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Ha fatto notizia la decisione presa da alcune major di stilare delle BlackList per le società accusate di fornire servizi di peer-to-peer, per il downloading illegale di musica dalla Rete.
L¿industria di settore ha deciso di predisporre una BlackList per i servizi di file-sharing e impedito ad alcune società, come RealNetworks, di concludere accordi commerciali con le piattaforme in lista.
I tentativi delle case discografiche di isolare i servizi gratuiti di peer-to-peer, come Grokster e Morpheus, hanno fatto saltare accordi commerciali che avrebbero potuto generare un business da diversi milioni di dollari, hanno indicato delle fonti, e potrebbero essere in contraddizione con le leggi antitrust.
L¿industria discografica considera le piattaforme di scambio di file su Internet responsabili della crisi del mercato dei Cd, e hanno avviato diversi ricorsi, anche contro i singoli utenti, per violazione del diritto d¿autore.
Di fronte questa posizione, piuttosto che bloccare le reti P2P, l¿associazione Retspan propone di installare dei filtri presso i fornitori d¿accessi Internet, che bloccano il downloading illegale. Ma davanti a questa opzione gli Isp si sono opposti, preferendo lasciare la scelta agli utenti.
Per molto tempo, le soluzioni di filtraggio sono state scartate, ma pare che adesso se ne torni a parlare, almeno sul mercato francese.
¿Si tratta di una tecnica evoluta, che permette di fare una selezione e filtrare le reti peer-to-peer¿, ha spiegato alla stampa francese il portavoce dell¿associazione Retspan,che da tempo è in prima linea contro il downloading selvaggio dalla Rete.
¿Non si tratta di bloccare completamente questi sistemi di scambio, ma solo di tagliare la connessione quando si sta per procedere allo scaricamento di materiale protetto da copyright, lasciando però circolare liberamente gli altri file¿, prosegue il portavoce.
Il sistema può sorvegliare e memorizzare gli scambi P2P avviati dagli utenti, senza bloccare tra l¿altro il trasferimento dei suddetti file, prosegue l¿associazione.
¿Un uso che renderebbe questa soluzione compatibile con le proposte formulate il 15 luglio scorso, dal governo francese¿.
Proposte che prevedono anche l¿invio di un messaggio agli utenti colti in flagranza del reato di pirateria sulle reti P2P.
¿Un¿associazione o un organismo incaricato dagli aventi diritto potrebbe legalmente ricorrere a questi filtri¿, prosegue Retspan, precisando che è ¿possibile sorvegliare senza memorizzare¿.
In effetti, l¿associazione vanta il merito della tecnologia di filtraggio della società americana Audible Magic, di cui è in qualche modo una sorta di distributore per la Francia.
Audible Magic ha già venduto questo sistema a imprese, università e anche a un Isp americano.
Precedentemente limitata ai soli file audio, da qualche settimana la tecnologia è stata estesa ai film e anche ai programmi informatici. E sarebbe allo studio la possibilità di integrare a questo sistema di filtraggio una tecnologia capace di riconoscere il contenuti pedofili, ha precisato il portavoce di Retspan.
L¿associazione ha presentato questo sistema al Syndicat national de l¿édition phonographique (Snep), in Francia, e conta di coinvolgere anche l¿Associazione dei fornitori d¿accessi Internet e di servizi (AFA). Per essere efficace, ritiene che il filtro deve essere piazzato dagli Isp, anche se c¿è chi ritiene che potrebbero decidere gli utenti stessi se installare questa tecnologia.
Dalla loro, l¿AFA ha fatto sapere di non condividere questa soluzione. Il delegato generale dell¿associazione degli Isp, Stéphane Marcovitch, ha dichiarato di preferire il progetto del governo e degli aventi diritto che consiste nel lasciare libero l¿utente di installare lui stesso un filtro.
Ma per Retspan, la possibilità che gli utenti stessi si installino un filtro, resta ¿utopica¿.
¿Lo scopo primario degli utenti delle piattaforme P2P, è di scaricare materiale protetto da copyright, chi potrebbe utilizzare intenzionalmente un simile filtro?¿, ha commentato l¿associazione. Aggiungendo che una simile decisione non avrebbe che un impatto marginale sul numero totale degli abbonati Internet.
Per l¿UFC-Que Choisir, che difende gli interessi dei consumatori, non si tratta di una buona soluzione, e preferisce l¿idea di prevedere una licenza a pagamento che darebbe diritto al file-sharing, compensando però gli aventi diritto e mantenendo l¿uso del peer-to-peer.
Julien Dourgnon, Direttore aggiunto incaricato per lo Sviluppo, ha dichiarato che ¿¿lo scopo del digitale è di permettere la circolazione delle copie dei file. Lo scopo di Internet è di permettere lo scambio di informazioni. Queste sono le basi dell¿evoluzione tecnologica che non bisogna reprimere ma semplicemente inquadrare¿.
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Per ulteriori approfondimenti, consulta:
Archivio delle news sul Decreto Urbani, la Direttiva europea e la Proprieta¿ intellettuale
Mercato discografico: l¿industria mette il P2p nella BlackList
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