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La quarta major discografica del mercato internazionale della musica, Warner Music, potrebbe fare il suo ingresso in Borsa con l¿inizio del nuovo anno.
Lo riferisce il Financial Times, nella sue edizione odierna.
L¿operazione alzerebbe l¿enterprise value fino a 3 miliardi di dollari. Ricordiamo che la società è stata rilevata quest¿anno da un consorzio che ha versato a Time Warner 2,6 miliardi di dollari.
L¿introduzione in Borsa del Gruppo, guidato da Edgar Bronfman Jr, potrebbe avvenire per il prossimo aprile, sotto forma di un¿offerta pubblica, come ha appreso il noto quotidiano finanziario da una fonte vicina alla società.
Si tratta di una scelta strategica che potrebbe aprire la strada a una fusione con EMI, la terza major mondiale, riporta sempre il quotidiano, che ricorda come già per due volte ci sia stato da parte dei due Gruppi l¿intenzione di realizzare una fusione delle rispettive attività.
¿Nel momento in cui Warner entrerà in Borsa ¿ e noi pensiamo che sia la scelta migliore ¿ potrà procedere a una transazione con EMI¿, ha dichiarato al giornale un dirigente vicino al Gruppo.
La Warner Music non ha voluto commentare queste indiscrezioni.
Ricordiamo che le voci su una possibile fusione tra le due major era già circolate all¿indomani della fusione tra altri due grandi del settore, Sony e BMG, che hanno recentemente ricevuto l¿OK dall¿Antitrust Ue.
L¿operazione di fusione ha portato alla nascita della seconda major mondiale, che è la più importante rivale sul mercato discografico della Universal Music, divisione musica del colosso francese dei media Vivendi Universal.
Secondo le stime della Commissione Ue, nello Spazio economico europeo (Ue più Norvegia, Islanda e Liechtenstein), la nuova unità sarà equivalente, in termini di porzioni di mercato, a Universal, numero uno del settore.
Edgar Bronfman aveva fatto sapere da subito di non condividere il progetto di fusione tra le due case discografiche.
In un¿intervista rilasciata al Financial Times lo scorso giugno, aveva commentato che l¿operazione rischiava di creare una situazione di ¿duopolio¿ nell¿industria discografica e che la Commissione Ue avrebbe dovuto evitare questo rischio.
Il pericolo per Bronfman stava proprio nel fatto che questa operazione portasse il mercato discografico da cinque a due major, da un lato la Universal Music e dall¿altro la SonyBMG.
Nell¿occasione, Bronfman non aveva escluso che Warner Music facesse ricorso contro la Ue.
Le prospettive che si aprono con la decisione della quotazione in Borsa e della successiva fusione con EMI, modificherebbero lo scenario attuale, permettendo a Warner Music di tornare a essere competitivo sul mercato discografico. Staremo a vedere.
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