Italia
Si sono conclusi gli atelier dedicati alla rivoluzione del digitale terrestre nel mondo dell¿audiovisivo, organizzati all¿interno di Eurovisioni, XVIII Festival internazionale del cinema e della televisione, che si è appena chiuso a Roma.
Il dato più significativo emerso dagli incontri, è il primato dell¿Italia nello sviluppo e nella diffusione dei decoder interattivi per la transizione al digitale terrestre, prevista per la fine del 2006.
¿In 8 mesi ne sono stati venduti 530mila, con un tasso di crescita molto forte che ha superato quello dell¿Inghilterra¿ ha spiegato Andrea Ambrogetti di Mediaset, nonché membro del Cda del DGTVi, ovvero l¿associazione che promuove in Italia lo sviluppo della Tv digitale terrestre e che raggruppa tutte le Tv pubbliche e private operanti su frequenze di terra.
Durante il convegno dedicato alla situazione italiana dal titolo ¿Uno, nessuno e centomila: tv digitale e identità locali¿ svoltosi a Palazzo Marini e coordinato da Carlo Sartori, presidente del DGTVi, è stata sottolienata l¿unicità del modello italiano, tema che sarà ripreso e dibattuto a Venezia, il 26 e 27 novembre, con i Ministri della Comunità Europea all¿interno di un convegno organizzato dal DGTVi.
¿I dati attuali di crescita del digitale terrestre in Italia sono impressionanti ¿ ha detto Mario Frullone, Direttore Ricerche della Fondazione Ugo Bordoni ¿ ma dobbiamo essere attenti a sfruttarli con intelligenza e a non perdere l¿occasione come è successo con l¿avvento del colore¿.
Gli ha fatto ecoGianni Celata, docente di Economia dell¿Informazione e della Comunicazione all¿Università La Sapienza: ¿Farsi sfuggire questa opportunità sarebbe uno spreco. Per creare una base solida, ritengo giusto che intorno al DGTVi andrebbe riunito un parterre di imprese industriali del settore e produttori di contenuto¿.
Ampio spazio è stato dato anche alle problematiche delle televisioni locali.
¿Con l¿integrazione e la convergenza al digitale terrestre perdono significato i concetti di palinsesto e canale; essi vengono destrutturati ¿ ha spiegato Andrea Melodia del Coordinamento Sedi Regionali dellaRai ¿ Anche il rapporto con gli eventi locali cambia radicalmente. Gli avvenimenti sono sotto casa e la tv digitale vi darà accesso¿.
Per Filippo Rebecchini, presidente FRT, ¿il principale problema che le Tv locali devono affrontare è la trasformazione degli impianti dall¿analogico al digitale perché molto costosa, se pur sostenuta da contributi. Altri limiti possono essere i modelli di business sconosciuti da fronteggiare e un nuovo posizionamento dei canali sul telecomando che fa perdere il lavoro di avviamento portato avanti negli anni precedenti. Sarà dura¿.
Simone Cremonini, Responsabile Sviluppo di Telecom Italia Media, ha sottolineato il vantaggio offerto dal digitale ¿di poter offrire servizi interattivi a un pubblico più ampio (dal telegramma all¿accesso a una chat), ovvero a tutti quelli che posseggono un televisore¿. ¿La competitività nel settore però – ha concluso – va ricercata nei contenuti¿.
Parte della rivoluzione digitale, infatti, è stato ribadito più volte in questi giorni, risiede proprio nell¿offerta di contenuti per tutti. ¿I contenuti fanno da padrone in questo nuovo contesto ¿ ha detto Andrea Ambrogetti ¿ e ci sarà un rafforzamento di quello generalisti che oggi la PayTv tralascia favorendo quelli per le nicchie¿.
Nel primo atelier, ¿Il digitale: dilagare della pirateria o nuova opportunità per la produzione?¿, si è parlato dell¿uso delle nuove tecnologie digitali e dell¿impatto sempre maggiore che queste stanno avendo sull¿audiovisivo, in particolare per quanto riguarda la produzione e la distribuzione di opere audiovisive.
