Mondo
Non si ferma l¿offensiva di major e legislatori contro le reti peer-to-peer, accusate del crollo delle vendite di CD e di quasi tutti i mali dell¿industria discografica.
Negli Stati Uniti sono al vaglio due progetti di legge che, nelle intenzioni, puntano a rinforzare la difesa del diritto d¿autore su Internet ma hanno scatenato le furiose critiche degli utenti e dell¿intera industria Internet che pure cerca di collaborare nella lotta alla pirateria.
La prima, battezzata Piracy Deterrence and Education Act (PDEA) prevede delle sanzioni penali che possono arrivare alla condanna fino a tre anni di prigione per quegli gli utenti che mettono illegalmente a disposizione degli utenti più di mille file pirata.
Se si dimostra poi che c¿è qualcuno che trae profitti da quest¿attività, quel qualcuno rischia anche 5 anni di galera.
Il progetto di legge, appena approvato dalla commissione affari giuridici della Camera dei rappresentanti, deve ora essere approvato dalla Camera e dal Senato.
Un deputato repubblicano definisce Internet ¿il Paradiso dei criminali¿ e afferma che questo stato di cose non è più sostenibile.
Così, sul modello di quanto già sta avvenendo in Francia, la PDEA prevede anche che il dipartimento di Giustizia americano invii un ¿avvertimento¿ a circa 10 mila internauti sospettati di pirateria musicale e crei un apposito dipartimento col compito di educare il pubblico agli scambi legali.
La nuova normativa coinvolge anche gl¿Isp, che dovranno collaborare con la polizia federale perché sia effettuato il controllo delle reti di scambio.
Provider e FBI, collaboreranno con l”industria per individuare i casi di violazione palese del copyright, contro i quali eventualmente procedere per via giudiziaria.
Non si sono fatte attendere le critiche al progetto: secondo l”Electronic Frontier Foundation ci sono nel mondo decine di milioni di potenziali ¿criminali¿ e la proposta del governo rischia di limitare drasticamente le libertà individuali in Rete.
¿Anziché perseguire atti criminali sul piano giudiziario – dicono i responsabili dell”associazione che si batte per la difesa delle libertà digitali ¿ la proposta mette in campo l”azione diretta della polizia contro gli utenti sospettati di reato”.
La RIAA (l¿associazione che riunisce le maggiori case discografiche Usa) però non vuole sentire ragioni e sta effettuando forti pressioni sul Congresso affinché vengano prese le adeguate contromisure.
Al vaglio dei legislatori c¿è anche un altro progetto, battezzato Inducing Infringment Copyright Act (IICA) che promette, puro e duro, di chiudere definitivamente i siti di scambio e di considerare responsabile della violazione del diritto d¿autore chiunque incoraggi, aiuti, induca o procuri tale attività, al pari di chi commette ”virtualmente” il reato.
La legge è osteggiata da più parti anche perché, per come è concepita, prende di mira anche chi sviluppa le apparecchiature o i software che potrebbero essere utilizzati per effettuare copie illegali di opere protette dal diritto d”autore, frenando l”innovazione tecnologica del settore e dando il via ad una serie di strascichi legali dagli esiti inimagginabili per l”industria elettronica.
La legge, in pratica, vuole sovvertire la decisione di una corte d¿appello di Los Angeles che, lo scorso anno, ha giudicato pienamente legali i siti P2P Grokster e Morpheus, considerati al pari delle aziende che vendono videoregistratori o macchine fotocopiatrici, strumenti che sono usati anche per infrazioni al copyright, ma che rimangono comunque legali.
La battaglia tra major e siti di scambio si fa dunque sempre più incandescente e promette nuovi colpi di scena con l¿arrivo dell¿autunno.
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Il primo documento, disponibile dall”8 settembre 2004, è “The next moves: Convergence in the communications and content industries“, di Agilent Technologies per The Economist Intelligence Unit.