Italia
Proseguiamo la pubblicazione degli interventi al Seminario: “Rethinking the european ICT Agenda” tenutosi a Roma il 27 settembre 2004, organizzato da Puntoit e Key4biz.
di Corrado Sciolla
Amministratore Delegato Albacom
Investimenti e reti
Il processo di liberalizzazione delle tlc fisse sta subendo in tutta Europa un chiaro rallentamento, testimoniato dall¿andamento delle quote di mercato degli operatori incumbent, riportate rispettivamente nell¿8° e nel 9° Rapporto della Commissione Europea.
Dopo una prima fase in rapida decrescita, infatti, le market share degli operatori ex monopolisti risultano al più in leggera discesa o, addirittura in recupero, come accaduto in Italia. Tale situazione è particolarmente evidente nel mercato dell¿accesso, nel quale la quota degli operatori alternativi è ancora marginale nonostante la disponibilità del servizio di accesso disaggregato alla rete locale.
Il monopolio di fatto sulle infrastrutture d¿accesso ha consentito a Telecom Italia (di seguito TI) di estendere la propria dominanza anche al nuovo mercato dei servizi broadband, nel quale ¿ grazie ad una forte azione di premption – detiene una quota di circa l¿80% (tale market share è riferita alla somma degli accessi retail e wholesale).
Il mancato completamento del processo di liberalizzazione è testimoniato anche dai risultati economici dei principali operatori alternativi europei, nessuno dei quali ha ancora raggiunto un livello di redditività accettabile né la capacità di generare stabili flussi di cassa positivi.
Anche il recente saggio di alcuni noti economisti, dal titolo La liberalizzazione zoppa, ha evidenziato le distorsioni della concorrenza causate dall¿integrazione verticale di Telecom Italia.
Monopolio dell¿accesso e VoIP
Come appena evidenziato, la scarsa disponibilità di tecnologie e reti di accesso alternative alla rete dell¿operatore dominante costituisce una delle principali cause dello scarso livello di competizione anche sul mercato a valle dei servizi e dei contenuti.
Gli operatori alternativi, infatti, non potendo disporre su vasta scala di infrastrutture proprietarie, sono totalmente dipendenti dalle condizioni di vendita all¿ingrosso dei servizi di accesso forniti da TI:
sia in termini tecnici (con conseguente difficoltà per l¿operatore alternativo di differenziare i propri servizi rispetto a quelli di TI),
sia in termini economici (il mancato effettivo orientamento ai costi dei prezzi dei servizi di rete di TI e, nel caso di servizi xDSL, la logica ¿retail minus¿ vincolano inevitabilmente l¿operatore alle politiche commerciali dell¿incumbent).
Tale situazione determina conseguenze negative non per solo gli operatori alternativi, ma anche e soprattutto per gli utenti finali, specie qualora l¿operatore incumbent dimostri scarsa propensione all¿innovazione tecnologica. Nel caso, ad esempio, dei servizi VoIP (Voice over IP), le logiche commerciali di TI (rischio di erosione delle quote di mercato e dei margini sui servizi voce tradizionali) comportano l¿imposizione di vincoli tecnici, economici e contrattuali alle offerte wholesale (Shared access ed xDSL wholesale) che impediscono di fatto la fornitura di servizi Voip anche da parte degli operatori alternativi. L¿auspicabile obbligo di offrire tutti i servizi wholesale con prezzi orientati ai costi e con la massima qualità disponibile potrebbe finalmente svincolare gli operatori alternativi dalle scelte dell¿operatore incumbent, con innegabili benefici per l¿intero mercato.
MVNO
A differenza di tutti i principali Paesi europei, in Italia ancora esistono barriere regolatorie che impediscono lo sviluppo dell¿operatore mobile virtuale (MVNO) che consentirebbe, a giudizio di Albacom, non solo di aumentare la pressione concorrenziale nel mercato di telefonia mobile tradizionale con una prevedibile discesa dei prezzi ma offrirebbe anche un¿ulteriore canale distributivo ai content provider stimolando la competizione e l¿innovazione anche in questo settore. Albacom guarda dunque con interesse ad una modifica del quadro regolatorio che renda possibile anche per gli OLO italiani questa opportunità di business, sinora legata ad accordi commerciali difficilmente raggiungibili in mancanza di precisi obblighi normativi.
Incentivi alle realizzazione delle reti
Albacom guarda con interesse all¿iniziativa promossa dal Governo Italiano che ha portato alla costituzione della società Infratel per la realizzazione di reti metropolitane a larga banda.
Si auspica a tal proposito che tali infrastrutture vengano realizzate e vengano rese disponibili agli operatori in tempi rapidi ed a condizioni economiche competitive.
Si invita inoltre il Governo a farsi promotore presso l¿Unione Europea di iniziative analoghe che rendano disponibili ulteriori incentivi e finanziamenti che consentano di replicare ed estendere il più possibile l¿attuale progetto.
Le sfide che attendono l¿industria italiana anche a seguito dell¿allargamento ad Est dell¿Unione Europea, infatti, rendono necessario l¿ammodernamento dei sistemi di ICT non solo nelle aree del Paese tradizionalmente disagiate, ma anche nei distretti industriali del Centro e del Nord soggetti a forte rischio di delocalizzazione della produzione.
In altri termini, la diffusione capillare sul territorio di infrastrutture di telecomunicazioni a larga banda potrebbe diventare un requisito essenziale per la competitività del sistema produttivo nazionale.
Nuovo framework
Albacom ritiene che non siano ancora maturi i tempi per ¿ripensare le regole¿, specie se in una prospettiva di ulteriore deregulation, in una fase in cui non è stata ancora data concreta attuazione al pacchetto di norme scaturito dalla cosiddetta ¿99 Review.
Si aggiunga che tra le caratteristiche principali del nuovo quadro regolatorio europeo si annoverano la flessibilità e la capacità di adattarsi progressivamente alle mutevoli situazioni di mercato. Piuttosto sarebbe opportuno completare l¿armonizzazione definendo regole comuni in materia di poteri di vigilanza e sanzionatori che, a livello italiano, sono risultati sinora poco incisivi.
Stimolare la domanda del mercato ICT attraverso incentivi alle imprese che affidino in outsourcing la gestione dei servizi
Uno dei possibili strumenti per stimolare la domanda di servizi ICT è l¿erogazione di finanziamenti e lo sviluppo di incentivi a favore delle imprese che affidino la gestione dei propri servizi IT in outsourcing ai service provider. Tale misura consentirebbe di:
favorire lo sviluppo di investimenti in piattaforme di nuova generazione da parte dei service provider;
favorire la convergenza e l¿integrazione tra il settore IT e quello delle telecomunicazioni, rispondendo in tal modo alle esigenze di business delle aziende che richiedono applicazioni sempre più integrate con i servizi di connettività di base;
garantire alle aziende italiane (ed in particolare alle piccole e medie imprese) la disponibilità di un elevato livello di innovazione.
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Per ulteriori approfondimenti, consulta:
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Documenti Ue sullo sviluppo dell”Ict europeo