Nell¿atelier si è partiti da una posizione comune: la pirateria, in tutte le sue forme, deve essere combattuta, tenuto conto degli effetti devastanti sul finanziamento delle industrie culturali e sulla remunerazione degli autori.
Bisogna tuttavia fare una distinzione tra criminalità organizzata e la pirateria dell¿utente privato sulle piattaforme peer-to-peer.
Proprio questi ultimi devono essere informati, attraverso campagne mirate, dei rischi a cui vanno incontro con una simile condotta. Bisogna inoltre incoraggiare il downloading legale attraverso le piattaforme che rispettano le leggi in materia di diritto d¿autore, sulla scia del successo dell¿iTunes Music Store diApple.
Per quanto riguarda l¿impatto del digitale sulla produzione, l¿atelier ha constatato che l¿industria cinematografica ha già integrato i nuovi mezzi forniti da questa tecnologia nell¿ambito dei processi produttivi.
Dal lato della distribuzione, l¿atelier ha evidenziato le grosse potenzialità offerte dal digitale. La distribuzione online permetterà a breve di arrivare al maggior numero di consumatori di tutto il pianeta.
L¿atelier ha concluso evidenziando la necessità di favorire i siti di offerte legali di musica, video e cinema, evitando però la concentrazione nelle mani di pochi eletti, che ne gestirebbero a piacimento i prezzi.
Altro importante aspetto, la promozione dell¿interoperabilità dei sistemi di diffusione delle opere, al fine di evitare l¿emarginazione dei siti indipendenti a vantaggio delle multinazionali.
I prezzi, poi, dovranno essere competitivi, nel rispetto delle leggi di mercato e delle esigenze degli utenti.
Nel secondo atelier si è discusso de ¿La nuova tele(com)visione: quali opportunità e quali pericoli¿, centrando l¿attenzione su due punti: l¿accessibilità e la gestione dei diritti televisivi sulle reti di tele(com)visione; i potenziali mercati, reali o supposti.
Durante i lavori è stato riconosciuta l¿importanza che gli aventi diritto vengano giustamente retribuiti. La legittimità di simili compensi non può essere messa in discussione, anche se nella pratica spesso ci si scontra con degli ostacoli di tipo pratico.
Nel merito dei mercati reali o supposti, l¿atelier ha sottolineato: senza contenuti la sola tecnologia non può creare un mercato; la moltiplicazione dei supporti e dei vettori di diffusione non ha avuto fino a oggi un reale impatto sull¿offerta di contenuti se non per: una certa permeabilità che crea la confusione tra due attività distinte dell¿universo della comunicazione, l¿editoriale e il servizio; una contraddizione, la tendenza a l¿unificazione dell¿offerta parallelamente alla moltiplicazione dei supporti e delle reti di diffusione.
Altro argomento di discussione, l¿inadeguatezza degli attuali modelli economici per gli annunciati sviluppi della tele(com)visione.
La distinzione tra offerte di libero accesso finanziate indirettamente dai telespettatori (pubblicità e/o fondi pubblici) e le offerte a pagamento direttamente finanziate (abbonamento o pay-per-view) non integra l¿approccio dei fornitori di contenuti che intendono privilegiare l¿attività del servizio a svantaggio dell¿attività editoriale, di cui non intendono assumersi responsabilità, in particolare nei confronti degli autori e degli aventi diritto.
La ricerca di nuovi modelli economici non deve iscriversi in un approccio concorrenziale, ma nella complementarietà delle offerte a contenuto editoriale e delle offerte di servizi.
L¿atelier considera che con la svolta del digitale si stabilirà una complementarietà tra offerte a contenuto editoriale e offerte di servizi.
La televisione digitale terrestre sarà il principale vettore di diffusione delle offerte a forte contenuto editoriale destinato al gran pubblico.
I partecipanti hanno evidenziato che i telespettatori saranno più sensibili ai miglioramenti qualitativi.
