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Il fenomeno della pirateria di software e altro materiale informatico, è un problema sempre più pressante per le istituzioni e l”industria mondiale.
Nel 2003 il valore globale del business è arrivato infatti alla cifra record di29 miliardi di dollari, pari a circa il 60% del valore del mercato mondiale dei software originali, stimato circa 51 miliardi di dollari.
A renderlo noto, l¿associazione di settore Business Software Association (BSA), secondo cui
per ogni tre dollari di software installato, due dollari di software sono acquistati legalmente, mentre un dollaro di software è ottenuto illegalmente.
Il tasso di pirateria del software, che si riferisce al rapporto tra il numero delle unità di software piratato installato nel 2003 ed il numero totale delle unità di software installato nel 2003, dato dalla somma del software legalmente acquistato e del software piratato, è pari al 36% a livello mondiale, tendenzialmente in crescita rispetto al 2002.
In questo scenario, in Italia, la percentuale di software pirata è del 49% (per un valore di circa 913 milioni di euro) rispetto a una media europea del 37%.
Il tasso di pirateria nel nostro Paeseè secondo solo alla Grecia e superiore alla media dell¿Europa Occidentale di 13 punti percentuali.
Rispetto alla media mondiale, l”Italia è al settimo posto per ricavi perduti a causa della pirateria.
Tra le possibili cause l”elevato peso delle piccole e piccolissime imprese, dove potenzialmente è più diffuso il fenomeno della pirateria del software.
Stati Uniti, Francia, Germania, Giappone, e UK si trovano davanti all”Italia, nonostante tassi di pirateria più bassi, perché il valore del mercato software di questi paesi, rispetto al quale le perdite di ricavi causate dalla pirateria vanno calcolate, è più elevato.
Secondo i risultati della ricerca “2003 Global Piracy Study” condotta da IDC, in Europa il costo di questo fenomeno, è superiore agli 8 miliardi di euro e grava sui publisher software nazionali e internazionali.
Lo studio BSA sulla pirateria analizza i principali segmenti del mercato software, come i sistemi operativi, software consumer e software sviluppato sui mercati locali.
L”inclusione di queste nuove categorie dipinge un quadro più ampio e accurato del problema della pirateria software e i risultati confermano come il fenomeno continui a rappresentare una difficile sfida nell”Unione Europea, che non riesce a capitalizzare i vantaggi che anche una riduzione del 10% nella pirateria software potrebbe apportare entro il 2006 – compresi 250.000 nuovi posti di lavoro e oltre 18 miliardi di dollari in entrate fiscali.
La ricerca indica chiaramente che i produttori software nazionali europei sono colpiti dalla pirateria tanto quanto i produttori internazionali. E non è tutto: i costi si riflettono sulla catena distributiva di tutti i 25 Stati membri.
¿Di fronte a un potenziale guadagno così grande ¿ dichiara Beth Scott, Vice Presidente di BSA EMEA – esiste un”opportunità colossale, in particolare se i mercati emergenti dell”Unione allargata si potranno sviluppare in un ambiente maggiormente orientato alla creatività che consenta di realizzare tutto il loro potenziale”.
Per la sua analisi, IDC ha attinto ai dati mondiali relativi alle vendite di hardware e software, ha condotto più di 5.600 interviste in 15 Paesi e ha utilizzato i propri analisti presenti in tutto il mondo per valutare le condizioni locali dei vari mercati. IDC ha identificato il tasso di pirateria e il valore del software pirata utilizzando dati in suo possesso sulle vendite di PC, software e licenze di tutti gli operatori del settore in 86 Paesi.
Steven Frantzen, Vice Presidente di IDC CEMA (Central and Eastern Europe, Middle East and Africa), ha commentato: “Per ogni dollaro di software venduto, altri 1-2 dollari vengono spesi a favore di aziende nazionali specializzate in personalizzazione, servizi e distribuzione, a dimostrazione di quanto le economie locali abbiano da guadagnare da una riduzione della pirateria”.
In risposta allo studio IDC, BSA ha identificato i cinque punti strategici per affrontare il problema della pirateria software nell”Unione Europea.
Innanzitutto è una questione di rispetto verso la proprietà intellettuale e di fiducia nei confronti del settore.
Rispetto da instillare iniziando dai giovani con attività in tutte le scuole, università e aziende europee e fiducia per incoraggiare un”ininterrotta attività di ricerca e sviluppo e sostenere l”investimento e la crescita dell”economia digitale in Europa.
Ancora troppo sottovalutate, poi, le questioni relative alla sicurezza: secondo BSA è essenziale infatti assicurare che tutte le aziende comprendano le possibili implicazioni di una scarsa sicurezza e l”importanza di creare un ambiente lavorativo sicuro e legale.
Tutte le parti coinvolte, inoltre dovrebbero incoraggiare un”implementazione efficace e rapida di politiche e leggi studiate per creare un comparto software vivace e un ambiente favorevole all”innovazione, nonché migliorare la gestione del software in azienda (Software Asset Management) in quanto risorsa cruciale per il business.
“Il nostro piano d”azione in cinque punti può aver successo solo con il sostegno dei governi europei¿, ha proseguito Beth Scott. ¿Concreti miglioramenti possono avvenire solo per mezzo di radicali cambiamenti legislativi e con il supporto da parte del settore pubblico, a tutti i livelli, a favore della proprietà intellettuale e dei settori creativi”.
In particolare, BSA invita i governi europei a intraprendere azioni in una serie di settori come:
Direttiva Enforcement: è necessario procedere a una rapida e fedele implementazione di questa recente legislazione. La Direttiva introduce nuovi strumenti per contrastare la pirateria e la contraffazione nell”area europea.
Direttiva Copyright: fino a oggi meno della metà degli Stati membri ha implementato questa Direttiva che rappresenta un importante traguardo per la modernizzazione delle leggi europee sul copyright creando un framework per un ambiente di business digitale sicuro. La scadenza dell”implementazione di questa Direttiva è trascorsa da oltre 18 mesi.
Digital Rights Management (DRM): BSA invita i governi ad agire per eliminare gli ostacoli che impediscono la diffusione delle tecniche di Digital Rights Management (DRM) all”interno dell”area europea.
¿Le istituzioni ed organizzazioni che hanno il compito di combattere la pirateria si trovano di fronte ad un fenomeno geograficamente molto diffuso¿, ha dichiarato Edmund Kovacs, Senior Research Analyst, IDC Italia.
Dalla ricerca emerge infatti che, rispetto agli 86 paesi coinvolti, il tasso di pirateria supera il 75% in un paese su cinque ed il 70% in un paese su tre, e che in oltre la metà dei paesi il tasso di pirateria è superiore al 60%.
“Preoccupa il fatto che le zone caratterizzate da tassi di pirateria più elevati siano anche le aree in cui il mercato dell”informatica si sta sviluppando più velocemente. In paesi quali la Cina, l”India, e la Russia, che hanno un tasso di pirateria superiore al 75%, il mercato dell”IT si sta sviluppando a tassi di crescita vicini al 20% di anno in anno. Ciò significa che, se nei prossimi anni non si saprà contrastare efficacemente il fenomeno, il tasso di pirateria a livello mondiale è destinato ad aumentare¿.
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