France Télécom pronta a lanciare un¿Adsl ancora più veloce, ma non si placa la guerra delle tariffe

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Europa



Banda larga, parola chiave delle nuove strategie degli operatori tlc. Lo ha ben inteso l¿operatore storico francese France T&#233l&#233com (vedi scheda). Il presidente del Gruppo, Thierry Breton, ha annunciato che entro l¿anno offrir&#224 una connessione Adsl che raggiunger&#224 il massimo della velocit&#224 consentita.

Breton ha fatto sapere che dopo 14 mesi dal lancio del piano ¿Banda Larga per Tutti¿, la frattura digitale si &#232 notevolmente ridotta in Francia.

A oggi, &#232 ormai pi&#249 del 90% della popolazione francese (citt&#224 e campagne) che ha accesso alla banda larga.

Dato che dovrebbe passare al 96% prima della fine del 2005, facendo della Francia uno dei primi Paesi del mondo nella copertura Adsl. Copertura che promette d¿essere equamente distribuita su tutto il territorio francese.

In Francia, la velocit&#224 massima consentita su ciascuna linea Adsl &#232 stabilita n funzione della distanza dalla centrale telefonica. Per meglio dire, pi&#249 un cliente si trova vicino alla centrale telefonica, pi&#249 la velocit&#224 massima consentita dall¿Adsl diventa notevole (con l¿Adsl2, che verr&#224 sviluppata a partire dall¿anno prossimo su tutte le reti francesi, la velocit&#224 potrebbe superare i 16 Mbit/s).

Con questa nuova offerta, i clienti di France T&#233l&#233com, sia che essi siano abbonati alle offerte di Wanadoo che a quelle degli Isp terzi che utilizzano le offerte all¿ingrosso di France T&#233l&#233com, potranno beneficiare del potenziale massimo della banda larga sulle loro linee telefoniche.

In Francia, &#232 in atto un dura battaglia sul mercato della banda larga. Nel maggio scorso, il Consiglio della Concorrenza (CC) ha condannato France T&#233l&#233com a una multa di 20 milioni di euro per non aver rispettato una disposizione del febbraio 2000 che obbligava l¿operatore a dare facolt&#224 alla concorrenza di lanciare le proprie offerte nel settore della banda larga.

Il Consiglio, nell¿occasione, aveva definito di una ¿gravit&#224 eccezionale¿ il non rispetto di questi obblighi, che ¿ gi&#224 dal 2000 – avrebbe impedito agli operatori alternativi di sfruttare ¿l¿opzione 3¿ ¿ che prevede la locazione di una parte di rete fissa di FT a un operatore terzo – e di elaborare quindi delle offerte specifiche nel settore della banda larga.

La vicenda ha avuto inizio nel novembre del 1999, quando l¿operatore Neuf T&#233l&#233com ha fatto ricorso contro l¿operatore storico per abuso di posizione dominante. Il 18 febbraio del 2000, il Consiglio della Concorrenza ha quindi comunicato che il rifiuto di France T&#233l&#233com di permettere agli operatori terzi di sviluppare una propria offerta di accesso a Internet a banda larga poteva in effetti costituire una pratica anticoncorrenziale.

Il Consiglio in quella sede aveva dunque stabilito delle misure conservatrici che imponevano all¿operatore di proporre, entro al massimo otto settimane, un¿offerta tecnica e commerciale per l¿accesso alle proprie reti da parte della concorrenza. Offerta che permettesse agli altri operatori di esercitare una concorrenza effettiva sia per quel che riguarda le tariffe, sia la natura delle prestazione offerte.

Ma come mostra la nuova delibera del CC e il montante della multa, l¿ex monopolista non ha fatto proprio tutto quanto era nelle sue possibilit&#224 per aprire il mercato della banda larga alla concorrenza.

Le offerte trasmesse da France T&#233l&#233com non sarebbero infatti state ¿conformi¿ all¿ingiunzione del Consiglio che, in un documento particolarmente severo, evoca un ¿comportamento anticoncorrenziale maggiore¿, spiegando che all¿epoca, la liberalizzazione dell¿ultimo miglio non era ancora stata regolamentata.

L¿unbundling del local loop (opzione 1) &#232 diventato infatti effettivo nel settembre del 2000, ma non &#232 mai decollato commercialmente prima di settembre 2003.

Gli operatori alternativi potevano dunque scegliere tra l¿opzione 5 ¿ cio&#232 rivendere il traffico acquistato da France T&#233l&#233com ¿ e l¿opzione 3 che, grazie a un ¿circolo virtuale¿ permette loro di gestire una rete Internet ad alta velocit&#224, lasciando il controllo della telefonia all¿ex monopolista.

Ed &#232 proprio l¿opzione 3 ad essere al centro del documento.

