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Ericsson riorganizza il business del Bluetooth: troppa o troppo poca fiducia nella tecnologia?

Europa



Già alcuni mesi fa, gli analisti hanno cominciato a manifestare perplessità circa le reali prospettive delle tecnologie Bluetooth, partendo dal presupposto che gli apparecchi dotati di tale funzionalità wireless – che rende possibile la comunicazione per brevi tratti tra telefoni, computer e altri dispositivi ¿ sono sì molto diffusi, ma gli utenti non utilizzano affatto la tecnologia.

 

Ecco perché la notizia che Ericsson ¿ la società che ha inventato la tecnologia ¿ stia per ricollocare i 125 dipendenti che in questi anni hanno lavorato allo sviluppo del Bluetooth in altre business unit dell’azienda, ha suscitato non poche illazioni.

 

La società svedese ha spiegato in una nota che la tecnologia è attualmente abbastanza diffusa nel mondo e ha raggiunto un livello di maturità tale da non richiedere ulteriori investimenti diretti.

Ad occuparsi della tecnologia sarà d’ora in poi lo Special Interest Group, un gruppo di aziende tra cui figura anche la stessa Ericsson.

 

Non si tratta dunque di un abbandono totale del Bluetooth ma di un ripensamento nell’assetto del suo sviluppo, dal momento che la tecnologia ¿ presente ormai sulla maggior parte dei telefonini ¿ può proseguire in modo indipendente.

 

I primi dispositivi Bluetooth sono arrivati sul mercato circa tre anni fa, accolti dagli analisti con un misto di entusiasmo e scetticismo.

Se infatti alcuni ¿ dopo le prime difficoltà ¿ hanno parlato di tecnologia ¿incumbent¿, molti altri l’hanno definita ¿¿una buona idea ma sopravvalutata¿ e, soprattutto, con poche speranze di sviluppo, vista la diffusione di tecnologie di connessione Wireless alternative.

 

La tecnologia Bluetooth è stata progettata per realizzare la comunicazione senza fili tra apparecchi di piccole dimensioni (telefoni, stampanti, notebook, PDA, impianti HiFi, tv,computer, PC, cellulari, elettrodomestici, device,etc ).

Il concetto chiave ispiratore di questa tecnologia è quello di eliminare completamente i cavi necessari alla comunicazione fra questi dispositivi.

 

Su un punto sostenitori e scettici sono d’accordo: ci sono un sacco di dispositivi abilitati al Bluetooth nel mondo.

Nessuno però può dimostrare che le capacità Bluetooth siano effettivamente sfruttate dagli utenti che li possiedono, soprattutto dopo l’avvento di tecnologie wireless rivali come il Wi-Fi.

 

La tecnologia, come molte altre nel panorama delle comunicazioni mobili, ha dovuto affrontare parecchi problemi, incluse le difficoltà di set up e la mancanza di interoperabilità tra i dispositivi dei differenti produttori.

 

All’orizzonte, inoltre, la minaccia derivante dal prossimo arrivo sul mercato di nuove tecnologie come l’Ultra Wide Band (UWB) o l’802.15.4 (o ZigBee).

 

Queste tecnologie, però, devono ancora arrivare sul mercato ¿ dicono i pro-Bluetooth ¿ e non ha alcun senso alimentare lo scetticismo per delle tecnologie che sono ancora allo stato embrionale.

 

Secondo i dati di Allied Business Intelligence, lo scorso anno sono stati venduti circa 80 milioni di prodotti Bluetooth. Di questi, 55 milioni sono telefonini.

Quest¿anno, la cifra dovrebbe salire a 300 milioni, due terzi dei quali saranno telefonini.

l’ottimismo è condiviso anche da In-Stat/MDR, secondo cui l’uso effettivo della tecnologia sta rapidamente crescendo soprattutto tra gli utenti della telefonia mobile e come parte delle cosiddette “automotive gateways” che centralizzano tutti i sistemi di comunicazione ¿ GPS, telefonino e sistemi di intrattenimento – all’interno delle automobili.

 

Entro il 2008 questo si tradurrà in un tasso di crescita annuale del 60%, pari a circa 800 milioni di chipset Bluetooth consegnati.

 

Non abbastanza per convincere Ericsson a mantenere la sua unità: nonostante la maturità e la diffusione della tecnologia, infatti ¿¿il business case per la produzione di nuove soluzioni Bluetooth non è forte abbastanza¿. 

 

La società creerà una piccola divisione per supportare gli attuali clienti ¿ costruttori e industria dei semiconduttori –  e terminerà il processo di dislocamento dei dipendenti entro la fine del 2004.

 

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Alessandra Talarico

 

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