Italia
Si è parlato di pedofilia e Internet al convegno promosso dal Ministero delle Comunicazioni, nell¿ambito della campagna di educazione e sensibilizzazione ad una navigazione sicura e protetta dei minori, che si è tenuto ieri a Roma.
L¿appuntamento è stato un importante momento di confronto su uno scottante argomento che crea grossa preoccupazione, specie davanti la larga diffusione dell¿uso di Internet tra i minori.
Al centro della discussione del Convegno Internazionale ¿Pedofilia on-line: strategie di contrasto e di prevenzione¿, sono stati i dati della ricerca presentata Symantec, esperta in sicurezza.
Obbiettivo, illustrare alla comunità scientifica e all”opinione pubblica l”attività di contrasto alla pedofilia su Internet condotta a livello istituzionale e, nel contempo, fornire i dati di alcune delle ricerche scientifiche più avanzate sulle strategie di prevenzione, condotte da associazioni e istituti di ricerca qualificati.
Al convegno era presente Francesca Giudice, vice president southern EMEA di Symantec, che è intervenuta sul tema sicurezza informatica, in modo particolare sul tema: ¿Possibili tecnologie di prevenzione della pedopornografia su Internet¿.
La Giudice nel suo intervento ha commentato positivamente l¿invito del ministero delle Comunicazioni, che ¿¿ha rappresentato un¿importante occasione per confermare la volontà di Symantec di collaborare attivamente con le Istituzioni per sviluppare programmi di formazione sull¿utilizzo degli strumenti informatici e Internet¿.
Giudice ha sottolineato in particolare come Internet rappresenti per i bambini uno strumento di grande potenzialità per apprendere, conoscere, studiare e comunicare. ¿Tuttavia, proprio attraverso l¿utilizzo della Rete, i minori possono entrare in contatto con potenziali minacce alla loro tutela e privacy¿.
In questo contesto, ¿la comunicazione fra genitori e figli e l¿educazione a un uso corretto e consapevole della Rete giocano un ruolo decisivo per il successo dell¿esperienza dei minori in Internet¿, ha sottolineato la Giudice.
¿E¿ importante incoraggiare i bambini ad avvicinarsi alla Rete, ma accompagnandoli e condividendo regole di utilizzo e sfruttando tecnologie appropriate che prevengano i pericoli della navigazione¿.
Chairman del convegno è stata Luisa Franchina del Ministero delle Comunicazioni. Tra i partecipanti, il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri ma anche Domenico Vulpiani e Marco Strano della Polizia Postale e delle Comunicazioni, Giorgio Stefano Manzi dell¿Arma dei Carabinieri,Valerio Papajorgji dell¿Europol, Donata Lodi del Comitato Italiano per UNICEF.
Era presente anche Don Fortunato Di Noto, presidente Associazione Meter, da tempo ormai in prima linea nella lotta alla pedofilia online.
Gli esperti di polizia giudiziaria hanno illustrato le tecniche investigative per contrastare la pedopornografia via Internet.
¿E” necessaria una sensibilizzazione al problema, con particolare attenzione ai genitori – ha affermato Olimpia Tarzia, presidente dell”Osservatorio permanente sulle famiglie della Regione Lazio durante il Convegno.
¿Non c”è consapevolezza, i bambini non ne parlano perché si vergognano e sono intimiditi¿, ha detto ancora la Tanzi.
¿Occorre agire sul piano culturale, ripristinando quello che è il valore della sessualità e intervenire sulle politiche familiari¿, ha concluso il presidente dell”Osservatorio.
Il quadro illustrato dalla ricerca condotta da Symantec è alquanto allarmante. Sono, infatti, in aumento i casi che riguardano gli abusi ai minori via Web.
Per identificare immediatamente le aree a maggior rischio pedofilia, Symantec e l¿Icaa (Associazione internazionale per l”analisi del crimine) hanno realizzato il cosiddettoProgetto Cirp (Child Internet risk perception). L¿iniziativa è patrocinata anche dal ministero delle comunicazioni, dal Servizio Polizia postale e delle comunicazioni e dal Consiglio regionale del Lazio.
L”Internet risk perception questionnaire (Irpq) è stato invece utilizzato per capire quali siano gli strumenti e gli scopi della navigazione da parte dei più piccoli; e per comprendere quali siano le loro reazioni di fronte a contenuti scabrosi, di fronte infine al manifestarsi degli orchi o dei potenziali tali.
Il questionario è stato sottoposto tramite personale Icaa a 5.000 individui fra gli 8 e i 13 anni di età nelle scuole di otto grossi centri della Penisola. Rispettivamente 500 e 250 sono stati invece i genitori e gli insegnanti che hanno acconsentito a rispondere a un succinto test sul controllo di figli e alunni online.
I dati indicano che del 77% di minori che navigano online, soprattutto per studiare (79%) o per svago. Ma per un significativo 13%, si tratta soprattutto di uno strumento adatto a “parlare con gli altri“. Più della metà (52%) si è imbattuto in materiale pornografico.
Il 13% ha avuto dei contatti in chat con adulti che intraprendono discorsi su tematiche sessuali.
Responsabile Icaa Marco Strano ha dichiarato che le chat rimangano gli ambiti di maggiore rischio. Strano sottolinea anche che il 10% di rispondenti dichiara di navigare preferibilmente fra le 22 e le 24 o su quel 27% che sostiene di avere libero accesso al Web senza la sorveglianza dei genitori.
I giovani che navigando incontrano materiale pornografico, hanno un approccio dettato dalla ¿curiosità sessuale che va presa in considerazione senza pregiudizi per elaborare efficaci strategie di prevenzione“.
Il 13% degli intervistati ha avuto modo di venir a contatto con la pedofilia; il 15,3 li ha vissuti con curiosità e il 7,6% ne è stato attratto. Chi dice di non aver provato “nulla di particolare” è talvolta a rischio, perché secondo Strano potrebbe non ritenere il fatto degno di essere raccontato.
Ne parla infatti con i genitori solo il 30% e chi decide di tacere lo fa per motivi a volte preoccupanti. Per via di una “generica valutazione positiva dell”esperienza” (25%), per vergogna (16,6) oppure perché (33,5) i genitori non sarebbero “in grado di capire“. Infine – il dato più pericoloso – perché vincolati in qualche modo dalla promessa di mantenere il segreto (8,3%).
Sconfortante il quadro delle famiglie, dove un 10% non sa neppure come funzioni Internet e il 32% non lo ha mai usato.
Dove le informazioni offerte ai figli in tema di pedofilia sono poche (ne dà solo il 66% dei nuclei interpellati) e le spiegazioni richieste (28%) ancora meno.
Dove il Pc connesso si sostituisce spesso alla babysitter. Il 58% dei padri e delle madri non esercita alcuna funzione di monitoraggio sulla navigazione dei minorenni e solo il 24% ne svolge “sempre“.
Anche perché i computer si trovano sovente in luoghi tutt”altro che strategici per l”esercizio di un ruolo vigile. Nella stanza dei figli, dicono 36 famiglie su 100. In 38 su 100 lo hanno invece piazzato “nello studio di un genitore”. Ben nascosto, in ogni caso.
Symantec e l¿Icaa consigliano quindi un uso di Internet da parte dei minori, sotto l¿occhio attento e prudente degli adulti. Questo eviterebbe i rischi, navigando senza filtri, di cadere vittime delle chat line, dove spesso ci si imbatte nei pedofili del Web.
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Child Internet risk perception – Ricerca sulla percezione dei rischi di navigazione in Internet, realizzata da Symantec e International Crime Analysis Association