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Occhi puntati su Telecom Italia Media per il possibile delisting, nonostante il Gruppo abbia smentito le indiscrezioni che circolano sui mercati finanziari.
Ma dopo l¿operazione che ha spinto i due grossi operatori europei di Tlc, France Télécom (vedi scheda) e Deutsche Telekom, a rilevare le azioni di minoranza dei loro Isp, rispettivamente Wanadoo e T-Online, pare che ci sia la tendenza a riportare il controllo sulle divisioni Internet.
Secondo gli analisti di Caboto, riportate da Minano finanza, “¿a questo punto stessa sorte potrebbe toccare a TI Media, operazione che noi riteniamo da tempo altamente probabile¿.
Anche se, Telecom Italia non sembra avere l¿esigenza imminente degli altri incumbent e i tempi potrebbero essere più lunghi.
Mf ritiene, infatti, che per quanto riguarda l¿operatore tlc tedesco, l”operazione è dettata dalla volontà di portare avanti la strategia broadband, ¿puntando sul triple player attraverso un”unica entità al fine di poterla sviluppare in maniera più semplice ed efficace¿.
Gli analisti di Caboto diversamente spiegano che “Telecom Italia ha preferito concentrare al proprio interno l”offerta broadband, Alice, lasciando di fatto in TI Media essenzialmente la parte narrowband”.
¿Nel broadband hanno una loro piccola offerta, ma la maggior parte del business è nella rivendita di Alice, per cui si trova già in una situazione più facile per la gestione di un”eventuale offerta triple player“.
Tale aspetto comunque, a detta del broker, non influenza la validità di una simile operazione, ma solo i tempi.
Nel caso di Telecom Italia Media sarà poi interessante seguire l”aumento di capitale da 120 milioni di euro.
Lo scorso 6 settembre, il Consiglio di amministrazione di TI Media, riunito sotto la presidenza di Riccardo Perissich ha stabilito i termini dell¿aumento del capitale sociale, per complessivi circa 120 milioni di euro, deliberato dall¿Assemblea Straordinaria del 10 settembre 2004.
Tenuto conto dell¿andamento recente del titolo in Borsa, il Cda ha fissato il prezzo di sottoscrizione delle azioni di nuova emissione, rispettivamente, in:0,21 euro per ciascuna nuova azione ordinaria (di cui 0,18 euro a titolo di sovrapprezzo); 0,17 euro per ciascuna nuova azione di risparmio (di cui 0,14 euro a titolo di sovrapprezzo).
Il Consiglio ha quindi stabilito l¿emissione di 564.333.957 azioni ordinarie e di 9.462.662 azioni di risparmio, da offrire in opzione, rispettivamente, agli azionisti ordinari e di risparmio sulla base di un rapporto di sottoscrizione, identico per le due categorie di azioni, pari a 11 nuove azioni ordinarie e/o di risparmio ogni 60 azioni della stessa categoria possedute.
Come spiega l¿azienda in un comunicato, ¿l¿aumento di capitale equivale, pertanto, al 15,49% del capitale sociale quale risulterà all¿esito dell¿operazione. Le azioni ordinarie e di risparmio di nuova emissione avranno godimento regolare e attribuiranno ai loro possessori pari diritti rispetto alle azioni già emesse dalla società¿.
I diritti di opzione potranno essere esercitati, a pena di decadenza, dall¿11 ottobre 2004 al 29 ottobre 2004 compresi. I diritti saranno negoziabili in Borsa dall¿11 al 22 ottobre 2004 compresi.
I diritti di opzione non esercitati entro il 29 ottobre saranno offerti in Borsa dalla Società ai sensi dell¿art. 2441, terzo comma, del codice civile.
Telecom Italia ha assicurato l¿integrale sottoscrizione della parte di aumento di capitale di propria spettanza, nonché delle azioni che dovessero risultare inoptate all¿esito dell¿offerta dei diritti in Borsa.
L”aumento del capitale sociale, come già comunicato, rientra nelle operazioni connesse con la positiva risoluzione del contenzioso con il Gruppo De Agostini.
Per gli esperti di Caboto, nel caso di totale sottoscrizione dell”inoptato da parte di Telecom Italia, la quota posseduta salirebbe da 61% a 67% facilitando così le decisioni assembleari.
“Su TI Media la nostra valutazione rimane a 0,32 euro per azione, pre aumento di capitale, di cui 0,26 euro per il core business e 0,06 euro quale M&A premium“, valutano sempre alla banca d¿affari milanese.
¿L”ipotesi di delisting rimane probabile, soprattutto a seguito dell”aumento di capitale“.
In più, secondo quanto riporta Milano finanza, ¿¿dopo l”approvazione della legge Gasparri, lo scenario sul settore dei media è atteso in evoluzione con un processo di convergenza reciproca fra publishers, Radio e Brodcasters sia a livello locale sia nazionale¿.
“Quindi è chiaro che asset come La7 con il 2,2% di audience e 120 milioni di euro di raccolta pubblicitaria vanno valutati non solo in un”ottica fondamentale, ma anche da un punto di vista di M&A premium“, concludono gli analisti di Caboto. “Idem per Buffetti, la presenza capillare sul territorio di negozi rappresenta un asset facilmente integrabile con i diversi modelli di business“.
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Per ulteriori approfondimenti, leggi:
TI Media: il Cda delibera l´aumento del capitale sociale. Smentite le voci di delisting