
sarebbe avvenuta proprio grazie a Google.
L¿uomo ha raccontato alla Australian Broadcasting Corporation di essere stato rapito da musulmani sunniti, che hanno minacciato di ucciderlo, mentre si trovava davanti un hotel, nei pressi dell”ambasciata australiana a Baghdad.
I sequestratori avrebbero però cambiato idea dopo avere effettuato una ricerca sul web tramite Google e aver verificato che l¿uomo non lavorava per la Cia o per un”impresa americana ma era un giornalista free lance.
Il giornalista è stato rilasciato dopo 24 ore di prigionia.
Una bella notizia, naturalmente, a cui però fanno eco le polemiche suscitate dal nuovo strumento di ricerca lanciato dai due golden boy di Internet.
Si tratta del Google Desktop Search, un tool che debutterà domani in formato beta e permetterà di risalire a tutto quello che gli utenti visionano attraverso il loro Pc.
Il dispositivo infatti registra tutto quanto avviene sulla macchina, dalla posta elettronica alla navigazione su Internet, dai documenti word, excel e power point ai sistemi di messaggeria istantanea.
Niente di male se il computer lo usiamo solo noi, ma se il software, gratuito, venisse installato in un Internet Cafè o in una biblioteca, gli utenti potrebbero involontariamente permettere a chi usa la macchina dopo di ritrovare facilmente le eMail o le conversazioni scambiate in chat, nonché le password digitate e magari i dettagli degli acquisti effettuati, incluso il numero della carta di credito.
Sarebbe, in pratica, come dotare il computer di una macchina fotografica ma, se da un lato si tratta di uno strumento molto utile, spiega il consulente Richard Smith, ¿di contro, è anche un potente congegno di spionaggio¿.
Per questo, la direttrice dei prodotti Web consumer di Google Marissa Mayer, consiglia ai proprietari di Pc utilizzati da più persone, di pensarci due volte prima di installare il dispositivo.
Il nuovo strumento di ricerca, è da dire, è stato annunciato da diversi mesi e verrà proposto anche dalla concorrenza: la Microsoft, ad esempio, ha anticipato un dispositivo simile su Longhorn, che dovrebbe arrivare sul mercato nel 2006, mentre la Apple lancerà ¿Spotlight¿ su Tiger già dal 2005.
Le polemiche, dunque, possono tranquillamente estendersi a tutta l¿industria. O Google, recependo la diffidenza dei detrattori proverà a metterci una pezza?
È tutto da vedere.
Intanto, però, la società incassa una nuova vittoria sulla concorrente Yahoo, appena scaricata da Aol Europe a vantaggio proprio di Google.
La filiale europea del colosso americano Time Warner ha infatti appena annunciato che anche le ricerche sponsorizzate sul suo sito non verranno più effettuate tramite Overture (di proprietà di Yahoo) ma via Google, così come avviene negli Usa già dal 2002.
A dire il vero, Overture è stato pioniere della ricerca sponsorizzata, nota anche come ¿pay-per-click¿: con questo modello pubblicitario le aziende pagano per comparire in cima alla lista dei risultati quando un utente effettua una ricerca.
Se l¿utente, ad esempio, digita Cuba, ottiene una regolare pagina di risultati con tutti i siti che si occupano dell”isola. Ma a destra della pagina troverà anche delle piccole tabelle di testo, nella quale l”agenzia X proporrà i suoi voli scontati per l”Avana.
L¿investitore pubblicitario paga solo quando un navigatore clicca su uno dei suoi link. (secondo l¿Economist il prezzo medio è di 37 cent per clic).
Come al suo solito, Google ha inglobato questo modello, perfezionandolo fino a diventare leader del mercato. E come dargli torto?
Secondo l¿Interactive Advertising Bureau, infatti, la crescita della domanda di liste di ricerca sponsorizzate da aziende ha spinto il mercato della pubblicità online ad una crescita annuale del 76%.
Come dire: piatto ricco¿
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