Il Consiglio della Concorrenza doveva verificare se un operatore poteva acquistare delle prestazioni da France T&#233l&#233com, per poi rivendere ai fornitori d¿accesso a Internet un servizio a condizioni che gli consentissero un margine sufficiente a coprire i costi.

Ora, secondo l¿Antitrust ¿ che evoca anche la grande complessit&#224 delle tariffe di France T&#233l&#233com ¿ i modelli basati su ipotesi multiple ¿¿mostrano che, in tutti i casi presi in esame, il margine netto &#232 inesistente o negativo¿.

¿La persistenza di questo comportamento anticoncorrenziale malgrado l¿ingiunzione del Consiglio, ha svuotato del suo contenuto la messa in opera dell¿opzione 3 e ha di fatto chiuso il mercato agli operatori concorrenti¿, indica il documento, sottolineando che Internet a banda larga &#232 un ¿bisogno forte¿ degli utenti.

Lo scorso giugno, &#232 stata la volta di Wanadoo, per un¿azione questa volta in sede comunitaria. Gli uffici della divisione Internet dell¿operatore storico, hanno ricevuto la visita, senza alcun preavviso, degli ispettori della Commissione europea e degli agenti della Direzione Generale della Concorrenza del Consumo e della Repressione delle Frodi (DGCCRF).

L¿ispezione &#232 stata condotta nel merito dell¿indagine che riguarda le tariffe Adsl lanciate dal provider da inizio d¿anno.

A quasi un anno di distanza dalla multa da 10,3 milioni di euro inflitta dalla Commissione europea a Wanadoo, le pratiche commerciali dell¿Isp fanno nuovamente discutere i player del settore.

I motivi che hanno portato la Ue a sanzionare la divisione di France T&#233l&#233com (l¿inchiesta era stata aperta nel settembre 2001, ndr), potrebbero aiutare a far luce sull¿attuale situazione della societ&#224 e sulle sue scelte strategiche.

Bruxelles in quell¿occasione aveva asserito che la propria decisione, era stata motivata dal fatto che Wanadoo aveva adottato delle scelte commerciali con il fine di ¿arginare la concorrenza¿ al lancio dell¿Adsl.

La decisone della Commissione europea, in un documento di 160 pagine, era motivata dal fatto che Wanadoo aveva abusato della sua posizione dominante fino all¿ottobre 2002, lanciando l¿Adsl a prezzi veramente aggressivi.

Di fronte a queste accuse, la direzione di Wanadoo aveva lamentato alla Commissione un approccio discriminatorio al caso. L¿Isp aveva fatto anche appello al tribunale di prima istanza di Lussemburgo.

Da tempo numero uno sul mercato francese, Wanadoo vantava a fine marzo 2 milioni di utenti alla banda larga, su 4,1 milioni di francesi che hanno una connessione Internet Adsl.

Le possibilit&#224 dei suoi concorrenti di poter competere ¿sembrano quasi inesistenti¿, aveva affermato allora Bruxelles, precisando che ¿lo scenario pi&#249 verosimile¿ &#232 il mantenimento da parte di Wanadoo, di una quota del mercato della banda larga ¿tra il 50-60%¿.

In dettaglio, la Commissione aveva puntato il dito contro alcune scelte strategiche dell¿Isp francese per il lancio dell¿Adsl, ritenute lesive della concorrenza.

E infine aveva concluso che la divisione di France T&#233l&#233com si era deliberatamente impegnata in una strategia ¿non sostenibile¿ dai suoi concorrenti.

Tempo fa anche l¿Isp italiano Tiscali aveva espresso la sua viva preoccupazione a riguardo. La societ&#224 accusava Wanadoo di concorrenza sleale. Secondo il Gruppo di Renato Soru, il provider francese pratica una vendita in perdita con il lancio delle ultime offerte per la connessione Internet a banda larga.

Dopo la presa di posizione dell¿Isp italiano e di quello americano Aol, divisione Internet del colosso dei media Time Warner, gli uffici dell¿Antitrust Ue hanno deciso di approfondire le indagini.

Al fine di assicurarsi che Wanadoo non pratichi pi&#249 ¿prezzi predatori¿, la Commissione ha imposto all¿Isp francese l¿obbligo, fino al 2006, di fornire in dettaglio le voci di ¿entrata e uscita¿ dei suoi servizi Adsl, cosa che non &#232 stata sufficiente per distogliere l¿Isp dalla pratica non rispettosa delle regole della concorrenza.

&#169 2004 key4biz.it

Raffaella Natale

Per ulteriori approfondimenti, leggi:

Banda larga: multa da 20 mln di euro a France T&#233l&#233com per comportamento anticoncorrenziale

Caso Wanadoo: il governo francese vuole vederci chiaro e convoca gli Isp per discutere delle tariffe Adsl

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