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È sempre più vicino il debutto di Google in Borsa. La società di Mountain View ha comunicato infatti alla Sec che il prezzo indicativo delle azioni oscillerà tra 108 e 135 dollari.
Le azioni messe in vendita saranno 24,6 milioni ¿ pari al 9% del totale – per un valore complessivo che oscillerà tra i 2,6 e i 3,3 miliardi di dollari, ben al di sopra dei 2,7 miliardi di dollari stimati dall”azienda e indicati alla Sec (l”organo di controllo della Borsa Usa) lo scorso aprile.
L¿Ipo di Google si preannuncia come una delle più imponenti di sempre: la capitalizzazione potenziale si aggira infatti intorno ai 36,25 miliardi di dollari, una cifra da trenta a quaranta volte superiore al fatturato registrato dalla compagnia nel 2003 (961 milioni di dollari) e che potrebbe in teoria superarequella della Genworth Financial, la più grande del 2004, che ha generato 2,8 miliardi di dollari.
Il colosso statunitense, che si quoterà al Nasdaq National Market, garantirà la democraticità del collocamento attraverso il meccanismo cosiddetto dell¿asta olandese.
Il prezzo finale, in pratica, verrà determinato dagli stessi investitori che potranno acquistare le azioni via Internet, fax o telefono e, in base alla procedura prescelta, potrebbe essere decisamente superiore a quello indicato inizialmente nell”aggiornamento depositato presso la Sec.
Il Gruppo, creato nel 1998 da Larry Page e Sergey Brin, ha scelto per la quotazione la sigla ”Goog”, riprendendo il termine usato nello slang Usa per indicare il motore di ricerca.
Con questo nome, il re della ricerca sul Web sfiderà colossi del calibro della Microsoft di Bill Gates e del portale Yahoo!
Circa 14,1 milioni di azioni saranno vendute dalla società sotto forma di nuove emissioni, mentre 10,5 milioni saranno vendute dagli attuali azionisti.
Se tutto andrà nel migliore dei modi e i titoli verranno venduti a un prezzo medio di 121,5 dollari, nelle casse della compagnia entreranno 1,66 miliardi di dollari, da destinare ai futuri sviluppi del motore di ricerca.
Malgrado il collocamento ¿democratico¿, comunque, il controllo società resterà saldo nelle mani dei due fondatori che deterranno ognuno 38,5 milioni di azioni (pari al 15,6%) mentre l”amministratore delegato, Eric Schmidt manterrà 14,7 milioni di azioni (pari al 6%).
Google, infatti, lancerà due classi di azioni che daranno ai suoi fondatori un potere di voto pari a 10:1.
Per chiunque volesse saperne di più sull¿Ipo, comunque, la società ha creato un apposito sito (http://www.ipo.google.com/) dove verranno fornite informazioni dettagliate riguardo le condizioni dell¿introduzione e dell¿asta.
Assieme al documento comprendente i termini dell”operazione di collocamento,
L¿Internet company ha registrato un utile di 143 milioni di dollari, pari a 93 cents per azione (+146,7% rispetto allo scorso anno) e un fatturato in crescita del 141,5 % a 1,35 miliardi (559,8 milioni nel 2003).
Proprio nel giorno in cui la società ha reso noti nuovi particolari dell¿attesa quotazione, Google è stato colpito da una variante del virus Mydoom, in un attacco che ha colpito diversi motori di ricerca – tra cui anche quello di Yahoo!, Alta Vista e Lycos – in diversi Paesi.
Alcune decine di migliaia di punti di accesso al più importante motore di ricerca del mondo sono rimasti inaccessibili per alcune ore acusa di attacchi del tipo DoS (Denial of Service) come quelli che hanno colpito nei mesi scorsi i siti di Microsoft e SCO.
¿Il motore di ricerca Google ha subito dei ritardi di esecuzione per un breve periodo a causa del virus Mydoom che ha inondato i maggiori search engine con proposte di ricerche automatiche¿, ha specificato la società in un comunicato.
Tornando all¿Ipo, anticipata dal mese di aprile, c¿è già chi la fa coincidere con l¿inizio del declino della società, a causa dell¿attacco sempre più agguerrito dei concorrenti, tra cui è spuntato oggi anche Microsoft.
La società di Redmond ha fatto sapere che ha cominciato a testare il proprio motore di ricerca di news ¿ battezzato newsbot beta – all¿interno del suo sito di notizie on line.
Quando si dice tempismo!
Google, da canto suo, ha ammesso che sì, ¿¿se Microsoft e Yahoo! riusciranno a fornire dei risultati di ricerca sul web equivalenti o migliori del nostro¿potremmo subire un declino che si rifletterebbe sulle vendite¿.
Ma sicuramente non c¿è niente da temere sul breve periodo, dal momento che sarà molto difficile sostituire Google, non solo in efficienza ma anche nell¿immaginario collettivo.
È inutile negare il fatto che Internet può essere diviso in due epoche distinte: quella pre e quella post Google e che il motore è ormai sinonimo di ricerca e innovazione sul web.
Innovazione che non poteva non riflettersi anche in Borsa, con una condotta che non ha fatto certo saltare di gioia l¿establishment di Wall Street.
Circola infatti con insistenza la voce che molti investitori istituzionali, indispettiti dall¿atteggiamento della società, potrebbero boicottare in massa l¿IPO.
Ma non era forse questo lo scopo della premiata ditta Page & Brin?
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