Europa
Musica online, passione degli utenti Internet e possibile via di salvezza per le case discografiche nella loro battaglia contro le piattaforme peer-to-peer che consentono il downloading illegale.
Apple ha assunto il ruolo di guida del settore, grazie allo spiccato fiuto del suo presidente e fondatore Steve Jobs, che lanciando l¿iTunes Music Store ha aperto la via a un nuovo mercato, a cui diversi operatori ormai sembrano largamente interessati.
Sul nascente mercato della musica online, a parte Apple, hanno investito Sony, RealNetworks, Microsoft, Yahoo, Virgin.
Per il momento, anche se è difficile quantificarlo, il settore della musica online rimane marginale, circa il 4,5% delle vendite nel mondo.
Ma secondo Forrester Research, prenderà il volo a partire dal 2007, arrivando al valore di 1 miliardo di euro per l¿Europa, per raggiungere i 3,5 nel 2009.
Apple ha lanciato nel giugno scorso, il suo music store anche in Europa. Ma secondo le indiscrezioni di questi giorni, pare che nelle prossime settimane il juke-box digitale di iTunes, dopo la Francia, la Gran Bretagna, la Germania, arriverà anche in altri Paesi europei.
Eddie Cup, responsabile dell¿iTunes Music Store, ha dichiarato che il Gruppo coprirà ¿una buona parte dell¿Europa occidentale¿, anche se ancora non si conoscono i Paesi che verranno raggiunti dal servizio di Apple. Sicuramente tra questi dovrebbero esserci l¿Italia, la Spagna e i Paesi Bassi.
Resta da sapere come Apple gestirà i nuovi lanci. Se il pioniere della musica online sta conoscendo un incontestabile successo negli Stati Uniti, dove è arrivato nell¿aprile 2003, è anche vero che ammette di avere delle difficoltà in Europa.
Un problema è certamente quello della lingua. Al momento l¿iTunes è disponibile nella versione inglese, francese e tedesco, ma Apple ha già detto che le prossime versioni saranno solo in inglese, indipendentemente da quale sia il Paese.
Altra difficoltà è la necessità di adattare l¿offerta alle diverse realtà locali. Ieri Apple ha riconosciuto di aver avuto dei problemi di approvvigionamento.
Anche se al momento l¿iTunes vanta un catalogo di 700.000 brani, il più ampio, bisognerà allargarlo con la musica locale.
Alcuni artisti per esempio hanno rifiutato per molto tempo di distribuire la loro musica sulla Rete. E anche se la tendenza si sta invertendo, rimane ancora tanta strada da fare in questo senso.
A questo si aggiunga che, i concorrenti di Apple stanno affilando le loro armi. Se il Gruppo ha conosciuto una tale successo all¿inizio del 2003, è anche perché era il solo sul mercato.
Da un anno a questa parte, la situazione è ben cambiata con l¿arrivo dei tradizionali distributori discografici, che vantano una maggiore esperienze nella vendita e rapporti di lunga durata con le major e le etichette indipendenti.
Ciliegina sulla torta, tutti stanno facendo pressioni su Apple che rifiuta di rendere compatibile l¿iTunes con le altre piattaforme di musica.
La mancanza di standard comuni vieta infatti l¿interoperabilità tra diversi siti di musica online e i lettori digitali prodotti da altre case.
E sono proprio Sony e Apple stanno puntando sull¿esclusività: i loro lettori possono leggere solo le tracce acquistate sui loro siti.
Sony utilizza il formato Atrac3, mentre Apple ha optato per la tecnologia AAC.
Gli altri siti utilizzano Windows Media Audio (WMA) di Microsoft.
Il produttore americano RealNetworks ha sollevato la collera di Apple, lanciando Harmony, un¿applicazione che permette di trasferire i brani acquistati sul suo sito verso un centinaio di lettori, tra cui l¿iPod, il piccolo lettore digitale prodotto da Apple.
Il sito VirginMega.fr, nel giugno scorso, ha fatto ricorso al Consiglio francese della Concorrenza contro Apple per abuso di posizione dominante.
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