Rai: per Saccà, sì alla privatizzazione ma no alla vendita delle reti, ¿sarebbe un danno enorme¿

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Si susseguono gli interventi degli operatori del settore, nel merito del processo di privatizzazione della Tv pubblica, avviato dalla Legge Gasparri.

Favorevole alla privatizzazione della Rai, ma non alla messa in vendita delle reti, &#232 l¿ex Direttore generale, ora presidente di Rai Fiction, Agostino Sacc&#224.

Una simile operazione, per Sacc&#224, ¿sarebbe un danno enorme¿.

Mentre risulta al momento importante una societarizzazione di Rai Fiction.

¿La privatizzazione della Rai – ha detto Sacc&#224 – &#232 concepita in maniera tale da non alterare la titolarit&#224 totale, almeno per la prima parte, relativa cio&#232 al collocamento sul mercato del 20% del capitale, con il limite del possesso azionario all”1% e il divieto di patti di sindacato¿.

Aggiungendo ¿E” anzi un modo virtuoso per salvare il servizio pubblico e insieme sottoporlo a elementi di controllo del mercato. Ma se in futuro si dovessero vendere pezzi di Rai, come Raiuno, Raidue o Raitre, sarebbe un danno enorme per il nostro Paese”.

Sacc&#224 ha citato l”esempio dell”ex premier inglese Margaret Thatcher che ¿ha privatizzato tutto, ma non ha mai toccato la BBC. Tra l”altro la privatizzazione delle reti entrerebbe in contraddizione con la parte fondamentale della Legge Gasparri, cio&#232 la rivoluzione digitale e la moltiplicazione dei canali”.

Quanto all”ipotesi di societarizzare Rai Fiction, “pu&#242 essere molto importante“, ha detto Sacc&#224, in quanto consentirebbe ¿la messa in Borsa di una quota minima del 20-30%, che potrebbe portare centinaia di milioni di euro all”azienda. Ma il discorso &#233 identico a quello che ho fatto per le reti: il controllo dovrebbe restare totalmente della Rai”.

Riguardo alla privatizzazione della Rai, la scorsa settimana, &#232 intervenuto il segretario Fnsi (Federazione nazionale stampa italiana), Paolo Serventi Longhi si &#232 posto accanto ai dipendenti per sottolineare che il Sindacato nazionale dei giornalisti e l”Usigrai, che rappresentano oltre 1.600 giornalisti dipendenti e centinaia di precari della Rai, ¿¿hanno il diritto di sapere le forme e le conseguenze del processo di privatizzazione del servizio pubblico che il Ministero delle Comunicazioni, forse d”intesa con la Presidenza del Consiglio, sembra voler condurre in porto a tappe forzate¿.

Serventi Longhi ritiene che la Rai, e in particolare l”informazione del servizio pubblico, ¿rappresenta un bene prezioso e inalienabile per l”intera collettivit&#224 nazionale¿.

Per questo motivo, dice il segretario Fnsi, ¿Il balletto delle percentuali di azienda da privatizzare entro le prossime settimane, le notizie relative alla possibile collocazione in Borsa di quote della Rai, le ipotesi su prossime cessioni di strutture e di reti televisive e della radio deve cessare immediatamente¿.

Alcuni giorni fa, il Ministro Maurizio Gasparri ha dichiarato che la Rai potrebbe sbarcare in Borsa con una quota di almeno il 20% gi&#224 l”anno prossimo.

¿Ritengo che la quotazione in Borsa serva anche a ridurre, non a cancellare, l”influenza politica. Quando la societ&#224 &#232 quotata in Borsa – ha detto il ministro – si deve tener conto del pluralismo, delle idee, in maniera tale che poi la societ&#224 possa vincere la concorrenza¿. L”operazione potrebbe andare in porto nel marzo 2005.

Per la Fnsi il governo dovrebbe fare chiarezza sull”attuazione della Legge Gasparri, facendo uscire la Rai ¿dall”attuale situazione di non governo¿, ma cosa importante, illustri le proprie intenzioni alle organizzazioni dei lavoratori.

La Fnsi e l”Usigrai proporranno nei prossimi giorni una riunione immediata delle organizzazioni sindacali e di quei movimenti e associazioni che nei mesi scorsi si sono opposte alla Legge Gasparri.

¿Occorrer&#224 valutare concrete e immediate iniziative per salvaguardare il diritto dei cittadini italiani ad avere un servizio pubblico realmente indipendente¿, ha concluso il segretario Fnsi.

&#169 2004 key4biz.it

Raffaella Natale

Per ulteriori approfondimenti, consulta:

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