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Tiscali torna a fare il boom a Piazza Affari. A metà mattinata, il titolo era in rialzo del 3,63% a 3,055 euro. Passavano di mano 44 milioni di azioni, corrispondenti a poco meno del 12% del capitale sociale. Nell”intera seduta di ieri erano stati scambiati 47 milioni di azioni, a fronte di una media giornaliera dell”ultimo mese di circa 22,5 milioni.
I movimenti intorno al titolo di Tiscali sono stati segnati anche dalla smentita di Telecom Italia. Il presidente Marco Tronchetti Provera ha infatti messo a tacere i rumor di Borsa e riprese dalla stampa su un possibile interesse del proprio Gruppo per il terzo Isp europeo.
Tronchetti Provera ha negato categoricamente ai cronisti che gli chiedevano di commentare le voci sul presunto interesse di Telecom per la società sarda.
Il presidente di Telecom Italia ha affermato che i rumors su un”eventuale Opa della sua società sull”Isp sardo sarebbero infondati.
Da giorni Tiscali è oggetto di indiscrezioni sui mercati finanziari, oltre a Telecom Italia si è parlato anche dell¿interesse dell¿Isp tedesco T-Online, controllata di Deutsche Telekom e della francese Wanadoo di France Télécom (vedi scheda).
Sulle parole di Tronchetti il titolo Tiscali aveva annullato i rialzi della mattina di ieri per passare in rosso e poi tornare a segnare un rialzo superiore all”1%.
Per il Financial Times, Tiscali sta facendo un salto verso un nuovo futuro. Il noto quotidiano finanziario fa riferimento ai cambiamenti che riguardano la società, dal nuovo presidente, alla finalizzazione di diverse e interessanti dismissioni, che ¿¿potrebbero aprire nuove prospettive¿.
Con le rapide cessioni, i risultati semestrali in miglioramento, attese di un flusso di cassa positivo nel quarto trimestre e un nuovo presidente, gli analisti, secondo l”FT, sono cautamente ottimisti.
Lo scorso 23 settembre, il Cda dell¿Isp sardo, su proposta di Renato Soru, ha nominato Vittorio Serafino presidente di Tiscali.
Serafino prenderà il posto del dimissionario Soru, eletto governatore della Regione Sardegna.
¿Come da tempo preannunciato, a seguito del ruolo istituzionale assunto come presidente della Regione Sardegna, mi sono dimesso da Presidente e dal Consiglio di Amministrazione di Tiscali¿, ha commentato Soru.
L¿ex presidente di Tiscali ha detto di ritenersi soddisfatto, perché lascia la società in una fase di crescita industriale e di miglioramento gestionale, dopo avere avviato la fase di rifocalizzazione nei mercati strategici e nel modello di business di accesso ai servizi a banda larga.
¿Negli ultimi mesi ho preparato la società alla mia uscita ¿ ha aggiunto Soru – attraverso la precedente nomina a Amministratore delegato di Ruud Huisman, con il quale ho a lungo collaborato con piena soddisfazione. Ho proposto al Consiglio di amministrazione in mia sostituzione la candidatura di Vittorio Serafino, che presterà la sua lunga esperienza in campo finanziario, candidatura che è stata prontamente approvata all¿unanimità¿.
¿Rimarrò azionista di riferimento di Tiscali e, in questa veste, continuerò a seguire con attenzione ed interesse il futuro della società¿, ha concluso Soru.
La società ritiene che il piano di dismissioni previsto possa consentire il reperimento di risorse per il rimborso dell¿obbligazione di 250 milioni di euro in scadenza nel luglio 2005 nonché per finanziarie i piani di crescita del Gruppo, indipendentemente dall¿andamento dei mercati finanziari.
Tuttavia Tiscali valuterà il ricorso a strumenti di finanziamento alternativi, quali aumento di capitale, obbligazioni (anche convertibili) e debito bancario, qualora ricorrano condizioni opportune.
E¿ importante ricordare che lo scorso 5 agosto, il Consiglio d¿amministrazione ha approvato un piano di cessione degli asset non strategici per un valore di 250 milioni di euro, equivalente all¿ammontare delle obbligazioni che Tiscali dovrà rimborsare entro il prossimo luglio.
Il piano di dismissioni prevede inoltre la riduzione di costi operativi per circa il 15% nei prossimi dodici mesi.
In poco più di un mese Tiscali ha già messo sul mercato quello che aveva conquistato in anni di lavoro. Arrivando alla cospicua cifra di 81 milioni di euro e sei società cedute.
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