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I produttori di personal computer e di server sono stati vittime di una concertazione illegale tra i fornitori di memorie DRAM.
Uno fra loro, il tedesco Infineon, si è infatti dichiarato colpevole, davanti a una corte americana, di essersi accordato con i concorrenti per fissare il prezzo di questo tipo di memoria in base al compratore.
Il costruttore tedesco, ha ammesso dunque di aver fatto ¿cartello¿ e ha accettato di pagare una multa di 160 milioni di dollari, la terza ammenda più alta mai comminata negli Stati Uniti per questo tipo di reati.
L¿illegale politica tariffaria è stata applicata indiscriminatamente tra il 1999 e 2002 a discapito delle maggiori aziende hi-tech mondiali, da Dell a HP e Apple, che hanno infine deciso di fare ricorso alla giustizia per chiarire il caso.
Anche i costruttori di Pc, infatti, verificano il prezzo pagato dalla concorrenza per l¿acquisto dei componenti e si scambiano diverse informazioni a riguardo.
L¿intesa, però, non ha portato a un ¿gonfiamento¿ dei prezzi soltanto nel settore dei computer, ma anche in quello della telefonia mobile, degli apparecchi fotografici e delle console per i video giochi.
I prezzi concertati erano stabiliti caso per caso, ha stabilito il giudice dopo una lunga inchiesta, che si è chiusa con una ¿importante vittoria nella lotta per rompere e perseguire i cartelli che praticano abusi che si ripercuotono sui consumatori¿.
Infineon, da canto suo, si è detta ¿sollevata¿ dalla conclusione di un¿inchiesta che durava ormai da due anni, durante i quali la società ha collaborato attivamente. Robert LeFort, presidente di Infineon per l¿America del Nord, ha aggiunto che la società ha messo in atto tutta una serie di nuove procedure per evitare il ripetersi di questo ¿inconveniente¿.
L¿indagine, però, è tutt¿altro che conclusa, dal momento che il Dipartimento di Giustizia Usa sta adesso puntando sulle pratiche commerciali di altri big, come la statunitense Micron e le sud coreane Samsung e Hynix Semiconductor.
Allo stesso tempo, la Commissione europea sta conducendo da circa un anno un¿indagine parallela i cui esiti dovrebbero essere resi noti nelle prossime settimane.
L¿azienda tedesca, ex divisione semiconduttori di Siemens, è comunque il primo costruttore di chip a dichiararsi colpevole di una simile accusa e a versare una somma così importante.
Il responsabile del servizio antitrust del Dipartimento di Giustizia, Hewitt Pate, ha dichiarato che l¿illecito aveva origine ¿ai piani alti dell¿azienda¿ e che non si è trattato, dunque, di qualche isolata ¿mela marcia¿ a livello subalterno.
La multa inflitta a Infineon è la terza per importanza in un caso antitrust, dopo che nel 1999, le aziende chimiche Hoffman La Roche e BASF erano state costrette a pagare, rispettivamente, 500 milioni di dollari e 225 milioni di dollari.
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Una edizione speciale di Outlook (Accenture), dal titolo “Breaking away – How to create value with information technology”
Infine l¿utile White Paper sul protocollo VoIP:“IP Telephony Management: The Essential Top-10 Checklist”
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