Europa
Il colosso Tlc Deutsche Telekom potrebbe ricorrere ad alcune clausole, poco utilizzate dalla legislazione tedesca di Borsa, per rilevare le azioni detenute dallo Stato e tramite questa operazione, acquistare, in un secondo momento, le partecipazioni di minoranza della sua divisione Internet T-Online.Questo, è il parere di alcuni analisti e giuristi del settore.
E¿ da tre anni che l¿operatore sta portando avanti un drastico piano per la riduzione del pesante indebitamento, ma adesso si dice pronto a esaminare varie opzioni per ridefinire il ruolo della controllata T-Online all”interno del Gruppo.
La società ha spiegato che fra le opzioni ci sono anche una fusione oppure un buy-back delle azioni detenute dagli azionisti di minoranza.
Sembra, quindi, che il Gruppo non voglia accontentarsi della messa in Borsa della divisione Internet, e adesso aspiri a rilevare le azioni detenute dallo Stato per finanziare l¿acquisto delle partecipazioni di minoranza di T-Online.
La Germania, che deve fare i conti con un deficit che, per il terzo anno consecutivo, risulterebbe superiore ai limiti europei, per il prossimo anno intende raccogliere 15,5 miliardi di euro, cedendo, tra l¿altro, le azioni di Deutsche Telekom.
Lo Stato detiene ancora il 40% dell¿ex monopolista, il 26% con una partecipazione diretta e il 14% attraverso la banca pubblica KfW Bankengruppe.
Tempo fa, Morgan Stanley, in una nota, aveva già avvisato della possibile operazione di Deutsche Telekom, evidenziando che l¿obiettivo dell¿operatore è sicuramente quello di utilizzare tutte le vie per rafforzare la propria presenza nel capitale di T-Online, possibilmente senza esborsi, mettendo così le mani sul 26% di azioni che ancora non controlla.
Due grossi ostacoli però incombono sulle scelte di Deutsche Telekom. Da una parte l¿operatore non può rilevare le proprie azioni concludendo un accordo esclusivo con il suo principale azionista, lo Stato; dall¿altra, la rilevazione delle azioni di minoranza di T-Online potrebbe rivelarsi costosa se venissero coinvolti anche degli Hedge Funds.
Ma DT potrebbe trovare una scappatoia negli arcani della legislazione di Borsa.
¿Tutti gli azionisti devono essere trattati allo stesso modo, non si può comprare in questo modo delle azioni dello Stato¿, ha commentato Peter Erbacher, avvocato dello studio Linklaters Oppenhoff & Rädler di Francoforte.
¿Ma non si può neanche fissare un prezzo che dissuada tutti gli altri azionisti dal rispondere all¿offerta¿.
Ma le recenti esperienze del Gruppo chimico Celanese e della azienda Wella, dimostrano che le operazioni, come quella che intende fare DT, non sono sempre senza rischio.
In questi due casi, degli azionisti ¿ gli Hedge Funds ¿ sono riusciti a strappare agli acquirenti dei consistenti premi di squeeze-out.
Resta che gli acquirenti in questione erano americani – Blackstone per Celanese e Procter & Gamble per Wella ¿ e che tra tedeschi le cose dovrebbero andare meglio.
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