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Open Source: IBM investe 1 mln di dollari per lo sviluppo di Linux in Brasile

Brasile



Il governo brasiliano non ha mai fatto mistero di amare Linux, e lo ha confermato siglando con IBM un accordo di cooperazione che prevede la creazione di un Knowledge and Technology Center per promuovere e sviluppare l’uso di software e standard aperti.

 

l’accordo, del valore di un milione di dollari, si basa su un protocollo d’intesa firmato tra IBM e il governo del Brasile nell’ottobre 2003 e che vede coinvolti anche l’Information Technology Institute brasiliano, il ministero della Cultura e l’Università di Brasilia.

 

Conosciuto come Centro de Difusao de Tecnologia e Conhecimento, o CDTC, il centro nascerà proprio in seno all’Università e supporterà lo sviluppo e la migrazione tecnologica sia delle agenzie governative che delle imprese private.

Allo stesso tempo, il CDTC promuoverà il sistema OpenOffice.org, un pacchetto alternativo al Microsoft Office: il suo primo compito sarà quello di educare 700 dipendenti pubblici dell’ Education Technology Nuclei ai potenziali benefici dei software e degli standard open source.

 

Il CDTC lavorerà anche alla creazione di un laboratorio per la sperimentazione di software aperti, di una biblioteca che contenga tutto quanto riguarda l’open source, di un portale sulle attività del laboratorio e di un call center per supportare le agenzie governative e le piccole imprese all’uso di Linux.

 

“Linux può giocare un ruolo fondamentale nello sviluppo economico del Brasile” ha dichiarato Rogerio Oliveira, presidente di IBM Brazil “¿la comunità OSS brasiliana è in forte crescita ed IBM è molto interessata a darle una mano”.

 

Le licenze per i sistemi operativi Windows, presenti sul 95% circa dei computer mondiali, costano al governo di Luiz Inacio Lula da Silva 25 milioni di euro l’anno. Costo insostenibile per un Paese che tenta di rimettere in piedi la propria economia.

 

Ecco perché il governo brasiliano ha annunciato che entro i prossimi tre anni, l’80% dei computer ministeriali e delle compagnie statali sarà equipaggiato con software open source. Per promuovere il progetto, il governo ha anche creato l’apposita C’mara de Implementação do Software Livre (Camera per lo sviluppo del Software Libero) che avrà anche il compito di stimolare lo sviluppo delle aziende hi-tech locali.

Lula punta in primo luogo sul superamento del gap tecnologico del Paese dove, dei 170 milioni di abitanti, appena il 10% possiede un computer a casa.

 

l’iniziativa dell’amministrazione brasiliana non è unica nel suo genere: anche la Francia , la Germania, la Cina, il Giappone, la Corea del Sud e gli Stati Uniti hanno già avviato simili progetti sia per il minor costo dell’OS che per la sua maggiore affidabilità di fronte a virus e attacchi hacker.

 

Ma ha anche lo scopo di favorire l’adozione di software prodotti nel paese, dal momento che secondo i dati forniti dal presidente dell’Istituto nazionale di Tecnologie dell’Informazione (ITI) – Sergio Amadeu da Silveira ¿ il governo più indebitato del mondo è anche quello che compra più computer.

 

Il budget delle spese per l’Information Technology (IT) in Brasile è di circa 730 milioni di dollari, ma il governo è stato chiaro nell’affermare che la cifra verrà ridotta, mentre gli sforzi si focalizzeranno sull’abbattimento del digital divide nel Paese.

 

La decisone di adottare Linux, oltre a favorire la produzione locale di software, dice ancora da Silveira, servirà a ¿democratizzare l’accesso alla conoscenza¿.

 

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Alessandra Talarico

 

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