Gli altri vettori di trasporto e diffusione permetteranno da un lato, di completare la copertura analogica, dall¿altro, di offrire prodotti audiovisivi destinati a un target mirato.
In conclusione, il secondo atelier ha evidenziato che il futuro della tele(com)visione è condizionato dalla capacità dei produttori, degli editori, dei distributori e dei fornitori di accessi a concepire dei prodotti adatti alle offerte online e a quelle destinate ai dispostivi mobili.
Il terzo atelier è stato dedicato a ¿Quale quadro legislativo nazionale ed europeo per la televisione digitale e la convergenza?¿.
L¿argomento non è nuovo, ma il mutato scenario rende il quesito quanto mai attuale.
Si pone nel momento in cui il Parlamento europeo è chiamato a esaminare la proposta della Commissione sull¿avvenire del programma Media Plus, e decidere quindi gli obiettivi di questo programma. Bisognerà considerare anche il passaggio al digitale?
Diversi partecipanti all¿atelier hanno citato la conferenza di Birmingham, organizzata sei anni fa dalla Ue, sulla regolazione dei contenuti audiovisivi nell¿era del digitale.
La conferenza aveva aperto un animato dibattito tra chi pensava, come il commissario Martin Bangemann, che lo sviluppo della tecnologia digitale avrebbe determinato una moltiplicazione degli operatori, quindi una concorrenza assai viva, che rendeva inutile il mantenimento di un quadro regolamentare come quello della direttiva ¿Television sans frontieres¿; e chi era dell¿avviso che questa concorrenza non avrebbe assicurato lo sviluppo della creazione e della diversità di contenuti. Da qui la necessità di estendere il quadro regolamentare ai nuovi servizi.
La conferenza si era chiuso con il mantenimento dello status quo.
Sei anni dopo, l¿evoluzione del settore delle comunicazioni ha dato torto al commissario Bangemann.
Oggi assistiamo a un movimento generale di concentrazione orizzontale e di integrazione verticale nelle industrie del digitale, movimento che ingloba anche la produzione di contenuti e l¿offerta di servizi.
Situazione che, per i partecipanti rende necessario un quadro regolamentare ad hoc, che stabilisca le condizioni della concorrenza, ma che tenga conto delle diverse identità culturali e dell¿esercizio di valori democratici, del rispetto del pluralismo dell¿informazione, delle persone e dei bambini.
Un quadro legislativo che, davanti al rapido evolversi delle tecnologie, sia realizzato in modo progressivo e pratico.
Assumono un ruolo di particolare importanza le Autorità nazionali ed europee nel fornire un certo numero di guidelines sul rispetto del pluralismo dei contenuti e delle diversità culturali.
I membri dell¿atelier hanno considerato che il raggruppamento nel seno di una stessa direzione dell¿audiovisivo e dei servizi della Società dell¿Informazione, sotto l¿autorità di Viviane Reding, è un segnale positivo ed evidenzia l¿intenzione della Commissione ad andare in questo senso dando alla nuova Direzione Generale, così istituita, il mezzo di assicurare il coordinamento dell¿insieme dei settori interessati.
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Per ulteriori approfondimenti, consulta:
Archivio delle news sulla Tv digitale terrestre
Contenus sur Internet: éviter les contresens – Colloque Antipiraterie, Cannes, 11 Mai 2004 – Nicolas Curien – Conservatoire National des Arts et Métiers
L¿Impact du Piratage sur l¿Industrie Audiovisuelle – André Lange- Responsable du Département Information sur les marchés et les financements – Observatoire européen de l¿audiovisuel
Berlin Declaration on Collectively Managed Online Rights: Compensation without Control
The Tyranny of Copyright? – Robert S. Boynton – The New York Times
Traccia intervento ad Eurovisioni di Paolo Zeccara – Proxima
Slash and burn: redefining the value equation for music – James Roberts and Julian Dickens
Half of Europe will have DTV in 2009 ¿ Inside Digital Tv, 26 maggio 2004
Stime Mediaset sulle attuali vendite dei decoder interattivi