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Sembra che ultimamente non si faccia altro che parlare di VoIP.
La telefonia su Internet è da più parti indicata come la cura di molti dei mali che attualmente affliggono l¿industria mondiale delle telecomunicazioni.
Forse lo è, forse no. Quello che appare sicuro è che la tecnologia (e il risparmio che garantisce sulle bollette telefoniche) sta aiutando a spodestare molti dinosauri delle tlc che, in alcuni angoli del pianeta, ancora godono dei vantaggi di una posizione di assoluto monopolio.
È il caso dell¿Africa, dove il VoIP è ancora illegale in molti Paesi e la questione ha suscitato talmente tante polemiche da spingere alcuni regolatori a intervenire per assicurare che la tecnologia riuscirà a trovare il suo spazio sul mercato, atavicamente organizzato per favorire l¿ancien regime.
Un rapporto della società Balancing Act (http://www.balancingact-africa.com) conclude infatti che la legalizzazione delle chiamate internazionali su VoIP appare ormai inevitabile.
In un¿analisi dettagliata dello stato di Internet e delle tlc in 22 Stati dell¿Africa occidentale, il rapporto rivela che il primo Paese a introdurre un servizio VoIP legale è stato l¿isola di Mauritius.
Ora, ovviamente, Mauritius è sostanzialmente diverso da qualsiasi altro Paese africano, ma ha avviato il processo che, si spera, porterà alla legalizzazione del VoIP nell¿intero continente.
L¿Africa occidentale è rinomata per l¿enorme portata del ¿mercato grigio¿ del VoIP e gli incumbent di due dei maggiori mercati tlc africani hanno tentato di misurarne l¿ampiezza.
L¿obiettività dei numeri forniti potrebbe essere messa in discussione, visti gli enormi interessi di chi li ha forniti, tuttavia sono cifre su cui riflettere.
Rein Zwolsman, CEO dell¿operatore nigeriano Nitel, ad esempio, ha riferito che prima che la sua società tagliasse i costi per le chiamate internazionali, il 90% di queste veniva effettuato sulle reti IP.
Oystein Bjorge, CEO di Ghana Telecom, dice invece che nel 2003, il valore del mercato VoIP era compreso tra i 15 e i 25 milioni di dollari.
Come dicevamo, questi numeri vanno presi con le pinze, ma secondo Balancing Act, in tutta l¿Africa, il mercato grigio del VoIP rappresenta di fatto tra il 10 e il 20 per cento del traffico telecom internazionale.
Si tratta, in ogni caso, di numeri significativi e, almeno, la nuova generazione di regolatori africani ha capito che è meglio legittimare le compagnie che operano nel settore, piuttosto che fare finta che non esistano.
Secondo Russell Southwood, uno dei curatori del rapporto, ¿¿il mercato semi-clandestino delle chiamate internazionali su VoIP è cresciuto in quasi tutta l¿Africa a causa dell¿enorme differenza tra i prezzi praticati dalle telecom tradizionali e quelli offerti via Internet. Gli operatori di questo mercato grigio, come gli ISP e i cyber café, offrono tariffe molto economiche e riescono a guadagnarci anche qualcosa¿.
Secondo il rapporto, la legalizzazione del VoIP cambierà radicalmente la natura dell¿industria Internet e tlc africana.
Il processo di liberalizzazione è già realtà in 7 dei 22 Paesi dell¿Africa occidentale presi in esame e conclude che il resto del continente dovrebbe seguire la tendenza nei prossimi 3 anni.
L¿Africa occidentale ha fatto da apripista poiché molte società hanno realizzato che, non potendo sconfiggere gli operatori VoIP, sarebbe stato meglio allearsi a loro, concludendo quelli che il rapporto definisce ¿accordi sotto banco¿ che però permettono a queste compagnie di operare con tacita legittimità.
In Mali, ad esempio, l¿incumbent Sotelma ha concluso accordi con 4 compagnie VoIP locali che, usando legalmente le reti dell¿operatore, sono diventati rivenditori di servizi di telefonia su Internet a tutti gli effetti.
Kenya Telcom, intanto, sta tentando di definire degli accordi per la fornitura di servizi VoIP con ISP e cyber café, mentre a nord, il governo algerino ha avviato il processo di legalizzazione.
La strada, sicuramente, è ancora lunga, ma l¿affacciarsi di questo nuovo realismo anche negli ambienti amministrativi fa ben sperare per il futuro, dal momento che molti potenti preferirebbero piuttosto che l¿Africa continuasse a vivere nel passato.
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