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Non sono passati ancora due mesi da quando la Microsoft ha dotato gli utenti di Internet Explorer di uno strumento in grado di bloccare le pop-up, quelle finestre pubblicitarie che si originano dalla pagina web che stiamo visitando.
Le società di advertising, però, continuano a studiare escamotage per aggirare i blocker, scaricabili dalle toolbar di Google, Yahoo, MSN e altri, e disponibili anche per il browser Firefox di Mozilla.
E così le terribili finestrelle continuano ad aprirsi indisturbate, e le aziende pubblicitarie a ignorare il fastidio degli utenti verso questa forma di advertising, confermato da diversi studi e sondaggi.
¿Le pop-up stanno facendo una sorta di gioco del gatto col topo¿, spiega il portavoce della Mozilla Foundation, ¿Noi continuiamo a migliorare i nostri strumenti di blocco, mentre gli sviluppatori di contenuti continuano a moltiplicare gli stratagemmi per aggirarli¿.
E i topolini continuano a guadagnare punti, dal momento che il record di pop up è sì sceso, ma non così drasticamente come ci si sarebbe aspettato dopo l¿arrivo del Service Pack 2 (SP2) della Microsoft e delle altre soluzioni per bloccarli.
Secondo la società di ricerca Nielsen/NetRatings, le pop-up e le pop-under a settembre hanno rappresentato il 6% della pubblicità in Rete, più o meno la stessa percentuale dello scorso anno.
La lieve contrazione del mercato è stata una manna soprattutto per le società di distribuzione pubblicitaria piccole e medie che hanno aumentato i prezzi del servizio fino anche al 30% a causa dell¿avvento dei blocca pop-up, che hanno inciso sulla ripartizione degli spazi pubblicitari.
Oltre all¿aumento dei costi, però, chi promuove le pop-up non ha registrato nessun altro cambiamento di rilievo, se non in positivo.
Le performance delle finestrelle pubblicitarie starebbero infatti migliorando, nonostante circa il 60% degli utenti stia attualmente utilizzando i sistemi di blocco.
¿La tendenza, spiega Chris Berman di Dedicated LA, non è solo verso una limitazione di distribuzione, ma soprattutto verso un miglioramento delle performance¿.
Le pop-up hanno ricoperto un ruolo molto controverso nel mondo della pubblicità in Rete sin dallo scoppio della bolla speculativa, da quando, cioè, esse hanno fatto la loro comparsa.
In quel periodo, i pubblicitari cercavano affannosamente nuove forme di profitto e di avvicinamento al pubblico.
La protesta degli internauti infatti non si è fatta attendere e gli advertiser hanno allora acconsentito a introdurre pop-up meno intrusive, che non ostacolassero la navigazione limitando la visione delle pagine web da cui si originavano.
Allo stesso tempo, i maggiori Isp, da Aol a Yahoo e MSN, hanno subito rivisto le loro politiche in fatto di pop-up e nell¿ultimo anno, molti di loro hanno smesso di vendere sia pop-up che pop-under.
Questi ripensamenti, tuttavia, non hanno scoraggiato i cosiddetti ¿direct marketers¿ convinti dell¿efficacia dello strumento, capace di generare profitti 10 volte superiori a quelli dei banner.
Molti osservatori considerano questo perseverare un vero e proprio abuso anche perché molti si stanno servendo ultimamente, di strumenti come gli spyware e gli adware per continuare a inondare il web di queste pubblicità.
Un¿altra fonte primaria di pop-up sono le cosiddette ¿desktop applications¿ che non sono condizionate dall¿uso di un sistema di blocco.
Produttori di software come Claria e WhenU, continuano a inondare gli utenti con 10 ¿ 20 pop browser al giorno e la domanda di desktop software non avrebbe mai conosciuto cali.
Mentre però alcune imperterrite agenzie pubblicitarie continuano a fregarsene e a cercare nuovi metodi per aggirare i blocchi, altre starebbero cercando nuovi approcci e sviluppando nuovi formati per la loro pubblicità sul web.
Roy de Souza, CEO di Zedo, ha dichiarato che la sua compagnia ha creato il cosiddetto intromercial, che si comporta un po¿ come le pop-up ma non genera una nuova finestra.
Quando un visitatore richiede una pagina web, l¿intromercial appare prima del contenuto richiesto per una decina di secondi. ¿E¿ la più popolare alternativa alle pop-up attualmente in circolazione¿, dice de Souza ed è già stata adottata da Fox News w ESPN.
La Falk eSolutions, che vende tecnologie per la distribuzione pubblicitaria in Rete, ha creato invece il “guaranteed pop”, un software che, quando incontra un blocco, distribuisce ugualmente la cosiddetta pubblicità galleggiante o rich-media.
Insomma, in un modo o nell¿altro, le pop up sono tutt¿altro che scomparse e c¿è da scommetterci che a lungo andare si prenderanno una bella rivincita contro chi credeva di averle sconfitte.
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