Italia
Proseguiamo la pubblicazione degli interventi al Seminario: “Rethinking the european ICT Agenda” tenutosi a Roma il 27 settembre 2004, organizzato da Puntoit e Key4biz.
di Pierfilippo Roggero
Presidente Assinform
Per il terzo anno consecutivo il nostro Paese soffre quanto a investimenti in nuove tecnologie. Lo dicono i dati Assinform (vedi www.assinform.it), relativi al primo semestre del 2004, che ho recentemente presentato a Milano.
Non bisogna farsi illudere dal +1,8% dell”andamento del mercato nei primi sei mesi di quest”anno, in lieve miglioramento rispetto allo stesso periodo del 2003 (allora era +0,6%).
Se guardiamo dentro ai numeri vediamo due cose molto evidenti: l”informatica cala dello 0,5%; gli investimenti in apparati e infrastrutture di TLC decrescono del 3,8%.
Come dire che le aziende italiane continuano a investire molto poco in ICT.
E” una cattiva notizia non solo per il nostro settore, ma per tutta l”economia nazionale. Confermata anche dal recentissimo e autorevole benchmark sulla competitività pubblicato dal World Economic Forum, che pone l”Italia in posizione di grande ritardo, anche per l”uso limitato e poco strategico dell”innovazione da parte delle imprese, pubbliche e private.
Il nostro Paese fa segnare infatti buone performance quanto a utilizzo dei cellulari, diffusione dei PC nelle famiglie e utenza Internet, il cosiddetto “consumer” (i numeri parlano chiaro: i soli servizi di telecomunicazioni valgono oltre 16 miliardi di euro, pari a quasi il 30% dell”intero mercato ICT italiano). Ma mostra gravi ritardi quanto a investimenti da parte delle imprese. E la crisi dell”informatica italiana, che vive per oltre il 95% di affari che vengono dal mondo business, nasce proprio da questo fattore. Fattore che preoccupa ancora di più se pensiamo che gli investimenti in macchinari e attrezzature, nello stesso periodo, crescono del 2,1%.
Gli imprenditori italiani stanno quindi tornando a investire in macchine per la produzione industriale, ma sono molto timidi quanto a investimenti in nuove tecnologie. Eppure, l”esperienza di molte imprese, all”estero come in Italia, dimostra che chi fa un uso intensivo di ICT non solo per l”automazione industriale, ma anche e soprattutto per innovare i processi, riceve grandi benefici quanto a produttività e competitività aziendale.
L¿innovazione, nel suo pieno significato, trova ancora poco spazio nella nostra cultura imprenditoriale.
È diventato di moda evocarla negli ultimi anni, ma solo a parole.
Oppure è stata confusa con la parola ricerca. Termine di rilevanza fondamentale, messa al centro anche della giornata di Confindustria, tenutasi a settembre a Roma. Ma che restringe il campo alla sola innovazione di prodotto. Ben diversa dall”innovazione di processo, di organizzazione e di business di cui dovrebbe essere impregnato il nostro sistema delle imprese, e che si impernia proprio sulle tecnologie ICT. Entrambe le parole sottendono una necessità per le nostre imprese, che è quella di investire sul proprio futuro.
L”innovazione nei processi aziendali è e deve essere complementare a quella di prodotto. Per sua natura. E perché, per molte piccole e medie imprese italiane, può essere – una volta che se ne creino le condizioni – l¿elemento di rilancio e di sviluppo, capace di generare ritorni a livello di sistema, già nel breve-medio termine.
L”imminente Giornata per l¿innovazione, promossa da Confindustria e prevista a Parma il 16 novembre, può essere l”occasione giusta per mettere al centro del dibattito politico ed economico questo tema. Sottolineando gli aspetti di cui dicevo poc”anzi.
