Europa
Il governo francese scenderà presto al di sotto del 50% del capitale di France Telecom, ex monopolista delle tlc d¿Oltralpe.
Lo ha annunciato in una nota il ministero dell¿Economia e delle Finanze, facendo sapere che lo Stato ha avviato la cessione del 9,6% del capitale dell¿operatore, pari a 236 milioni di azioni.
Al termine dell¿operazione, che dovrebbe fruttare almeno 5 miliardi di euro, il governo deterrà, direttamente o indirettamente, tra il 41% e il 43,5% del capitale.
La cessione, ha precisato il ministero, potrebbe estendersi fino a interessare il 12,1% dei titoli (299 milioni di azioni), in base al successo dell¿operazione, gestita da Société Générale, Morgan Stanley, JP Morgan e BNP Paribas.
Sulla base del prezzo attuale delle azioni di France Télécom ¿ circa 20 euro ¿ il governo dovrebbe intascare dai 4,6 ai 5,8 miliardi di euro che permetteranno di ridurre l¿indebitamento della Francia.
Una nuova era, dunque, è alle porte, col governo pronto per la prima a scendere al di sotto del 50% del capitale.
Una rivoluzione annunciata, comunque, già dal 2003, e ribadita in giugno in occasione della fusione tra l¿operatore e la propria filiale Internet Wanadoo, quando il ministro Patrick Devedjian aveva dichiarato che lo Stato non aveva la ¿¿vocazione di restare azionista di maggioranza di France Télécom¿
Il governo, tuttavia, si è impegnato a rimanere azionista di maggioranza del gruppo nel medio termine, pur manifestando l¿intenzione di recuperare ¿¿una parte dei frutti dei suoi investimenti¿ e di ¿ridurre l¿indebitamento della nazione¿.
A sette anni dall¿ingresso in Borsa, voluta dal governo socialista di Lionel Jospin, di una parte del capitale dell¿operatore, lo Stato si avvia dunque verso la privatizzazione di un¿azienda simbolo della Francia, che appena adesso sta uscendo da un lungo periodo di crisi finanziaria.
Nel 2002, nel pieno della crisi delle tlc, FT aveva toccato il fondo con una perdita colossale, pari a circa 20,7 miliardi di euro.
La società ha rialzato la testa nel 2003 (grazie anche a un aumento di capitale partecipato dallo Stato) e prevede, quest¿anno, una forte crescita degli utili, dopo aver registrato più di un miliardo di euro di profitti tra gennaio e giugno.
L¿operazione ha suscitato le critiche dei rappresentanti sindacali, che la considerano ¿¿un tradimento, una menzogna, un non rispetto della parola dello Stato¿, riferendosi all¿impegno del governo di non ricorrere alla privatizzazione se non ¿nel quadro dello sviluppo di France Télécom¿.
Il mercato, che attendeva l¿operazione da tempo, non si è mostrato invece molto sorpreso anche se la portata e il prezzo del piazzamento hanno provocato qualche turbolenza alla ripresa degli scambi.
Per oggi, intanto, è attesa un¿assemblea generale straordinaria di France Télécom, durante la quale verrà confermata la fusione con Wanadoo e deciso un piano di stock-options per gli attuali possessori di azioni della filiale Internet, ¿soggetti che non hanno niente a che vedere con la privatizzazione¿.
Su France Télécom, grava inoltre la minaccia della maxi multa da 1,1 miliardi di euro comminata dall¿Antitrust Ue a causa del regime di sgravi fiscali di cui il Gruppo ha beneficiato fino al 2002.
Tra il 1994 e il 2002, infatti, France Télécom ha beneficiato di condizioni particolari per quel che riguarda le imposte dirette locali. Queste condizioni hanno permesso all¿operatore di risparmiare una cifra considerevole, compresa appunto tra 800 milioni e 1,1 miliardi di euro.
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