Europa
Dopo sei mesi di indagine approfondita e di serrate discussioni con Sony e BMG, la divisione musica del Gruppo tedesco di media Bertelsmann, la Commissione europea ha dato ieri sera il proprio via libera alla fusione tra le due case discografiche.
¿La Commissione ha dato l¿OK senza condizioni¿, ha dichiarato una fonte della Ue, confermando le indiscrezioni che erano già trapelate qualche ora prima dalla società tedesca.
Secondo le stime della Commissione, nello Spazio economico europeo (Ue più Norvegia, Islanda e Liechtenstein), la nuova unità sarà equivalente, in termini di porzioni di mercato, a Universal, numero uno del settore.
Sony e BMG, che hanno presentato sempre la loro operazione come una soluzione per fronteggiare la contraffazione di Cd e la pirateria via Internet, hanno vinto alla fine questo braccio di ferro con Bruxelles, iniziato nel gennaio scorso.
¿Adesso, cominceremo a mettere in atto questa transazione e ci concentreremo sull¿integrazione delle due aziende¿, ha commentato ieri sera il presidente di BMG, Rolf Schmidt-Holtz.
L¿accordo prevede il raggruppamento dei contratti con gli artisti, la registrazione delle canzoni, la commercializzazione delle opere e la vendita di Cd.
BMG ha sotto contratto artisti come Dido e Britney Spears. Sony, dalla sua, ha Beyoncé, Shakira, Jennifer Lopez.
Inizialmente sembrava molto difficile che le due major ottenessero il via libera da parte dei servizi Antitrust della Ue.
Preoccupata dalla concentrazione sul mercato della musica, Bruxelles, aveva, quattro anni prima respinto il progetto di fusione tra Emi e Time Warner.
Allora la Commissione non aveva ufficialmente posto il proprio veto all¿operazione, ma aveva tenuto un atteggiamento ostativo, spingendo le due società a rinunciare all¿accordo.
Nel caso di Sony e BMG, i servizi del commissario Ue alla Concorrenza Mario Monti erano inizialmente molto critici.
Un mese dopo, avevano avviato ¿un¿indagine approfondita¿ per verificare se la fusione avrebbe potuto creare o rafforzare ¿una posizione dominante delle major sul mercato discografico¿.
Allora, Bruxelles spiegava che se l¿operazione Sony-BMG fosse passata, il mercato musicale sarebbe passato da cinque a quattro major discografiche – Universal, SonyBMG, Warner ed EMI – che avrebbero controllato circa l¿80% del settore discografico europeo, e i maggiori mercati nazionali dello Spazio economico europeo.
A maggio, i servizi dell¿Antitrust Ue avevano indirizzato a Sony e BMG una severa lista di obiezioni, nella quale si stimava che, da un¿analisi preliminare, l¿operazione sembrava incompatibile con le disposizioni normative Ue in materia di concorrenza.
Secondo quanto evidenziato dai servizi di Monti, una jointventure al 50% tra le due big del mercato musicale, avrebbe potuto portare ad una tacita collusione nei prezzi, come veniva evidenziato da alcune similarità già rilevate nel prezzo di vendita al dettaglio e all”ingrosso.
Ma Sony e BMG avevano risposto che l”accordo e i prezzi erano compatibili con una libera competizione.
Le due major avevano spiegato che ogni Paese ha un mercato differente e non ci sarebbe ¿né omogeneità, né collusione tacita¿, come aveva indicato una fonte, a margine del primo giorno di audizione, avvenuta a porte chiuse a Bruxelles.
Le case discografiche indipendenti avevano lasciato intendere che la Commissione evocava, nella comunicazione della lista di obiezioni, la possibilità che i due Gruppi coordinassero i loro prezzi. Cosa poi smentita dalle due major discografiche.
Dopo l¿audizione orale, avvenuta a fine giugno, per permettere a Sony, a BMG e agli operatori che si contrapponevano alla fusione, di comunicare le proprie ragioni, la posizione della Commissione Ue è radicalmente mutata.
Secondo gli esperti, l¿analisi effettuata dalla Commissione sulle conseguenze di una fusione che darebbe vita a un operatore con una quota del 25,2% del mercato mondiale della musica, è notevolmente più ¿dettagliata¿ rispetto a quella effettuata nel 2000, quando a voler realizzare una fusione erano le società Warner ed EMI.
All¿epoca, le Autorità di Bruxelles si erano, in effetti, essenzialmente limitate a studiare gli effetti della fusione sul mercato della produzione musicale, lasciando da parte le conseguenze che avrebbe avuto su quello della registrazione musicale, vale a dire la vendita dei Cd.
Questa mattina, intanto, la società giapponese ha espresso grande soddisfazione per la decisone presa da Bruxelles.
¿Apprezziamo la grande attenzione con la quale la Commissione europea ha studiato i differenti aspetti della società comune¿ tra Sony e BMG, ha dichiarato il presidente di Sony Music Entertainment, Andrew Lack.
¿Siamo anche soddisfatti per il fatto che la Commissione ha riconosciuto il carattere appropriato e necessario della creazione di Sony BMG di fronte alle attuali condizioni di mercato “, ha aggiunto Lack.
Ma la Ue dovrà adesso fare i conti con le etichette musicali indipendenti, che hanno più volte cercato di far valere le loro ragioni. I rappresentanti di Impala e dell”Upfi (Unione dei produttori francesi indipendenti) avevano prodotto dei documenti davanti alla Commissione che proverebbero che le major agirebbero di concerto per gestire i prezzi di vendita dei dischi.
Ma questo non è stato sufficiente. Patrick Zelnik, presidente dell¿Upfi aveva già giudicato molto duramente la Commissione, ¿Sony e BMG hanno minacciato la Commissione di ritirarsi dai mercati locali. Se questa fusione va a buon fine, non ci sarà futuro per gli artisti e le società europee. Questa operazione è veramente scandalosa. A che serve avere un¿Autorità della concorrenza se il mercato non è sottoposto ad alcuna restrizione?¿.
E¿ possibile che nelle prossime ore, come avevano preannunciato, le etichette indipendenti avviino un¿azione legale contro la decisione della Commissione Ue.
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