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¿Ci sono più telefonini a Manhattan che in tutta l¿Africa¿, così il presidente del Senegal ha stigmatizzato la condizione tecnologica del continente più povero del pianeta.
I leader africani, riuniti al Palazzo di Vetro dell”ONU, hanno dunque lanciato un fondo globale per aiutare gli abitanti delle zone più disagiate ad acquistare un telefonino o un computer che consenta loro di accedere alle tecnologie della società dell¿Informazione.
Il tema sta molto a cuore ai governanti dell¿Africa, che considerano le nuove forme di comunicazione mobile essenziali per il rilancio del Continente, da sempre ai margini del progresso e del benessere.
Non che un telefonino o un Pc possano risolvere gli annosi e ben più gravi problemi del continente nero, ma aiuterebbero i suoi abitanti a sentirsi meno isolati, un po¿ più parte del ¿mondo globalizzato¿.
Alla base dell¿enorme discrepanza tra nord e sud del pianeta, l¿alto costo delle tecnologie e la pressoché totale mancanza di infrastrutture atte a supportarle e di fondi per costruirle.
L¿iniziativa dei leader africani sarà ufficializzata il prossimo 17 novembre a Ginevra e prevede la collaborazione volontaria di chi, nei Paesi sviluppati, ha la possibilità di acquistare facilmente gli strumenti della rivoluzione digitale.
Il fondo aiuterà prima di tutto i Paesi poveri a dotarsi di queste attrezzature, da noi diffuse ormai come l¿acqua corrente (in molte zone dell”Africa non c¿è neanche quella) ma presuppone anche un ¿ritorno¿, dal momento che esse dovrebbero aiutare a promuovere il rilancio dell¿economia del Continente.
L¿Africa, del resto, richiede da tempo l¿aiuto e la solidarietà dei Paesi ricchi per il finanziamento delle infrastrutture per colmare il digital divide.
Ma l¿idea di un fondo internazionale era stata respinta già nel corso del Summit mondiale sulla società dell¿informazione svoltosi a Ginevra nel dicembre del 2003.
Questo nonostante l¿Africa sia considerata terra di conquista per gli operatori mobili mondiali che, dopo aver riempito di cellulari il mondo civilizzato, ora puntano proprio sull¿Africa per rinverdire i loro fasti.
Secondo i dati di EMC World Cellular Database, entro la fine di quest¿anno gli abbonati mobili nelle regioni nordafricane saliranno a quota 51 milioni, grazie alla crescita della domanda in Tunisia, Egitto e Algeria. I sottoscrittori di un abbonamento ad un carrier wireless sono inoltre destinati a raggiungere i 71 milioni entro dicembre 2009.
Tra il 1998 e il 2003, in tutto il continente, il numero di utenti mobili è cresciuto del 1000%, raggiungendo quota 51,8 milioni e superando il numero di abbonati alla linea fissa che, a fine 2003, erano 25,1 milioni.
La penetrazione dei servizi, alla fine dello scorso anno, ha raggiunto il 6,2%, contro il 3% della linea fissa.
Vista la scarsa presenza di linee fisse, alla telefonia mobile è affidato il compito di diffondere l¿accesso a Internet nel continente.
Estendere la disponibilità dei servizi telefonici appare dunque vitale per il futuro dell¿Africa.
Di sicuro, a svolgere la parte più importante sono gli operatori, che devono fare di tutto per assicurare l¿accesso universale, attraverso l¿installazione di postazioni telefoniche pubbliche o la fornitura di servizi a costi contenuti.
Il costo dei servizi è infatti fondamentale in un continente dove ¿ in molte regioni – il reddito pro capite è tra i più bassi al mondo.
Senza un ulteriore sforzo da parte di tutte le parti della catena di valore, infatti, sarà difficile che l¿enorme numero di utenti potenziali potrà permettersi i servizi e che gli investimenti garantiscano un ritorno accettabile.
I costruttori di infrastrutture, da canto loro, hanno annunciato il rilascio di piattaforme profittevoli in termini di Arpu, mentre gli operatori stanno preparando apposite carte servizi del valore di un dollaro.
Parlare dell”allacciamento di un telefono in un paese dove ancora la gente muore di fame, malattie e guerra come l”Africa del resto può sembrare ridicolo, ma il mondo è ormai dominato dalle tecnologie e l¿accesso a Internet e alla telefonia mobile sono gli strumenti più promettenti per ridurre il divario digitale tra i paesi ricchi e i paesi poveri.
Speriamo che almeno stavolta il resto del mondo non faccia orecchie da mercante.
© 2004 key4biz
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