Italia
Nella seduta di ieri, il Consiglio dell”Autorità garante per le comunicazioni ha avviato – ai sensi dell”art. 4, regolamento n. 26/99 – il procedimento per l”accertamento della sussistenza dell”inottemperanza al provvedimento in materia di posizioni dominanti di cui alla delibera n. 226/03/CONS da parte della Rai e di RTI e Publitalia80.
La responsabilità del procedimento è assegnata al Dipartimento Garanzie e Contenzioso per gli adempimenti conseguenti.
Come già prevedevano alcuni osservatori, l¿Authority ha rinviato a un altro procedimento quanto già denunciato nella propria relazione annuale, dove era stata già evidenziata la strozzatura delle risorse economiche sul mercato radiotelevisivo, e l¿eccessiva concentrazione della pubblicità e dell¿audience in due soli soggetti, Rai e Mediaset.
Nella relazione si sottolinea che, le due emittenti insieme assorbono l¿86.5% delle risorse del mercato pubblicitario.
La pubblicità resta la componente prevalente tra le fonti del finanziamento del mercato televisivo, con il 57,3%, mentre il canone rappresenta ormai meno di un quarto delle risorse del sistema.
Si assiste, dunque, per il presidente dell¿Agcom Enzo Cheli ¿¿alla permanenza di un fenomeno di prosciugamento delle risorse pubblicitarie da parte del mezzo televisivo¿, contesto che rende difficile la situazione del settore dell”editoria quotidiana, anche se – sottolinea Cheli – ¿¿si è arrestato il preoccupante calo della diffusione dei giornali, il cui dato registra, per la prima volta negli ultimi anni, un sia pur debole segnale di crescita¿.
Le due aziende hanno infatti superato il tetto del 30% – fissato dalla Legge 249 – per la raccolta delle risorse pubblicitarie nel triennio 2001-2003, avendo raccolto nel 2003 rispettivamente il 38,1% e il 31,4%.
Ma evidentemente per l¿Authority tutto questo non è ancora sufficiente, per sanzionare le due emittenti.
Il presidente ha assicurato che entro fine luglio l¿Authority interverrà nel merito, conformemente alle nuove disposizioni normative introdotte dallaLegge Gasparri, che riforma l¿intero sistema radiotelevisivo.
I dubbi però rimangono. L¿Agcom ha scoperto che dal 1998 al 2003, Rai e Mediaset hanno incamerato troppe risorse violando i limiti che la Legge Maccanico aveva stabilito per le emittenti televisive, ma ancora non ha deciso se sia il caso, o meno, di intervenire per multare Rai e Mediaset.
Nella decisione di ieri, il Consiglio ha disposto di rinviare tutto a un nuovo procedimento, dove si chiederà alle due emittenti di giustificare la situazione.
Insomma bisogna aspettare¿
Un comportamento, questo dell¿Authority, che non trova tutti d¿accordo, e specie dalle file dell¿opposizioni c¿è chi asserisce che Cheli e suoi consiglieri stiano tenendo un atteggiamento fin troppo prudente.
E¿ difficile stabilire se le cose stiano effettivamente così, o se la giustificazione a tutto questo è da individuare nei cavilli normativi che di fatto impediscono all¿Authority procedimenti diretti. Sta di fatto, che le violazioni dei tetti antitrust in materia di raccolta pubblicitaria sono state commesse, ma non si decide a intervenire, rimandando a ulteriori procedimenti e a procedimenti dei procedimenti, in una sorta di gioco al rimpallo.
L¿Espresso scrive che: ¿¿A pietosa giustificazione del suo insuccesso il presidente dell”Autorità ha ripetuto, anche quest”anno, la solita litania sui poteri troppo limitati che la legge concede al suo organismo. L”argomento non è infondato: in effetti, la normativa del settore televisivo (dalla legge Mammì alla Maccanico, per non dire – dulcis in fundo – della Gasparri) è stata scientemente costruita dal potere politico al fine di non disturbare gli appetiti imperiali del duopolio Rai-Mediaset. Ma si tratta di un alibi che non risolve almeno due quesiti. Primo: perché il prof. Cheli e i suoi colleghi sono rimasti impavidi per tanti anni sulle loro poltrone pur sapendo – e dichiarando – di avere le mani legate? Secondo: come mai gli stessi signori hanno esercitato con così scarso coraggio anche i pochi poteri che erano loro concessi?¿¿.