Devo infatti constatare di aver trovato, nei numerosi colloqui e incontri avuti in questi mesi, con autorevoli interlocutori politici, istituzionali e imprenditoriali, un”ancora limitata sensibilità su questo tema. Come se non se ne cogliesse tutta la valenza strategica. Come se gli ormai innumerevoli esempi non solo aziendali, ma anche di sistema – pensiamo agli USA, alla Spagna, alla Gran Bretagna, a molti Paesi del Far East – non avessero evidenziato la correlazione stretta tra investimenti ICT e andamenti economici/efficienza di sistema. E purtroppo tale scarsa attenzione è figlia anche e soprattutto di una guida e di una leadership ancora poco sensibile a questi temi, sia a livello di Governo Centrale, che di Governi Locali. Con responsabilità significative anche negli organi di governance delle cosiddette parti sociali, tradizionalmente non attente al tema dell”innovazione.
Un cambiamento di rotta è possibile solo se si uniscono le forze delle diverse parti in campo. La Giornata per l”innovazione di metà novembre a Parma va certamente in questa direzione.
Sarebbe altresì di grande importanza per il rilancio del comparto, che il Collegato alla Finanziaria, dedicato alla competitività delle imprese, previsto uscire nelle prossime settimane, contenesse uno o più provvedimenti a favore degli investimenti in innovazione da parte delle aziende italiane. Con l”auspicio che esso sia l¿inizio di una prassi agile e semplice per indurre le aziende italiane a fare innovazione, al proprio interno e nel loro sistema d¿interazione, secondo la logica dei distretti industriali digitali.
E” impegno mio e dell”Associazione che un simile provvedimento entri nel Collegato sulla competitività.
Da ultimo una parola per il settore che Assinform rappresenta, quello dell”ICT. Comparto in crisi, come evidenziano anche i recenti dati sugli addetti e sulle imprese. Noi stiamo facendo quanto è possibile per tutelare gli interessi di chi vi opera. Ma anche le stesse aziende del settore devono cercare un nuovo dialogo con la domanda, facendo la loro parte per fare percepire meglio e subito tutto il valore delle tecnologie ICT e dell¿innovazione.
© 2004 Key4biz.it
Per ulteriori approfondimenti, leggi:
Carlos Venti (Telecom Italia). L¿ICT al servizio della nuova Europa: competere globalmente, attrarre investimenti, interpretare la nuova domanda di innovazione
Chiariglione (Digital Media Project). Realizzare ciò che tutti dicono di volere: Any content – any time ¿ anywhere – any platform
Lanzillotta (Margherita): Centralizzare le strategie per l¿innovazione del sistema-Paese, vincere le resistenze al nuovo e orientare in modo coerente le risorse per le ICT
Carrelli (Eurescom): ´Ricerca e Sviluppo´ e Cooperazione, due fattori essenziali per lo sviluppo dell¿ICT
Cesare Avenia: Conoscenza, qualità della vita, sicurezza, per dare valore alle ICT e rilanciare una leadership europea
Daniel Kraus: ICT come motore della competitività e dello sviluppo sociale europeo
Bruno Lamborghini: Rilanciare l¿Europa dell¿ICT, il suo sistema industriale, il suo mercato
Sandro Frova: Chi ha detto che la regolazione è incompatibile con investimenti ed innovazione?
Roberto Schisano: ICT e Piccole e Medie imprese: una dorsale di nuovo sviluppo per il Sistema-Paese
Luigi De Vecchis: Rilanciare l¿agenda di Lisbona e ripensare il ruolo europeo delle ICT
Corrado Sciolla: Rilanciare la liberalizzazione: dare mercato ai nuovi servizi e incentivi alle reti, stimolare la domanda
Oscar Cicchetti: Any content, any time, anywhere, any platform. Il futuro più promettente? Applicazioni e contenuti sul mobile
Lorenzo Cesa alla Reding: Tlc, serve una politica per favorire gli investimenti
Rethinking the european ICT Agenda: Si apre anche in Italia il dibattito sul futuro dell¿ICT europeo
Il Commissario europeo Viviane Reding: Innovazione, inclusione e creatività per costruire la Società dell¿Informazione
Documenti Ue: Fonti sullo sviluppo dell”Ict europeo
Rethinking the European ICT Agenda: il Rapporto della Presidenza olandese della UE(di PriceWaterhouseCooper)
Microsoft White Paper: Supporting the Lisbon 2010 goals – Autumn 2004