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Imminente ormai l¿avvio della privatizzazione della Rai. Il prossimo anno infatti partirà il progetto con l”immissione sul mercato di una quota che potrebbe oscillare tra 5 e il 10%.
Lo ha reso noto il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, a margine della festa nazionale dell”Udeur, a Telese Terme.
Il ministro ha aggiunto che ¿Fatta la fusione, tra quattro o sei mesi… si potrà cominciare con andare sul mercato con delle quote¿.
“Vediamo se sarà il 5% o 10%… adesso la Rai è al 100% pubblica, in futuro potrà essere anche all”80%-90% pubblica“, ha detto ancora Gasparri.
Nell¿occasione, il ministro ha lanciato un chiaro invito agli editori ad “investire nel digitale” e in particolare nei canali che la Rai aprirà agli imprenditori privati.
La legge, in ogni caso, vieta ai privati di possedere più dell”1% delle azioni Rai e impedisce ai patti di sindacato di raccogliere più del 2% delle azioni.
Il progetto di fusione per incorporazione della Rai-Radiotelevisione Italiana nella società Rai Holding, dalla quale nascerà la RAI-Radiotelevisione Italiana Spa, si concluderà entro il prossimo 15 ottobre.
Successivamente, toccherà al Cda Rai prendere atto delle modifiche dello statuto, definite tra i legali delle varie società e dal Ministero delle Comunicazioni.
I vertici dell¿azienda hanno varato la fusione il 5 luglio scorso, per approvare il testo unificato della bozza di statuto. Le assemblee delle due società sono convocate per l”8 settembre (il 9 in seconda) per deliberare sull”operazione.
Una volta ricevuto il via libera, lo statuto della nuova azienda verrà inviato per l¿approvazione al ministero delle Comunicazioni, che potrà intervenire solo dopo il parere della Commissione di vigilanza.
Se il parere sarà favorevole, ricevuta l¿approvazione ministeriale, Rai Holding e Rai Spa provvederanno al deposito presso la Cancelleria del Tribunale civile e all¿iscrizione nel registro delle imprese delle delibere delle rispettive assemblee, dando trenta giorni ai creditori per eventuali opposizioni. Trascorso il termine, la fusione sarà formalizzata in modo definitivo.
Entro quattro mesi verrà poi avviata la prima offerta pubblica di vendita delle azioni Rai. Sarà il CIPE a stabilire la quota di capitale da immettere sul mercato, così come il prezzo, ma comunque nessun azionista potrà possedere più dell”1% del capitale.
Il piano di privatizzazione Rai è previsto dall”art. 21 della Legge Gasparri, che prevede che venga avviato entro 60 giorni dalla entrata in vigore delle nuove disposizioni normative, che riformano l¿intero sistema radiotelevisivo italiano.
Il Consiglio di amministrazione della società incorporata assumerà le funzioni di Cda della società risultante dalla fusione. La Legge Gasparri prevede anche dei nuovi criteri di nomina dei membri del Consiglio.
Secondo gli articoli 20 e 21 della legge Gasparri, la Rai avrà un Cda di 9 membri che resteranno in carica tre anni e rieleggibili una sola volta.
Fino alla prima fase della privatizzazione (alienazione del 10% del capitale), sarà la Commissione di Vigilanza a nominare sette membri del Cda (con voto limitato ad uno, cioè 4 alla maggioranza e 3 all”opposizione), mentre gli altri due, tra cui il presidente, saranno invece scelti dal Ministero dell”Economia. La nomina del presidente diventa efficace con il sì, a due terzi, della Vigilanza.
Le nuove disposizioni normative prevedono tra l¿altro la nomina del nuovo Cda a circa 9 mesi dall”entrata in vigore della normativa. Per cui, gli attuali vertici dovrebbero rimanere in carica fino a febbraio 2005.
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