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A che punto è la vicenda della sospensione delle pubblicazioni del Corriere delle telecomunicazioni?
¿Le cose non sembrano andare per il giusto verso ¿ dichiarano i redattori – l¿azienda si era impegnata a chiudere le vertenze con i lavoratori entro la fine del mese di luglio, ma mancano notizie, come se si volesse perdere tempo e rinviare tutto a settembre¿: aumenta così la preoccupazione tra i giornalisti del Corriere delle Telecomunicazioni.
L¿editore, Renzo Rubeo (Gruppo Edicomp Holding) aveva annunciato la sospensione delle pubblicazioni lo scorso 30 giugno, con motivazioni irrisorie: ¿Ci hanno spiegato che non ha gradito un comunicato dell¿assemblea dei giornalisti – spiegano increduli i redattori – Tanto sarebbe bastato a buttare a mare un piano di rilancio già pronto e finanziato? Impossibile crederci¿.
In effetti, la chiusura del settimanale ha colto tutti di sorpresa.
Sotto la direzione di Gildo Campesato il giornale è cresciuto sia per autorevolezza sia per diffusione, tanto da diventare un punto di riferimento stimato ed apprezzato nella community dell¿Ict.
Anche gli introiti pubblicitari sono rapidamente aumentati, ben oltre le stesse previsioni aziendali. E questo nonostante la concessionaria Nuova Comunicazione, a detta dei redattori, non apparisse particolarmente attrezzata per la raccolta: ¿Si pensi che in tutto il Nord ¿ testimoniano i redattori – c¿era un solo agente pro forma: in un anno ha siglato un solo contratto di pubblicità. E nemmeno tanto cospicuo¿.
Nuova Comunicazione è guidata da Roberto Viceré, che ne è anche socio, sia pur di netta minoranza, insieme a Rubeo. Curiosamente, Vicerè è anche amministratore delegato di Ict Online srl (Rubeo ne è presidente): si tratta di una controllata al 99% di Edicomp Holding spa ed è ad essa che fa capo la redazione del Corriere delle Telecomunicazioni.
E¿ un po¿ come dire che è il giornale a dover portare soldi alla concessionaria e non viceversa.
¿Si parla di gruppo Edicomp Hoding spa, ma in realtà è un one-man group: tutto fa capo a Rubeo proprietario con i famigliari del 100% della capogruppo ¿ ci hanno spiegano i redattori ¿ è lui che ha deciso all¿improvviso e senza spiegazioni di chiudere il giornale, nonostante in cassa ci fossero contratti pubblicitari che consentivano di far uscire il Corriere delle Telecomunicazioni anche nel mese di luglio, guadagnandoci. L¿editore ha affidato la gestione della chiusura a Vicerè, ma quest¿ultimo non ha autonomia. Anche per le decisioni più banali è costretto a rivolgersi a Rubeo: la cassa sta nella holding¿.
In effetti, più che alla situazione del Corriere delle Telecomunicazioni, sembra che le ragioni della chiusura del giornale vadano piuttosto ascritte a problemi di liquidità per il gruppo Edicomp Holding.
Le attività di alcune controllate si sono rivelate meno appetibili rispetto alle aspettative. Sembrerebbe, inoltre, che a ridurre le capacità del gruppo di produrre cash flow positivo sia statal¿acquisizione del controllo di Gemma, la società partecipata dal Comune di Roma che ha la concessione per l¿accertamento dei tributi locali della capitale. Si è trattato, evidentemente, di un¿acquisizione onerosa che ha contribuito all¿indebitamento del gruppo.
Anche in conseguenza di tutto ciò, i redattori del Corriere delle Telecomunicazioni non venivano pagati da tempo o lo erano in modo assai irregolare (in un caso si è arrivati ad un ¿deficit¿ di nove mesi) nonostante gli apporti crescenti della pubblicità. Forse Rubeo ha chiuso il giornale temendo che l¿intero gruppo finisse sotto i riflettori per l¿inasprirsi del contenzioso coi giornalisti che avevano anche proclamato uno sciopero. Questo spiegherebbe la chiusura improvvisa e traumatica del giornale nonostante il suo buon andamento ed il successivo tentativo di evitare una vertenza con la Federazione Nazionale della Stampa, il sindacato dei giornalisti, cercando soluzioni individuali con ciascun redattore.
L¿operazione, tuttavia, rischia di avere un effetto boomerang, inasprendo ancor più gli animi, tanto più se l¿editore si trovasse nella condizione di non rendere disponibili lerisorse finanziarie necessarie a dipendenti e collaboratori. Per di più, secondo quanto dichiarato da questi ultimi, l¿editore sembra aver del tutto dimenticato l¿iniziale promessa, fatta probabilmente per chetare le acque e tranquillizzare il personale, di lasciare la testata agli attuali giornalisti (che ne appaiono come i proprietari morali, se non altro perché il rilancio del Corriere delle Telecomunicazioni si deve essenzialmente al loro lavoro).
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