Tutti d¿accordo quindi nel ritenere che non si capisce il perché di tanta prudenza.
Nella seduta di ieri, l”Autorità ha comunque contestato alla Rai la violazione della norma che limita la presenza dei politici in Tv. L”istruttoria ha accertato la violazione in una puntata di Quelli che il Calcio e in alcune de La vita in diretta e di Uno Mattina, per la presenza ¿non legittima¿ di alcuni ministri.
L”azienda di viale Mazzini ha violato, secondo quanto accertato dall”Authority, l”Atto di indirizzo della Commissione parlamentare per la vigilanza dei servizi radiotelevisivi emanato l”11 marzo 2003. Tale Atto sancisce che nelle trasmissioni di intrattenimento la presenza dei politici va ¿normalmente evitata¿ e, ove giustificata da particolari motivi di responsabilità e competenza dei politici invitati, deve svolgersi in apposite ¿finestre informative¿ nelle quali devono essere assicurati la pluralità dei punti di vista e il contraddittorio. L”Autorità ha rilevato che: ¿nella trasmissione ¿Quelli che il calcio” del 28 settembre 2003, la presenza del ministro Pietro Lunardi non era legittimata da una particolare competenza specialistica nel settore dello sport. Non è stata configurata pertanto una finestra informativa secondo le prescrizioni dell”Atto di indirizzo¿.
¿Le trasmissioni ”Uno mattina” e ”La vita in diretta”, con la partecipazione di diversi esponenti politici, non hanno rispettato l”obbligo della pluralità dei punti di vista e la necessità del contraddittorio all”interno delle finestre informative¿ dice l¿Agcom.
In particolare ¿ciò è accaduto nella puntata de ”La Vita in diretta” del 15 ottobre 2003, con la presenza del ministro Giulio Tremonti, e nelle puntate di ”Uno Mattina” del 24 settembre 2003, con la presenza del ministro Carlo Giovanardi; 7 ottobre 2003, con la presenza del ministro Stefania Prestigiacomo; 22 ottobre 2003, con la presenza del ministro Maurizio Gasparri; 6 novembre 2003, con la presenza del ministro Girolamo Sirchia¿.
L”Autorità ha richiesto alla Rai ¿di attuare gli eventuali provvedimenti disciplinari previsti dai contratti di lavoro nei confronti dei dirigenti responsabili delle trasmissioni elencate¿.
In riferimento alle decisioni dell”Autorità, in una nota Viale Mazzini fa rilevare che ¿la Direzione Generale della Rai era già intervenuta nei casi citati. Per assicurare la pluralità dei punti di vista, erano state date disposizioni affinché venissero immediatamente invitati, sullo stesso argomento, esponenti delle varie parti politiche. Nell”occasione, i dirigenti preposti alle trasmissioni erano stati richiamati alla scrupolosa osservanza della direttiva aziendale che dava attuazione all”Atto di indirizzo della Commissione Parlamentare di Vigilanza¿. ¿Analoga linea di condotta – prosegue la nota – era stata seguita anche per altre trasmissioni, per le quali risultano avviate le procedure da parte dell”Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Si deve inoltre osservare che ¿Unomattina¿ e la ”La vita in diretta” non sono considerate trasmissioni di intrattenimento e che la presenza dei ministri a ”Uno mattina” è avvenuta negli spazi giornalistici gestiti direttamente dal Tg1 e non da Raiuno””.
Relazione Annuale sull”attività svolta e sui programmi di lavoro (anno 2003)
Versione integrale del parere del Servizio Giuridico dell¿Agcom sul caso Rai e Mediaset
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Per ulteriori approfondimenti, leggi:
Pubblicità e Tv: Rai e Mediaset violano i tetti antitrust, ma l¿Authority non decide le sanzioni
L¿Agcom presenta la relazione annuale: procede la liberalizzazione Tlc. Troppa pubblicità in TV
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