Italia
Proseguiamo la pubblicazione degli interventi al Seminario: “Rethinking the european ICT Agenda” tenutosi a Roma il 27 settembre 2004, organizzato da Puntoit e Key4biz.
di Cesare Avenia
Amministratore Delegato
Ericsson Telecomunicazioni Spa
Lo scenario europeo dell’ICT all’indomani degli obiettivi di Lisbona
Secondo le indicazioni del Consiglio Europeo di Lisbona del 2000, l’obiettivo centrale per l’Europa è quello di divenire, entro il 2010, “l’economia più competitiva al mondo, basata sulla conoscenza, capace di una crescita economica sostenibile, con più posti di lavoro e migliori ed una maggiore coesione sociale“.
Per dare attuazione all’agenda di Lisbona, l’Unione europea si è impegnata in una serie di azioni e di iniziative, ma lo scenario in cui si collocano gli interventi e gli indirizzi è in rapido mutamento ed è caratterizzato da un complesso ed accelerato processo di globalizzazione che ha accentuato la debole posizione dell’economia europea nel quadro dell’economia mondiale.
La globalizzazione, con la rapida diffusione ed il rapido accesso alla conoscenza prodotta, a costi fortemente ridotti rispetto al passato, ha anche investito lo stesso sistema di sviluppo europeo. Quest¿ultimo si trova ora a confrontarsi con un sistema globale, che quindi richiede, per continuare a competere con successo, rapidi adattamenti nelle strategie, nella dimensione finanziaria, nei sistemi di gestione e di valutazione.
Oggi le Nazioni emergenti sulla scena mondiale, invece di affidare il loro futuro sviluppo alla tradizionale catena di crescita utilizzata nel tempo dalle nazioni europee – agricoltura, industria pesante, alta tecnologia – saltano il passaggio intermedio e investono risorse direttamente sui settori più innovativi.
A questo proposito, i dati di due Paesi asiatici sulla crescita degli utenti dei radiomobili, la Cina e l’India, sono significativi. Nel 2003 l’aumento degli abbonati è stato del 42% per la Cina, con 206,6 milioni di utenti (fonte: Ovum, 2003) e del 174% per l’India, con 28,8 milioni di utenti (fonte: Yankee, 2004). Le previsioni stimano nel 2008 un mercato di 431,5 milioni di utenti per la Cina e 137,3 milioni per l’India (stesse fonti).
In Europa il mercato ICT (e non solo questo) si trova dunque ad affrontare, sul piano della competitività, una duplice sfida. Da un lato, quella del sistema scientifico e produttivo americano, che gode di ingenti investimenti pubblici e privati, dall’altro quella dei Paesi emergenti, i cui prodotti, ormai di buona qualità e con contenuti tecnologici medio-alti, possono competere con successo sul mercato globale grazie al minor costo del lavoro.
Tuttavia, la storia recente ci insegna che anche il nostro continente è capace di assumere posizioni di eccellenza nel mercato globale. Basta pensare alla tecnologia GSM, che è nata in Europa e si è imposta come standard mondiale per la telefonia mobile. Non è un caso che nel mercato delle telecomunicazioni i maggiori player sono operatori europei.
Questo esempio ci deve indurre a riflettere sul fatto che, nell’ambito dell’ICT, anche i Paesi europei possono assumere la leadership tecnologica sull’America ed i Paesi asiatici emergenti.
Un dato confortante è rappresentato dal tasso di penetrazione degli utenti dei radiomobili in Europa, che è di circa il 90%, contro il 60% degli Stati Uniti; un divario che sembra destinato a rimanere comunque alto anche nelle stime future. Infatti nel 2008 le previsioni si attestano a circa il 92% per l’Europa e il 70% per gli USA (fonte: Yankee, 2004).
Le differenze sono ancora più eclatanti se consideriamo i servizi dati. Nel 2004 le entrate sono stati circa di 28 miliardi di dollari per l’Europa, contro i circa 5 miliardi degli Stati Uniti, mentre le stime nel 2008 attestano l’Europa a 50 miliardi di dollari, contro i 18 miliardi circa degli Stati Uniti (fonte: Yankee, 2004).
Rimuovere le barriere alla crescita dell’ICT
Il governo di questa situazione rappresenta dunque per l’Europa una sfida economica e sociale particolarmente delicata, che avrà un forte impatto sull’occupazione, la crescita, la produttività e sul recupero del gap competitivo a livello internazionale.
