Italia
Il Ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, torna a parlare del caso Rai, a distanza di qualche giorno dall¿approvazione in Vigilanza della mozione dell¿Udc, che chiede il rinnovo dei vertici di Viale Mazzini non oltre il 30 settembre.
Gasparri ha dichiarato, che bisogna applicare la legge, ¿¿legge che dice che prima si parte dalla fusione tra Rai Holding e Rai Spa, che richiede delle procedure in parte regolate dalla legge 112 che io ho portato in approvazione, e in parte dal Codice civile¿.
Il ministro aggiunge che senza fare queste operazioni preliminari, che possono essere propedeutiche per l”avvio di privatizzazione, ¿¿non si possono nemmeno applicare le nuove norme di nomina del Consiglio di amministrazione della Rai¿.
Per Gasparri ¿se si leggessero le leggi, il Codice civile e la legge di riforma¿, si vedrebbe che i tempi sono scanditi più da questi adempimenti che da altro. ¿Non vedo francamente la necessità di affermazioni di principio che pure sono state fatte. Ne capisco il senso politico, ma ne vedo più difficile la realizzazione in base ai tempi così scanditi¿.
Queste le considerazioni rilasciate dal ministro, lasciano intendere che per il momento non se ne parla di mandare a casa l¿attuale Cda Rai, come chiesto dall¿Udc e dall¿opposizione. Il 14 luglio scorso, è passata in Commissione parlamentare di Vigilanza la mozione dell¿Udc, con 21 voti favorevoli e 16 contrari, che chiede che si proceda a nuove nomine dei vertici dell¿azienda.
La situazione Rai si era complicata ulteriormente quando il premier Silvio Berlusconi aveva ricoperto l¿interim del ministero dell¿Economia, rimasto vacante dopo le dimissioni di Giulio Tremonti. La Legge Gasparri prevede infatti nuovi criteri di nomina per il Cda della Tv pubblica, riconoscendo al ministro dell¿Economia il potere di nominare due consiglieri Rai, tra cui il presidente, oltre ad essere azionista della Tv pubblica.
La situazione andava ad alimentare la già controversa situazione del conflitto di interessi, sulla quale sta battendo anche l¿Unione europea, che chiede una soluzione rapida della situazione, cattivo esempio per uno Stato democratico, specie davanti all¿ingresso dei Paesi dell¿Est.
In altre parole, il nuovo scenario politico avrebbe visto Berlusconi avere un controllo diretto sulla Rai, in qualità di azionista, e indiretto anche sulla concorrente Mediaset, il polo televisivo privato di proprietà della famiglia del premier.
La situazione sembra adesso essersi ridimensionata, visto che è ormai passata in via definitiva con 268 voti a favore, contrari 221, la legge sul cosiddetto conflitto di interessi.
La nuova normativa stabilisce che chi ricopre una carica di governo deve dedicarsi “esclusivamente alla cura degli interessi pubblici” e astenersi dal prendere decisioni in situazione di conflitto di interessi.
I ministri dovranno quindi rinunciare alle proprie attività professionali e alla gestione delle proprie imprese, mentre la semplice proprietà non costituisce incompatibilità.
Il testo era stato fortemente osteggiato dall”opposizione di centrosinistra, secondo la quale è disegnato ad hoc per risolvere il conflitto di interessi del presidente del Consiglio.
Inoltre, è stato nominato il nuovo Ministro dell¿Economia, nella persona di Domenico Siniscalco.
Ma davanti a questi cambiamenti, l¿Udc non ha dimostrato di voler fare un passo indietro e continua chiedere le dimissioni dei vertici Rai.
Secondo l¿Udc, il rinnovo dei vertici della radiotelevisione pubblica dovrebbe avvenire subito dopo la trasformazione societaria dell¿azienda, prevista dalla Legge Gasparri.
A riguardo non è d¿accordo l¿attuale Cda, che respinge le accuse di “gestione imbarazzante”, ma anche Gasparri, propenso per una soluzione di continuità.
¿Destabilizzazione e confusione non giovano: la continuità è la scelta più saggia¿, ha commentato il ministro sulla richiesta di dimissioni del Cda Rai.
La Legge Gasparri prevede anche dei nuovi criteri di nomina dei membri del Consiglio.
Secondo gli articoli 20 e 21 della legge Gasparri, la Rai avrà un Cda di 9 membri che resteranno in carica tre anni e rieleggibili una sola volta.
Fino alla prima fase della privatizzazione (alienazione del 10% del capitale), sarà la Commissione di Vigilanza a nominare sette membri del Cda (con voto limitato ad uno, cioè 4 alla maggioranza e 3 all”opposizione), mentre gli altri due, tra cui il presidente, saranno invece scelti dal Ministero dell”Economia. La nomina del presidente diventa efficace con il sì, a due terzi, della Vigilanza.
Le nuove disposizioni normative prevedono tra l¿altro la nomina del nuovo Cda a circa 9 mesi dall”entrata in vigore della normativa. Per cui, gli attuali vertici dovrebbero rimanere in carica fino a febbraio 2005.
Le stesse procedure per il rinnovo dei vertici valgono anche nel caso in cui sia necessario nominare il nuovo Consiglio, dice la Legge, “per scadenza naturale del mandato o per altra causa”.
Pippo Gianni dell”Udc, contro le dichiarazioni della maggioranza, aveva commentato: ¿Noi non chiediamo nulla, non siamo contro nessuno, il nostro non è un atto di sfiducia ma siamo coerenti, vogliamo votare per gestire questa fantomatica pluralità che non ci convince¿.
L”esponente centrista ha domandato: ¿Cosa si deve fare, si deve consentire a Cattaneo di proseguire in questa sua pantomima, o c”è qualcos”altro che ci sfugge?””.
Dai Ds, il responsabile Informazione Fabrizio Morri, aveva immediatamente dichiarato: ¿Adesso è importante che i quattro consiglieri ancora in carica prendano atto del voto della Commissione di Vigilanza e consentano ora di ripristinare nella Rai una situazione di normalità democratica¿.
¿E” del tutto evidente che la Rai non può essere gestita da un monocolore – aveva aggiunto Morri -, essendo una azienda che deve rispettare la realtà complessiva del Paese¿.
Ma per il centrodestra si tratta di un voto inutile, perché secondo le nuove disposizioni normative, la Vigilanza non ha più il potere di sfiduciare il Cda. Anche se a riguardo, il presidente della Vigilanza ha commentato: ¿¿la Commissione che prende posizione su un argomento che riguarda le sue competenze ha comunque valore indiscutibile¿.
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