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Il nascente mercato della musica online, nonostante sia in piena effervescenza, è segnato da alcuni problemi di natura tecnica e commerciale.
Ormai diversi operatori propongono un servizio di downloading legale, l¿utente acquista la musica che può poi ascoltare su un lettore digitale.
Per il momento, anche se è difficile quantificarlo, il mercato della musica online rimane marginale, circa il 4,5% delle vendite nel mondo.
Ma secondo Forrester Research, questo settore prenderà il volo a partire dal 2007, arrivando al valore di 1 miliardo di euro per l¿Europa, per raggiungere i 3,5 nel 2009.
I principali operatori europei sono VirginMega (Virgin), e-Compil (Vivendi Universal), OD2 (disponibile su alcuni portali come Alapage, MSN, Tiscali, Wanadoo…), Fnacmusic (il sito di Fnac lanciato il 18 settembre), iTunes Music Store (Apple), e Connect (Sony).
I siti propongono i cataloghi delle major (BMGSony, EMI, Universal Music, Warner Music) ma anche di alcune etichette indipendenti.
In funzione dei siti e delle diverse formule di abbonamento, il prezzo di ciascun brano può andare da 0,9 a 1,29 euro.
Ed è stato proprio l¿iTunes Music Store, lanciato negli Stati Uniti nell¿aprile del 2003, pioniere di questo mercato, ad aver dettato la politica commerciale dei suoi concorrenti.
In generale, il numero del trasferimento di ciascun brano su Cd e verso i lettori è limitato.
Inoltre, la mancanza di standard comuni vieta l¿interoperabilità tra questi siti e tra i lettori digitali prodotti da diverse case.
Vige una situazione simile a quella del debutto del video con la coesistenza dei formati VHS e Betamax.
Proprio Sony e Apple stanno puntando sull¿esclusività: i loro lettori non possono leggere che le tracce acquistate sui loro siti.
Sony utilizza il formato Atrac3, mentre Apple ha optato per la tecnologia AAC.
Gli altri siti utilizzano Windows Media Audio (WMA) di Microsoft.
Il formato MP3, che può essere letto da tutti gli apparecchi, è stato scartato per motivi di sicurezza.
Secondo l¿associazione francese dei consumatori UFC Que choisir, che ha pubblicato un proprio studio sull¿argomento e minaccia di fare ricorso alla giustizia, i sistemi di protezione dei file audio (DRM), destinati a evitare la pirateria, spesso impediscono il trasferimento di questi file verso i lettori digitali.
Oltre a questi limiti tecnici, il catalogo di queste piattaforme non è sempre attendibile.
In generale, propongono 300.000 titoli (iTunes 700.000), un¿offerta che dovrebbe crescere con il tempo.
Per l¿UFC Que Choisir ¿l¿offerta rimane mediocre rispetto alla musica commercializzata sui supporti fisici¿, e sottolinea che è ¿difficile trovare sui siti legali vecchi brani, poco commercializzati¿, come anche quelli prodotti dalle case discografiche indipendenti.
Insomma, pare proprio che la crescita del mercato della musica online, è frenata da questa guerra tra formati.
Il produttore americano RealNetworks ha provocato la collera di Apple, lanciando Harmony, un¿applicazione che permette di trasferire i brani acquistati sul suo sito verso un centinaio di lettori, tra cui l¿iPod.
Il sito VirginMega.fr, nel giugno scorso, ha fatto ricorso al Consiglio francese della Concorrenza contro Apple per abuso di posizione dominante
La FNAC, che non ha potuto rendere la musica del proprio sito compatibile con l¿iPod e i lettori Sony, ha ricordato che tutte le barriere tecniche possono essere facilmente aggirate.
Un annuncio che è stato interpretato come una provocazione da parte delle case discografiche. Per queste ultime, la parola d¿ordine rimane ¿Sconfiggiamo i pirati!¿.
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