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Riprendono oggi i lavori della Commissione parlamentare di Vigilanza. L¿ex presidente Rai Lucia Annunziata ha dichiarato in una nota di sperare di essere presto ricevuta.
La Annunziata ha detto che è dal mese di maggio che in più occasioni ha sollecitato questa audizione.
¿Credo inoltre ¿ ha aggiunto – che la Commissione sia il luogo deputato per rispondere alle accuse infamanti che mi sono state mosse¿.
Il presidente della Commissione, Claudio Petruccioli, ha fatto sapere che porterà la richiesta della Annunziata, come di dovere, ¿al prossimo ufficio di presidenza¿.
La Annunziata, che adesso sta lavorando per la payTv Sky Italia, facendo il suo lavoro di sempre, quello di giornalista, vuole discutere in Vigilanza la questione del Cda Rai. Questione, alla base delle motivazioni che la spinsero alcuni mesi addietro a lasciare i vertici dell¿azienda pubblica.
Nel maggio scorso, in poche righe, solo 11, inviate al presidente del collegio sindacale Marcello Bigi, la Annunziata scriveva: ¿Con la presente rassegno le dimissioni dalla carica di presidente della Rai con decorrenza dal giorno di entrata in vigore della legge del Riassetto Radiotelevisivo – cosiddetta Legge Gasparri – motivate, congiuntamente e disgiuntamente, dalle seguenti ragioni¿.
La Annunziata si riferiva alle ¿¿continue e reiterate delibere del Consiglio d”amministrazione che – attraverso la mia costante messa in minoranza in sede deliberante – hanno determinato il mio sostanziale isolamento in seno all”Organo collegiale¿.
A questo l¿ex presidente aggiungeva il ¿¿gravissimo deterioramento dei rapporti con il Direttore generale, a seguito del succedersi, da parte dello stesso Direttore generale, di comportamenti continui ed univoci finalizzati a contestare lo stesso diritto di esercizio dei poteri del Presidente, anche in ordine alla sua funzione di garanzia¿.
Lucia Annunziata aveva inviato una lettera anche ai consiglieri Rai e al Direttore generale Flavio Cattaneo, in cui fa riferimenti ad alcuni fatti precisi ¿ le frasi offensive che le ha rivolto Cattaneo, la mancanza di garanzia all¿interno dell¿azienda ¿ per spiegare la propria scelta di lasciare i vertici di Viale Mazzini.
La Annunziata aveva concluso sostenendo che di fronte a questa drammatica situazione non le restava che rassegnare le dimissioni.
Spiegando che questo era un Cda nato con una formula eccezionale, quella di ”Garanzia”, in attesa che la nuova legge dettasse i nuovi criteri per l”elezione dei vertici Rai.
¿La storia di questo Cda – scriveva l¿ex presidente – dimostra che la formula di garanzia non ha funzionato, non è stata messa in condizione di funzionare. Soprattutto perché la maggioranza del Consiglio non ha mai accettato che il presidente rappresentasse istituzionalmente la parte del Paese che nel Cda non trova né espressione né tutela¿.
La Annunziata sosteneva che fosse giusto che, dopo le elezioni europee, questo Consiglio si dimettesse. Così da evitare un lungo periodo di instabilità alla Rai.
Così non è stato. Subito dopo la pausa estiva sono riprese le polemiche da parte di chi chiede a gran voce che l¿attuale Cda rassegni le proprie dimissioni.
In un¿intervista concessa nei giorni scorsi a Radio Radicale il diessino Giuseppe Giulietti, ha dichiarato che ¿L”attuale Gruppo dirigente della Rai deve andarsene a casa entro il 30 settembre, come deliberato dalla Commissione parlamentare di vigilanza¿.
Il 14 luglio scorso, è infatti passata in Commissione parlamentare di vigilanza la mozione dell¿Udc, con 21 voti favorevoli e 16 contrari, che chiede che si proceda a nuove nomine dei vertici dell¿azienda.
Il punto, per Giulietti, è che al momento Rai ¿è retta da un Cda monocolore¿.
Un Cda che, per il parlamentare dei Ds, ¿¿ha oltraggiato la decisione dei presidenti delle Camere di avere un presidente di garanzia e c”è una delibera della Commissione di vigilanza votata anche dall”Udc che impone a questo Gruppo dirigente della Rai di andarsene entro il 30 settembre¿.
Giulietti vede un atteggiamento di indifferenza da parte del Cda, che continua a discutere di privatizzazione e fusione ¿senza averne la titolarità¿.
A riguardo, il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri aveva dichiarato, che bisogna applicare la legge, ¿¿legge che dice che prima si parte dalla fusione tra Rai Holding e Rai Spa, che richiede delle procedure in parte regolate dalla legge 112 che io ho portato in approvazione, e in parte dal Codice civile¿.
Il ministro aveva aggiunto che senza fare queste operazioni preliminari, che possono essere propedeutiche per l”avvio di privatizzazione, ¿¿non si possono nemmeno applicare le nuove norme di nomina del Consiglio di amministrazione della Rai¿.
Per Gasparri ¿se si leggessero le leggi, il Codice civile e la legge di riforma¿, si vedrebbe che i tempi sono scanditi più da questi adempimenti che da altro. ¿Non vedo francamente la necessità di affermazioni di principio che pure sono state fatte. Ne capisco il senso politico, ma ne vedo più difficile la realizzazione in base ai tempi così scanditi¿.
Queste le considerazioni rilasciate dal ministro, lasciano intendere che per il momento non se ne parla di mandare a casa l¿attuale Cda Rai, come chiesto dall¿Udc e dall¿opposizione.
Per avere un nuovo Cda bisognerà quindi aspettare che il processo di privatizzazione della Tv pubblica faccia qualche passo in avanti. Stando alle dichiarazioni del ministro Gasparri pare che le cose siano a buon punto.
¿Ho già ricevuto 15 istituzioni finanziarie interessate alla privatizzazione della Rai ¿ ha detto Gasparri, aggiungendo – Non sono solo advisor ma soggetti interessati all”acquisto. Fanno la coda davanti ai miei uffici¿.
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