Italia
¿Internet non è una zona franca per alcun genere di reato¿, ha detto il ministro per l”Innovazione e le tecnologie Lucio Stanca, commentando l”oscuramento del sito di Indymedia.
¿Internet è un grande spazio di libertà e come tale va salvaguardato e proprio per questo non può essere una zona franca per reati che vanno perseguiti come quelli che si perpetrano negli spazi e con le modalità tradizionali¿ ha aggiunto Stanca, componente la task force appena costituita all”Onu da Kofi Annan per la gestione di Internet.
¿Se c”è stato un intervento dell”autorità competente, ossia la magistratura, è evidente – ha osservato Stanca – che ci sono motivi validi che giustificano questa iniziativa, che come tale va rispettata¿. Infine, il ministro ha sottolineato che ¿l”oscuramento riguarda un sito che offende la memoria di eroi caduti per mano di terroristi¿.
L”Fbi ha detto che il blocco dei server del sito è avvenuto su richiesta di Italia e Svizzera e che l”iniziativa non è stata presa in prima battuta dal ministero della Giustizia Usa. Il sito è popolare nell”ambiente no global e alternativo.
¿L”operazione è stata condotta per conto di Paesi terzi da responsabili del ministero della giustizia contro il server Rackspace, che offre spazi a Indymedia¿, ha detto Joe Parris, portavoce dell”Fbi.
¿I responsabili del ministero della Giustizia – ha aggiunto il portavoce – non hanno fatto altro che assolvere gli obblighi legali contenuti nel trattato di mutua assistenza¿.
Il procuratore di Ginevra Daniel Zappelli ha confermato l”apertura di un procedimento. ¿Ho avviato un”inchiesta, ma non vi dirò nulla di più¿, ha affermato il magistrato.
Mercoledì scorso, due ispettori di Ginevra, che indagano sui disordini avvenuti nel 2003 durante il G8, hanno sporto denuncia contro ignoti, dopo che le loro foto erano state pubblicate sul sito francese di Indymedia-Nantes.
Zappelli non ha tuttavia voluto confermare se l”Fbi abbia agito su sua richiesta. La chiusura del sito Internet ha suscitato la reazione preoccupata della Federazione internazionale dei giornalisti, secondo la quale ¿i metodi impiegati assomigliano a un tentativo di intimidazione¿.
Per quanto riguarda l”Italia Enrico Di Nicola, capo della procura di Bologna ha dichiarato: ¿Non escludo che l¿oscuramento del sito internet Indymedia sia stato eseguito in conseguenza della nostra inchiesta¿. Da tempo la procura di Bologna ha aperto un fascicolo contro ignoti con le ipotesi di reato di vilipendio della repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle Forze Armate dopo la pubblicazione sul portale no global Indymedia di commenti fortemente offensivi sui carabinieri colpiti dall¿attentato di Nasiriyah.
E il caso è diventato subito politico, con reazioni da An, che plaude all”operazione e dai Verdi, che chiedono che il governo riferisca al Parlamento.
“Aver oscurato il sito di Indymediaè stata una cosa buona e giusta: non si trattava di controinformazione, ma di un sito che sputava fango e veleno, pieno di oscenità“, ha commentato il portavoce di An Mario Landolfi, che nelnovembre 2003, a pochi giorni dalla strage di Nassiriya, aveva chiesto a nome di Alleanza Nazionaledi chiudere il sitodi Indymedia per itesti pubblicati sulla morte dei militari italiani.
Il deputato dei Verdi Mauro Bulgarelli ha attaccato: ¿La notizia che l”operazione poliziesca contro Indymedia è stata sollecitata da una richiesta del governo italiano rende sempre più inquietanti i contorni di questa retata contro la libertà d”espressione¿.
Per Bulgarelli si vuole così mettere il bavaglio al movimento che in Rete contesta la guerra permanente voluta dall”amministrazione Usa. Il deputato dei Verdi chiede in particolare al governo italiano di fare luce sulla vicenda.
Paolo Cento (Verdi) ha annunciato una interpellanza urgente per sapere se e chi ha attivato dall”Italia la richiesta di oscuramento.
¿Ancora più inquietante ¿ ha sottolineato –è il fatto che in seguito all”azione repressiva contro Indymedia sembrano essere andati dispersi numerosi documenti e immagini audiovisive relativi al G8 di Genova, oltre che ad altri vertici internazionali come quello di Evian¿.
Fiorello Cortina (Verdi) ha chiesto al governo di chiarire il ruolo del nostro Paese nella vicenda. ¿Ho rivolto una interrogazione urgente al governo italiano e al ministro Stanca affinché ¿ ha detto Cortiana ¿ si attivino per garantire sia la riapertura del server che la tutela dei diritti di comunicazione sulla Rete. Questa violazione della libertà di pensiero e di espressione arriva proprio mentre è ancora aperta la conferenza mondiale sulla società dell”informazione promossa dall”Onu, a Ginevra nel 2003, e che si concluderà a Tunisi nel 2005¿.
Laura Tartarini, uno degli avvocati del Genova Legal Forum, ha dichiarato che sabato mattina si sono riuniti a Genova gli operatori di Indymedia e gli avvocati per capire come muoversi.
Da giovedì alle 18 i siti Indymedia non sono più in Rete, se non con l¿homepage in cui è pubblicato un comunicato che avverte i navigatori di quanto accaduto: ¿Giovedì 7 Ottobre 2004, alle 18 circa, l¿Fbi si è presentata presso la sede statunitense e quella inglese di Rackspace, l”azienda presso la quale risiedono i server che ospitano molti siti locali di Indymedia, fra cui Italy.indymedia.org. Gli agenti hanno richiesto il sequestro delle due macchine ed hanno preteso la consegna dei dischi, portandoseli quindi via. Attualmente non abbiamo informazioni ulteriori, nemmeno sui motivi che hanno portato a questa operazione. Siamo in attesa di tornare online con una macchina di riserva, avendo attualmente perso molto del materiale presente su Indymedia¿.
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