Il mondo imprenditoriale che opera nell’ICT può giocare un ruolo fondamentale, con investimenti rilevanti di mezzi e risorse. Ad esempio, con la realizzazione delle infrastrutture a larga banda, la diffusione del digitale terrestre e della telefonia mobile di terza generazione, lo sviluppo dei servizi multimediali avanzati.
In questo contesto, nel mercato dell’ICT, appaiono determinanti tre direttrici di azione:
l’armonizzazione degli standard di comunicazione;
l’incentivazione dei fondi comunitari destinati alle Tlc;
la diffusione in Europa della larga banda.
l’armonizzazione degli standard di comunicazione
In un periodo in cui la ripresa economica appare ancora incerta, diventa fondamentale l’esistenza di un quadro normativo organico e chiaro, accompagnato da misure che riducano l’incertezza degli investitori pubblici e privati; in sostanza, un insieme di disposizioni che trovino una loro integrazione e sistematizzazione in un quadro giuridico unitario e coerente.
Con l’allargamento dell’Unione Europea ai nuovi Stati orientali, diventa necessario anche prendere in considerazione le differenze tra l’Est e l’Ovest, nell’ottica di un accrescimento della competitività europea.
L’armonizzazione delle capacità dell’oriente e dell’occidente rappresenta la soluzione per l’integrazione industriale attraverso l’innovazione. Sebbene la responsabilità di affrontare queste sfide ricada principalmente sulle imprese, anche la politica pubblica può apportare un contributo determinante.
Attualmente un argomento esemplificativo dei problemi di standardizzazione è quello rappresentato dai servizi di Instant Messaging. Colossi come Microsoft, Yahoo e America Online hanno sviluppato servizi diversi, incompatibili tra loro. Fortunatamente sono in corso diverse attività di standardizzazione: l’Internet Engineering Task Force (Ietf) ha costituito un gruppo per creare una piattaforma Instant Messaging comune. Ma questa competizione è uno dei fattori che potrebbe rallentare la convergenza verso un sistema unificato di servizi telefonici e Internet.
Per questo occorre guardare alla trasformazione dei processi in un’ottica intergovernativa; creare un’infrastruttura IT integrata, aperta, autonoma e, soprattutto, favorire un cambiamento culturale in tutte le organizzazioni coinvolte, sia esse istituzioni pubbliche, sia aziende private.
In Italia, un grande contributo in questo senso è stato dato dall’introduzione del Codice delle comunicazioni elettroniche, che è riuscito ad integrare ed armonizzare un insieme ampio e necessariamente complesso di disposizioni in materia di comunicazioni. Merito del Codice, inoltre, è quello di aver introdotto nel nostro ordinamento norme più moderne, grazie al recepimento delle Direttive Europee in materia di comunicazioni elettroniche.
l’incentivazione dei fondi comunitari destinati alle Tlc
Oggi le tecnologie dell’informazione e di Rete hanno la capacità di trasformare i processi produttivi, definendo nuovi modelli nelle attività d’impresa o delle pubbliche amministrazioni (eGovernment). l’intensità e la qualità dell’uso delle tecnologie dell’informazione è una caratteristica distintiva delle economie dei Paesi che hanno espresso i migliori risultati negli ultimi anni. Per questo, appare fondamentale da parte dell’UE incentivare il mercato ICT attraverso l’erogazione di fondi comunitari, destinati sia ai consumatori che alle imprese.
Per quanto riguarda le amministrazioni pubbliche, l’eGovernment influenza l’economia e la competitività di un Paese o una regione, dal momento che prepara i cittadini alla transizione verso la Società dell’Informazione. Ad oggi le pubbliche amministrazioni europee, soprattutto grazie all’impiego di fondi loro destinati, hanno compiuto significativi progressi e ciò risulta confermato anche da alcuni studi condotti sull’evoluzione dell’eGovernment in tutto il mondo, in cui emerge la leadership conquistata dai Paesi europei. Ad esempio, secondo i dati del “Fourth Annual Global eGovernment Study“, condotto dai ricercatori americani del Taubman Center for Public Policy della Brown University durante l’estate 2004, l’Europa occidentale si colloca (con un rating di 30.0 punti), insieme all’America del Nord (39.2) e all’Asia (31.6), tra le regioni del mondo in cui c’e maggiore disponibilità dei servizi pubblici on line.
