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Milioni di utenti potrebbero decidere di non utilizzare più la posta elettronica, se il governo e i produttori di software non interverranno congiuntamente per frenare la proliferazione dell¿invio massiccio e continuo di eMail commerciali non sollecitale (UCE ¿ Unsolicited Commercial eMail). Il cosiddetto fenomeno spamming.
Lo hanno annunciato esperti del settore impegnati nella lotta allo spam, riuniti in una tre giorni organizzata dall¿Onu a Ginevra, e presieduta da Robert Horton, direttore dell¿Autorità australiana delle Comunicazioni ed esperto di strategie Internet dell”ITU (International Telecommunication Union).
La battaglia mondiale contro gli spammer, che usano Internet per diffondere contenuti pornografici, spingere all¿acquisto o tentare di estorcere informazioni personali e numeri di conti bancari raggirando gli utenti, potrà essere vinta in due anni, hanno annunciato gli intervenuti al summit, ma solo con un¿azione comune.
Secondo l¿ITU lo spam equivale a un costo globale di 25 miliardi di dollari l¿anno, e determina una caduta della produttività in termini di tempo perso per eliminare le eMail non sollecitate dai box di posta.
Robert Horton ha dichiarato: ¿Se cooperiamo su scala internazionale con i governi e i produttori di software, questa piaga che infetta la nostra vita quotidiana potrà essere eliminata a breve termine¿.
Il presidente del summit ha sottolineato che al momento le Autorità governative competenti e i produttori di software dispongono dei mezzi per arginare lo spam nei prossimi due anni.
Horton ¿ il cui Paese, l¿Australia, ha adottato una delle legislazioni antispam più avanzate ¿ ha detto che spera che da questo summit venga fuori un progetto d¿accordo che segni le guidelines per una lotta comune.
¿Nessun Paese può combattere da solo lo spam¿, ha aggiunto, spiegando che si tratta di una sfida mondiale, è come tale va affrontata con un lavoro di cooperazione.
Sono una sessantina i Paesi che partecipano all¿importante appuntamento organizzato dalle Nazioni Unite. Si tratta del primo summit internazionale in materia di spamming.
Secondo alcuni studi, lo spam rappresenterebbe ormai tra il 75-85% delle eMail ricevute sulle caselle di posta elettronica, secondo i dati raccolti dall¿ITU.
E se lo scorso anno, quando la proporzione era del 35%, gli utenti potevano sopportare la cosa, adesso si è arrivati alla soglia del non plus ultra.
Horton è del parere che le persone oggi stanno diventando meno pazienti e sono pronti a cessare di utilizzare Internet per lavoro e nella vita privata.
Come primo step, i regolatori del settore dovrebbero utilizzare un elenco internazionale di contatti in ogni Paese, cosa che permetterebbe di coordinare gli interventi, visto che spesso il problema dello spamming è trattato da differenti organismi.
I partecipanti dovrebbero scambiarsi idee sulle differenti disposizioni normative in materia, specie quelle che sono state già adottate in alcuni Paesi, come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Corea del Sud. Anche l¿Unione europea ha adottato la Direttiva sulle Comunicazioni Elettroniche.
L¿Italia ha già provveduto al recepimento della Direttiva con l¿adozione del Decreto legislativo n.196 del 30 giugno 2003,il Codice in materia di protezione dei dati personali, meglio noto come T.U. sulla privacy.
Lo spam rappresenta un attentato alla privacy degli utenti, per non parlare dei pregiudizi che arreca a chi usa la posta elettronica per motivi di lavoro. Secondo i dati raccolti dalla Commissione Ue, sono altissimi i costi che dello spamming per le imprese, in termini di tempo perso dai lavoratori per eliminare le eMail che affogano quotidianamente le loro caselle di posta. Le stime delle perdite in produttività dovute alle eMail spazzatura nel 2002 ammontavano a 2,5 miliardi di euro, ma la crescita esponenziale del fenomeno sembra giustificare le ipotesi più pessimistiche, secondo le quali la sola economia britannica nel 2003 ha subito danni per 3,2 miliardi di euro.
Anche il Commissario Ue responsabile delle Imprese e della Società dell¿Informazione Erkki Liikanen ha sempre sottolineato che il rischio maggiore è, che gli utenti rinuncino a questo nuovo mezzo di comunicazione perché infastiditi dallo spam, cosa che sarebbe alquanto grave in un¿epoca come la nostra che si muove secondo i tempi veloci dell¿Information Society.
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