È tuttavia fondamentale non interrompere questo processo di trasformazione, affinché possa raggiungere un ulteriore grado di integrazione, interoperabilità e collaborazione in tutti i differenti enti e le diverse pubbliche amministrazioni di un¿Europa più ampia e unificata. L’allargamento dell’Unione Europea a 25 Paesi rende questo obiettivo ancora più importante.
Dal punto di vista delle imprese, invece, lo sviluppo del mercato dell’ICT è determinante per la crescita economica, l’aumento dell’occupazione e lo sviluppo produttivo. Indirizzare i fondi comunitari verso il mercato delle telecomunicazioni, che non è ancora del tutto uscito dalla crisi ma che rappresenta uno dei settori con le maggiori opportunità di sviluppo, significa non solo sostenere la produttività delle imprese che vi operano, ma amplificare la crescita economica europea, rendendola veramente competitiva a livello mondiale, come sancito dall’agenda di Lisbona.
Un altro intervento auspicabile per sostenere ulteriormente le imprese sarebbe quello di un provvedimento dell’UE che permetta di non iscrivere nel rapporto debito pubblico/PIL i fondi che i Paesi europei destinano alle aziende ICT. Questo consentirebbe di aumentare gli aiuti economici da parte degli Stati centrali verso le proprie aziende del settore.
La diffusione in Europa della banda larga
Tra le maggiori opportunità di sviluppo che oggi il mercato delle TLC offre, una è rappresentata dalla diffusione della banda larga in Europa. Le tecnologie digitali sono caratterizzate da un¿elevata pervasività e da grandi livelli di interattività, con una capacità di incidere significativamente non solo sugli aspetti produttivi, ma anche su quelli sociali. Molte e diverse possono essere le imprese interessate ad offrire nuovi contenuti e servizi, compresa la pubblica amministrazione. In particolare si sta assistendo ad una fortissima crescita di nuovi contenuti digitali per servizi di eGovernment, eLearning, e-commerce.
Il Piano d’azione europeo sulla banda larga, propone una serie di impegni ambiziosi agli Stati membri. Invita inoltre il settore privato a collaborare con la Commissione e gli Stati membri per realizzare gli obiettivi comuni. Le nuove tecnologie connesse alla banda larga ed ai suoi sviluppi offrono notevoli opportunità sotto il profilo economico e sociale. I nuovi servizi, le nuove applicazioni e i nuovi contenuti porteranno alla creazione di mercati nuovi e forniranno gli strumenti necessari per aumentare la produttività e, di conseguenza, la crescita e l’occupazione in tutti i settori dell’economia. Garantiranno inoltre a tutti i cittadini un accesso più pratico agli strumenti di comunicazione e di informazione.
Ma queste tecnologie possono fornire grandi contributi di efficienza e di produttività, e dunque di benessere economico, solo se si riesce a sfruttarne a fondo il valore di innovazione e trasformazione e non solo quello di semplificazione e accelerazione delle attività esistenti.
Quale futuro per l’ICT in Europa?
l’Agenda di Lisbona pone un obiettivo altamente sfidante per l’Europa. La leadership economica mondiale del nostro continente entro il 2010, alla luce dell’attuale situazione, appare in discussione. Ma tutte le sfide, soprattutto quelle più difficili, rappresentano anche delle opportunità di confronto e di crescita.
Bisogna rafforzare le capacità nei settori in cui l’Europa ha affermato la propria leadership industriale e tecnologica, come nel caso delle comunicazioni mobili e senza fili.
Se l’esempio dell’Europa nel mercato del radiomobile è sicuramente un caso di eccellenza rispetto agli altri Paesi del mondo, nell’ambito dello sviluppo del mercato delle telecomunicazioni europeo l’Italia, che è uno dei Paesi all’avanguardia in Europa, può dare un solido contributo per la conquista del primato economico.
Oggi dare valore alle ICT significa trasmettere valore ai cittadini stessi. Non solo in termini economici. Si tratta di quei valori intangibili, come la cultura, la conoscenza, la migliore qualità della vita, la sicurezza, a cui tutte le Nazioni ambiscono.
Francamente, ritengo che questa sia un¿opportunità che non possiamo permetterci di perdere.
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Per ulteriori approfondimenti, leggi:
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